Gonfiore addominale: quali sono le possibili cause?

Gonfiore addominale: ecco una panoramica delle possibili cause sia comuni che più rare

Gonfiore addominale: come si presenta

  • ​Il gonfiore addominale è un sintomo molto comune: si stima che una persona su dieci ne abbia sofferto, ne soffra o ne soffrirà nel corso della sua vita.

    La cosiddetta “pancia gonfia” viene percepita come una spiacevole sensazione di enfiagione, ovvero come un aumento della tensione a livello dell’addome, dovuto alla presenza eccessiva di gas nello stomaco e/o nell’intestino.

    Le aree interessate sono le seguenti: epigastrica, ombelicale, ipogastrica e, spesso, l'ipocondrio destro e sinistro.

    L’addome gonfio può presentarsi come condizione isolata, oppure in concomitanza con altri sintomi gastrointestinali (tra cui meteorismo, eruttazioni, flatulenza, nausea, crampi addominali, tensione muscolare, stitichezza o diarrea) o generali (cefalea, affaticamento, perdita di peso).

Gonfiore addominale: possibili cause

  • ​Il gonfiore addominale può avere cause assai diverse. Nella maggioranza dei casi, si tratta di una condizione “benigna”, ovvero non derivante da patologie, bensì da abitudini alimentari scorrette, fattori psicologici o parafisiologici.

    Tuttavia, come vedremo in dettaglio più avanti, alle origini del sintomo potrebbero esserci anche disturbi funzionali (tra cui la sindrome del colon irritabile), infezioni batteriche o problemi ben più gravi (inclusi tumori).

Perché dopo mangiato capita spesso di avere la pancia gonfia?

  • ​Se il gonfiore addominale si presenta subito dopo i pasti, specie se accompagnato da tensione muscolare, meteorismo e difficoltà nella digestione, è probabile che le cause siano legate all’alimentazione.

    In particolare, contribuiscono alla produzione e all’accumulo di gas in eccesso, con conseguente aumento di volume e senso di gonfiore a livello dell’addome:

    • una dieta poco equilibrata, ricca di zuccheri classificabili sotto la dicitura “Fodmap”, ovvero fermentabili (carboidrati), oligosaccaridi (presenti, ad esempio, nei legumi), disaccaridi (lattosio), monosaccaridi (fruttosio) e polioli (dolcificanti alimentari).
      ​Altri alimenti da evitare, o per lo meno ridurre, in caso di addome gonfio sono: alcuni tipi di verdura (asparagi, carciofi, broccoli, cavoli e cavolfiori, funghi, cipolle) e di frutta (mele, pere, pesche), latte e latticini (yogurt, formaggi, gelato), oltre ovviamente ad alcolici (soprattutto la birra) e bevande effervescenti;
    • alcuni comportamenti errati tenuti durante i pasti, specie se consumati in maniera sbrigativa, mentre si guarda la TV o si lavora al computer. Tra questi citiamo: mangiare in piedi, sdraiati o con una postura scorretta rispetto a quella consigliata (seduti con la schiena eretta e la muscolatura rilassata), masticare e deglutire molto velocemente, ecc.;
    • la cosiddetta aerofagia, ossia la tendenza ad ingerire una quantità di aria in eccesso, soprattutto durante i pasti. Ciò si verifica sia a causa di una masticazione troppo rapida, sia per altri fattori: consumo di acqua e bibite gassate, uso di dentiere non adatte, fumo di sigarette, tendenza a masticare chewing-gum o succhiare caramelle dalla consistenza dura;
    • le intolleranze alimentari, ovvero intolleranza al lattosio, intolleranza al fruttosio, intolleranza al glutine di origine immunitaria (nota come celiachia,che a sua volta può evolvere nel morbo celiaco) o sensibilità al glutine di origine non immunitaria. L’assunzione di alimenti che contengono queste sostanze provoca, oltre al gonfiore addominale, anche altri disturbi, quali: diarrea, meteorismo, problemi digestivi, ecc..

    In tutti i casi citati vale la pena di confrontarsi con il proprio medico, per valutare una possibile variazione della dieta e delle abitudini a tavola.

    Il consiglio è particolarmente valido sia se si sospettano intolleranze alimentari, sia se il gonfiore all’addome tende a presentarsi quotidianamente, o comunque con regolarità, accompagnato da problemi digestivi e/o da altri sintomi (dolore addominale, senso di pesantezza, affaticamento, diarrea, ecc.). 

Cause psicologiche

  • ​Tra le cause del gonfiore addominale, occorre citare anche l’ansia, lo stress ed altre problematiche di natura psicologica.

    È noto, infatti, che gli stati emotivi negativi incidono:

    • sui movimenti che avvengono all’interno dell’apparato digerente, provocando difficoltà digestive, diarrea o, al contrario, stipsi;
    • sulla sensibilità della mucosa gastrica, dando luogo ad irritabilità e dolore addominale, sensazione di inappetenza o pienezza eccessiva;
    • sulla secrezione di succhi gastrici, solitamente stimolandone la produzione, tanto da causare gastrite nervosa, malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), infiammazione dell'esofago ed ulcera;
    • sui microrganismi che abitano nell’intestino, alterandone l’attività e, quindi, favorendo lo sviluppo di processi infiammatori.

