Gli alimenti da preferire in una dieta a basso indice glicemico sono senza dubbio alcune tipologie di verdure, in particolare quelle ricche di fibre solubili come broccoli, cavoletti di Bruxelles e carciofi. Ma anche spinaci, asparagi, zucchine, melanzane, pomodori, peperoni e lattuga. Mentre è bene limitare il consumo di patate, carote cotte, fave cotte e zucca.
Carne, formaggi, uova e pesce non influiscono sulla glicemia. Dunque è possibile mangiarli tranquillamente, sempre stando attenti alle dosi per rispettare la quantità di proteine e grassi da assumere giornalmente.
Un’altra categoria di alimenti da prediligere sono i legumi. Questi, infatti, apportano una buona quantità di fibre e proteine vegetali, che rallentano la digestione degli zuccheri e prolungano il senso di sazietà. L’effetto è quello di una risposta glicemica più graduale, utile a evitare picchi improvvisi nel sangue. Fagioli, lenticchie, ceci e piselli possono essere inseriti con regolarità all’interno dei pasti, sia come fonte di carboidrati che come alternativa alle proteine animali in caso si desideri seguire una dieta a basso indice glicemico vegetariana.
In base all’indice glicemico della frutta, questa può essere consumata in porzioni più o meno abbondanti. Da preferire sono mele, agrumi, fragole, ciliegie, pere, kiwi, avocado e frutta secca. Da limitare, invece, le banane troppo mature, l’anguria, il melone, la frutta disidratata e quella sciroppata.
Da evitare sono invece dolci e snack industriali, specie a colazione in quanto i picchi glicemici causati da questi possono abbassare la concentrazione, l’attenzione e i livelli di energia.
Per quanto riguarda i cereali, la scelta dovrebbe orientarsi su quelli meno lavorati e più ricchi di fibre, tra i più consigliati ci sono avena, farro, quinoa e grano saraceno. Inoltre, a riso, pasta e pane raffinati meglio preferire le alternative integrali.
Tuttavia, l’indice glicemico di un alimento non dipende solo dal tipo di carboidrato che contiene, ma anche da altri fattori, come ad esempio la cottura. Un classico esempio è rappresentato dalla pasta: se consumata al dente, ha un indice glicemico inferiore rispetto a quella cotta troppo a lungo. Altro fattore da tenere in considerazione è l’associazione con fibre e grassi, che contribuiscono ad abbassare l’indice glicemico totale del pasto.
Inoltre, contrariamente a quanto si possa pensare, in una dieta a basso indice glicemico non è necessario mangiare solo cibi con basso indice glicemico. Grazie all’effetto del secondo pasto, se ad esempio si consuma una colazione a basso IG, questa influenzerà anche l’assorbimento del glucosio del pranzo, riducendone l'indice glicemico.
Per avere un'idea generale dell’IG dei diversi cibi, è possibile consultare la tabella dell’indice glicemico degli alimenti.