Binge eating: sintomi, cause e come affrontarlo

Scopri cos'è il binge eating, come riconoscere i sintomi e affrontare questo disturbo con strategie e trattamenti efficaci.

Che cos’è il Binge eating disorder?

  • ​Il termine binge eating, che in italiano si traduce con "abbuffate compulsive", descrive una condizione psicologica patologica in cui una persona si trova a consumare quantità di cibo superiori al normale in un arco di tempo ridotto, sperimentando la sensazione di perdere il controllo sull’atto alimentare.

    Quando questi episodi di abbuffate si manifestano con una cadenza settimanale per almeno tre mesi consecutivi, si può parlare divero e proprio Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder o BED).

    Questo comportamento si colloca tra i disturbi del comportamento alimentare più diffusi al giorno d’oggi, insieme all’anoressia e alla bulimia. Tuttavia, si tratta di patologie molto diverse tra loro. Mentre nell’anoressia la persona colpita si rifiuta di assumere cibo, nel binge eating questa lo consuma in grandi quantità e senza procurarsi il vomito, diversamente da come accade nella bulimia.

Binge eating disorder: quanto è diffuso?

  • ​Secondo le più recenti evidenze scientifiche, il binge eating disorder è un disturbo alimentare più diffuso di quanto comunemente si pensi, interessando circa il 2-3% della popolazione adulta generale.

    Sebbene il Disturbo da Alimentazione Incontrollata sia riscontrato prevalentemente nelle donne, è bene sottolineare che rispetto ad altre forme di disturbi alimentari, come anoressia e bulimia, il BED presenta una distribuzione di genere più equilibrata, con una significativa incidenza anche nella popolazione maschile.

    Solitamente, il disturbo si manifesta tra i 14 e i 30 anni, ma spesso i primi segnali di perdita di controllo sull’alimentazione tendono a comparire già in età adolescenziale, anche se in alcuni casi questi possono esordire direttamente in età matura.

Quali sono le cause principali del Binge eating?

  • Le cause del binge eating disorder sono complesse e spesso riconducibili a una combinazione di diversi fattori. Si tratta, infatti, di un disturbo che non può essere ricondotto a una sola causa specifica, ma che si sviluppa a partire dall’interazione di più fattori che concorrono a creare un terreno favorevole alla sua comparsa.

    Questi includono:

    • Fattori genetici: la predisposizione familiare gioca un ruolo significativo nello sviluppo del binge eating disorder. È stato osservato che la probabilità di manifestare il disturbo aumenta in presenza di familiari di primo grado che ne sono affetti, indicando così una componente genetica rilevante.
    • Fattori biologici e neuroendocrini: le più recenti evidenze scientifiche suggeriscono che anche i meccanismi neuroendocrini e biologici possano influenzare la comparsa del disturbo. In particolare, studi condotti nel 2023 hanno evidenziato come alterazioni nel funzionamento dell’ipotalamo, unitamente a specifici pattern ormonali, possano contribuire a innescare comportamenti alimentari disfunzionali.
    • Fattori psicologici: il binge eating rappresenta spesso una risposta a condizioni di disagio emotivo o a difficoltà nella gestione delle emozioni. Situazioni di stress, ansia, depressione, senso di solitudine o affaticamento psicofisico possono favorire episodi di alimentazione incontrollata.
    • Fattori sociali e ambientali: il contesto di crescita e le esperienze vissute durante l’infanzia rappresentano ulteriori elementi che possono incidere significativamente. Una storia familiare segnata da disturbi dell’umore, la tendenza all'obesità, o l’esposizione frequente a critiche legate al corpo o all’alimentazione, sono condizioni che possono favorire lo sviluppo del disturbo. Questi fattori sociali e ambientali possono contribuire a consolidare una percezione negativa di sé e del proprio corpo, incrementando il rischio di manifestare comportamenti alimentari disfunzionali.

    Infine, alcune ricerche recenti hanno evidenziato un legame tra il binge eating disorder e il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). 

Binge eating: come riconoscere i sintomi

  • ​Come accennato in precedenza, i sintomi caratteristici del binge eating disorder includono episodi frequenti di abbuffate, ovvero il consumo di grandi quantità di cibo in un intervallo di tempo ristretto, e assenza di condotte compensatorie quali il vomito autoindotto.

    Questo disturbo è spesso caratterizzato dalla sensazione di non riuscire a gestire o interrompere l’episodio alimentare. Non è raro che queste abbuffate avvengano in solitudine, per via del disagio o dell’imbarazzo che la persona può provare nel mangiare in presenza di altri. Questo spesso si traduce in un vissuto emotivo caratterizzato da sentimenti di disgusto verso sé stessi, senso di colpa e tristezza profonda.

    Dal punto di vista psicologico, infatti, le crisi iperfagiche si associano frequentemente a una bassa autostima, a una percezione alterata della propria immagine corporea e a un tono dell’umore deflesso. 

Diagnosi del binge eating: criteri ed esami consigliati

  • La diagnosi di binge eating disorder richiede una valutazione specialistica approfondita, da parte di professionisti esperti in disturbi del comportamento alimentare.

    Per identificare correttamente il binge eating disorder, gli specialisti si avvalgono delle linee guida indicate dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), che stabilisce criteri chiari e condivisi a livello internazionale.