    Semplificando, dunque, i disturbi psicologici - in particolare quelli legati all’ansia - possono intaccare il delicato equilibrio su cui si basa il funzionamento dello stomaco e dell’intestino, generando gas in eccesso e conseguente gonfiore e/o tensione in prossimità di quelle aree. 

Cause ginecologiche e ormonali

  • ​L’intestino è piuttosto sensibile alle variazioni degli ormoni sessuali femminili.

    Non a caso, il gonfiore addominale nella donna può avere anche cause ormonali e, di conseguenza, è solito presentarsi nei periodi in cui si verificano cambiamenti più o meno importanti. Ad esempio, nella fase che precede il ciclo mestruale, durante la gravidanza e, più avanti negli anni, con il passaggio dall’età fertile alla menopausa, capita non di rado che l’addome si dilati, in particolare nella zona dello stomaco e al di sotto dell’ombelico.

Il gonfiore addominale come spia di patologie e disturbi

  • ​Finora ci siamo soffermati sulle cause più comuni del gonfiore addominale, ma è bene ricordare che, talvolta, questo sintomo rappresenta la spia di una condizione più grave. Ecco, dunque, una panoramica delle malattie e dei disturbi che potrebbero risiedere all’origine di questa problematica.

    • Sindrome del colon irritabile → Tra tutte le patologie che possono far gonfiare l’addome, questa è la più diffusa. Si riconosce dalla presenza di altri sintomi concomitanti, tra cui: dolore o fastidio, alterazione della funzionalità intestinale e dei movimenti dell’aria nel tratto digerente.
    • Sindrome da contaminazione batterica dell’intestino tenue → Si verifica quando la flora batterica intestinale - che normalmente si trova nell’area dell’intestino crasso - arriva a colonizzare anche l’intestino tenue, dove si riproduce più del dovuto. Tutto ciò porta ad un aumento dell’attività metabolica e, con essa, del rilascio di gas, con conseguente gonfiore (accompagnato da diarrea alternata a stipsi, crampi e dolori specifici).
    • Infezioni ed intossicazioni → La pancia gonfia è uno dei segnali che rimandano ad infezioni, infestazioni ed intossicazioni. Un tipico esempio è la gastroenterite di origine virale - ovvero la comune influenza con vomito e diarrea - ma la contaminazione può derivare anche da salmonelle, colera, stafilococchi, protozoi ed altri microrganismi.
    • Celiachia e intolleranze alimentari → Nei soggetti con intolleranza al lattosio, al glutine e/o all’istamina, l’ingerimento di alimenti che contengono queste sostanze provoca problemi digestivi, diarrea, dolore e gonfiore addominale. In questi casi la terapia corrisponde all’eliminazione totale degli alimenti scatenanti dalla propria dieta.
    • Malattia da reflusso esofageo (MRGE) → È una condizione cronica che comporta la risalita in direzione dell’esofago del contenuto dello stomaco. Il sintomo più riconoscibile del reflusso gastroesofageo è una sensazione di dolore e bruciore intenso che interessa la parte superiore dell’addome, spesso associata a gonfiore, nausea e mal di gola.

Cause meno comuni

  • Sebbene ciò si verifichi solamente di rado, è bene sapere che il gonfiore addominale può dipendere da patologie differenti da quelle finora menzionate.

    Tra queste ricordiamo:

    • Colite
    • Peritonite
    • Rettocolite ulcerosa
    • Morbo di Crohn
    • Calcoli della cistifellea
    • Fibrosi cistica
    • Anoressia e bulimia nervosa

    Tra le condizioni più gravi che possono causare gonfiore e tensione a pancia e addome, inoltre, troviamo:

    • Ascite
    • Giardiasi (infezione parassitaria dell’intestino)
    • Diverticolosi
    • Diverticolite
    • Ostruzione intestinale
    • Cancro ovarico
    • Tumore del colon

A chi rivolgersi in caso di gonfiore addominale?

  • Se la sensazione di gonfiore si presenta regolarmente, tanto da causare disagio ed ostacolare lo svolgimento delle normali attività quotidiane, o è accompagnata da altri sintomi spiacevoli, quali diarrea o stitichezza (anche alternate tra loro), dolore o fastidio all’addome, crampi, meteorismo, digestione lenta, nausea, ecc., è sempre utile consultare uno specialista.

    A tal proposito, la visita gastroenterologica rappresenta il primo step per valutare l’entità del gonfiore addominale ed individuare le possibili cause.

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    Se si sospetta la presenza di una o più patologie, è opportuno approfondire le indagini con esami e test specifici, tra cui in particolare gastroscopia e colonscopia, eseguibili entrambe contemporaneamente con sedazione oppure senza sedazione.

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Data ultimo aggiornamento: 2021-05-18
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