Sintomi della gastrite

Impara a riconoscere i sintomi della gastrite per curarla in tempo

Cos’è la gastrite?

  • ​Con il termine «gastrite» si intende un processo infiammatorio - acuto o cronico - a carico dello stomaco e, in particolare, dello strato più interno del suo rivestimento, chiamato «mucosa gastrica». In condizioni normali, tale tessuto si comporta come una vera e propria barriera protettiva; tuttavia, in presenza di determinati fattori - dei quali parleremo più avanti - può indebolirsi ed assottigliarsi, divenendo via via sempre più sensibile all’azione corrosiva dell’acido gastrico. Questo processo comporta una serie di sintomi ben riconoscibili, tra cui: dolore addominale, bruciore, crampi, sensazione di pesantezza a seguito dei pasti e, in alcuni casi, nausea e vomito.

    Si tratta, comunque, di un disturbo tra i più comuni al mondo: si stima, infatti, che circa il 50% della popolazione soffra o abbia sofferto di gastrite almeno una volta nella vita.

    Inoltre, vari studi hanno evidenziato una maggiore incidenza nelle pazienti di sesso femminile e, soprattutto nei Paesi industrializzati, nei soggetti di età superiore ai 30 anni, con particolare riferimento alla fascia di età compresa tra 50 e 55 anni.

    Ad ogni modo, a prescindere dal grado di rischio - tutto sommato contenuto - correlato alla malattia, convivere con la gastrite è certamente fonte di disagio e malessere. Da non tralasciare, per altro, le possibili complicazioni,specialmente in assenza di cure adeguate e dei dovuti accorgimenti in fatto di dieta, abitudini e stile di vita.

    Per tutti questi motivi abbiamo deciso di approfondire non soltanto i principali sintomi della gastrite, ma anche le cause scatenanti, le procedure previste per la diagnosi e le modalità di trattamento (sia mediante farmaci, sia con l’aiuto di rimedi naturali). 

Gastrite acuta e gastrite cronica: quali sono le differenze?

  • ​Prima di analizzare le svariate cause e i fattori di rischio che stanno all’origine della gastrite, è necessario delineare le due modalità con cui essa può presentarsi:

    • Gastrite acuta → La gastrite viene definita acuta quando esordisce in maniera improvvisa e regredisce dopo breve tempo. In genere si manifesta in conseguenza ad un’alimentazione errata: ad esempio, dopo un pasto troppo abbondante, a seguito dell’assunzione di elevate quantità di alcolici o di sostanze irritanti.
    • Gastrite cronica → La gastrite cronica, al contrario, persiste nel tempo, sebbene con una sintomatologia più lieve rispetto alla forma acuta. L’origine va ricercata in un’infezione scatenata dal Helicobacter pylori, un batterio che trova il suo habitat ideale nella mucosa gastrica.

    Vediamo, adesso, i sintomi caratteristici della gastrite (sia acuta che cronica).

Sintomi della gastrite e possibili complicazioni

  • ​I sintomi della gastrite - tanto nella sua forma acuta, quanto in quella cronica - rimangono pressoché identici, comprendendo:

    • crampi e dolori addominali;
    • pirosi epigastrica, vale a dire il tipico «bruciore alla bocca dello stomaco»;
    • inappetenza, gonfiore e/o pesantezza a seguito dei pasti;
    • problemi digestivi;
    • flatulenza, meteorismo e alitosi;
    • nausea e vomito (presenti soprattutto nella forma acuta).

    Allora, come distinguere le due tipologie di gastrite?

    Gli elementi da considerare sono principalmente tre: l’esordio (nel primo caso improvviso, nel secondo lento e graduale); la durata (da pochi giorni ad alcune settimane se acuta, diverse settimane o addirittura mesi se cronica); l’intensità dei sintomi (medio-elevata, oppure lieve e sfumata, talvolta persino asintomatica).

    Prestare attenzione ai sintomi è essenziale per poter intraprendere da subito un trattamento mirato. Difatti, non va dimenticato che, se non curata e gestita adeguatamente, la gastrite può portare allo sviluppo di serie complicazioni:

    • formazione di ulcere- ossia ferite sanguinanti - nelle profondità dello stomaco;
    • degradazione della mucosa presente all’interno dello stomaco - detta atrofia gastrica - e conseguente carenza di vitamina B12 per mancato assorbimento;
    • carenza di ferro (propriamente detta anemia) per mancato assorbimento;
    • nei casi peggiori, polipi e tumori allo stomaco (benigni o maligni). 

Cause della gastrite e fattori scatenanti

  • Come abbiamo accennato, l’origine della gastrite può variare in base alla tipologia.