    Secondo il DSM-5, il binge eating disorder si caratterizza per la presenza ricorrente di episodi di abbuffata, definiti dalla combinazione di due elementi fondamentali:

    1. Assunzione di una quantità di cibo notevolmente superiore al normale in un periodo di tempo limitato.
    2. Sensazione soggettiva di perdita di controllo durante l’episodio, con la percezione di non riuscire a interrompere l’assunzione di cibo o a gestirne la quantità.

    Oltre a questi aspetti, l’episodio di abbuffata deve essere associato ad almeno tre dei seguenti comportamenti:

    • Mangiare molto più rapidamente rispetto al consueto.
    • Proseguire nell’assunzione di cibo fino a raggiungere uno stato di disagio o dolore fisico.
    • Continuare a mangiare anche in assenza di fame.
    • Scegliere di mangiare da soli per evitare il disagio o l’imbarazzo legato alla quantità di cibo consumata.
    • Provare sensazioni di disgusto, senso di colpa o tristezza dopo l’episodio.

    Inoltre, è necessario che questi episodi si manifestino, in media, almeno una volta alla settimana per un periodo minimo di tre mesi consecutivi.

    Per la diagnosi di binge eating disorder esistono anche alcuni test psicometrici, tra cui la Binge Eating Scale (BES). Si tratta di un questionario che consente di analizzare sia le manifestazioni comportamentali dell’abbuffata sia gli aspetti emotivi che l’accompagnano al fine di aiutare il professionista a valutare e riconoscere i sintomi caratteristici del disturbo. 

Trattamento per il binge eating disorder: come si cura e come uscirne

  • Esistono diversi trattamenti e rimedi applicabili al binge eating disorder. Contattare un nutrizionista richiedendo una prima Visita Nutrizionistica, ad esempio, permette di cominciare un percorso con il paziente finalizzato al recupero delle abitudini alimentari corrette.

    Tuttavia è importante sottolineare che al percorso di gestione nutrizionale, va affiancato sempre un percorso psicoterapico che comincia con la Visita Psicologica o una Visita Psichiatrica.

    Tra gli approcci psicoterapeutici maggiormente utilizzati per il binge eating disorder, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia dialettico-comportamentale rappresentano gli strumenti più efficaci, in quanto possono aiutare la persona affetta dal disturbo a sviluppare nuove modalità di gestione delle emozioni, a ridurre le abbuffate e a migliorare la percezione di sé. Anche la psicoterapia psicodinamica, focalizzata sull’esplorazione delle dinamiche affettive profonde, e la terapia di gruppo possono rappresentare validi rimedi per contrastare il binge eating.

    In alcuni casi lo psichiatria può valutare l’integrazione della psicoterapia con una terapia farmacologica di supporto, avvalendosi, ad esempio, di farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) come la fluoxetina

Prevenzione del binge eating: consigli per tenere sotto controllo il disturbo

  • Affrontare le abbuffate richiede un percorso consapevole e graduale. Il primo passo è imparare ad ascoltarsi: tenere un diario alimentare può aiutare a registrare cosa si mangia e a riconoscere le emozioni e le situazioni che spesso precedono gli episodi di alimentazione incontrollata. Questo permette di identificare i fattori scatenanti e prevenirli.

    Inoltre, può essere utile regolarizzare i pasti per evitare lunghi digiuni che aumentano il rischio di abbuffate. Allo stesso tempo, è importante imparare a gestire le emozioni che spingono verso il cibo, adottando tecniche di rilassamento come la meditazione o la mindfulness.

    Anche lavorare sulla percezione del cibo, evitando di etichettarlo come “buono” o “cattivo”, aiuta a spezzare la mentalità restrittiva che alimenta le abbuffate. Infine, dedicarsi ad attività gratificanti, hobby e coltivare relazioni sociali e familiari arricchenti può aiutare a trovare fonti di piacere e benessere alternative al cibo.

Complicazioni e rischi del binge eating non trattato

  • ​Quando il binge eating disorder (BED) non viene riconosciuto e trattato in modo adeguato, può avere conseguenze importanti non solo sulla salute psicologica, ma anche sul benessere fisico generale. Una delle complicanze più frequenti è l’aumento di peso progressivo, che può sfociare in obesità. Questa condizione, a sua volta, è associata a un incremento del rischio per diverse patologie.

    Tra queste, rientrano il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, alcune neoplasie e le apnee notturne, che compromettono la qualità del sonno e, di riflesso, la salute generale. Nelle donne, l’obesità conseguente al binge eating disorder può anche provocare alterazioni del ciclo mestruale, fino all’amenorrea e infertilità.

    Inoltre, il binge eating disorder con il passare del tempo può influire in modo significativo anche sulla sfera sociale e relazionale, portando la persona affetta dal disturbo ad evitare situazioni sociali, riducendo progressivamente i contatti con amici, colleghi e familiari fino al totale isolamento, peggiorando l’ansia e la depressione legate al BED.

    Intervenire precocemente, con il supporto di figure specializzate, è quindi fondamentale per interrompere questo circolo e ritrovare il proprio benessere psico-fisico.

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2021-05-18
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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