    Più precisamente, la gastrite acuta tende a scaturire da cause alimentari, come ad esempio: un pasto troppo abbondante, specie se ricco di alimenti che rallentano la digestione (es. cibi fritti, grassi, ecc.) e/o sostanze irritanti (es. cibi piccanti o speziati).

    Possono incidere anche:

    • il consumo di alcolici - soprattutto se frequente e in quantità elevate;
    • l’assunzione di farmaci, in particolare quelli che appartengono alle seguenti categorie: FANS (come l’acido acetilsalicilico o l’ibuprofene), farmaci steroidei (terapie a lungo termine a base di cortisone), bifosfonati (utilizzati per il trattamento dell’osteoporosi), antitumorali, nonché alcuni tipi di antidepressivi;
    • i periodi di forte stress fisico (es. a seguito di operazioni chirurgiche) e/o emotivo;
    • le infezioni batteriche provocate da stafilococchi, shigella, salmonella, ecc..

    Invece, tra le cause della gastrite cronica, possiamo menzionare:

    • le malattie autoimmuni;
    • le infiammazioni gastriche provocate dal batterio Helicobacter pylori;
    • i disturbi psicosomatici come il reflusso biliare;
    • patologie concomitanti (es. Morbo di Crohn, AIDS, insufficienza renale o epatica).

    Infine, per quanto riguarda i fattori di rischio, vogliamo ricordare:

    • l’abuso di alcol e/o caffè;
    • il fumo;
    • una dieta non equilibrata e, più in generale, uno stile di vita errato;
    • l’età avanzata.

Diagnosi della gastrite: visite ed esami consigliati

  • ​Per diagnosticare la gastrite, valutare la gravità dei sintomi e, al tempo stesso, assicurarsi che non sussistano ulteriori complicazioni - es. ulcere, lesioni o altri danni ai tessuti - occorre rivolgersi ad un medico specializzato in gastroenterologia.

    La prassi prevede, innanzitutto, un primo incontro atto ad esaminare la storia clinica del paziente ed a prendere nota dei sintomi da questi sperimentati (anamnesi). 

    A tal proposito, ricordiamo che è possibile prenotare una visita gastroenterologica in tempi rapidi e in qualsiasi località italiana, utilizzando la piattaforma CupSolidale.it. Attraverso una veloce ricerca sul sito, infatti, si ottiene l’elenco degli studi medici che operano nella zona indicata, nonché i relativi prezzi, indirizzi e date disponibili.

    Oltre alla visita gastroenterologica, talvolta occorre effettuare anche altri esami:

    • esame delle feci e/o test del respiro (Urea Breath Test), entrambi mirati ad individuare eventuali infezioni gastriche da Helicobacter pylori;
    • esofago-gastroduodenoscopia (o EGDs), un test invasivo da eseguire in sedazione, che consiste nell’inserimento di un tubicino (dotato di microcamera) attraverso la bocca e l’esofago, per consentire al medico di osservare le condizioni di salute di stomaco e duodeno e, quindi, rilevare in tempo reale eventuali lesioni;
    • biopsia, ovvero l’analisi istologica dei campioni di tessuto prelevati nel corso della EGDs, utile a confermare o meno la presenza del batterio Helicobacter pylori.

    Una volta ottenuti i risultati dei test, lo specialista può finalmente chiarire l’origine della gastrite, così da proporre la terapia più adatta per alleviare i sintomi e - ove possibile - per risolvere il problema alla base. Ai trattamenti farmacologici, comunque, è opportuno associare anche una serie di accorgimenti e/o modifiche dello stile di vita e delle scelte alimentari, al fine di evitare che il disturbo possa ripresentarsi in futuro.

Trattamenti per la gastrite, consigli e rimedi naturali

  • ​Il trattamento per la gastrite - e di conseguenza per i suoi sintomi - dipende dalle cause scatenanti e dalle modalità con cui si manifesta (improvvisa o graduale).

    Dunque, nel caso della gastrite acuta, le soluzioni possono includere:

    • Ridurre - o, meglio, sospendere del tutto - il consumo di bevande alcoliche, in quanto l’alcol è una sostanza notoriamente irritante per la mucosa gastrica. Se assunto con regolarità e in dosi massicce, infatti, rende i tessuti più sensibili all’azione dei succhi gastrici e riduce le quantità di bicarbonato presenti nel muco.
    • Similmente, se il problema si collega ad una dieta sbilanciata e/o all’assunzione di alimenti irritanti (es. cibi grassi o molto piccanti) o eupeptici (es. caffè, cacao, cola, guaranà, tè e matè), cioè che stimolano la produzione di succhi gastrici, accentuando il bruciore allo stomaco, occorre limitare al minimo il consumo.
    • Interrompere l’uso di FANS - qualora l’origine della gastrite sia riconducibile ad una terapia farmacologica in corso - sostituendoli con altri medicinali che non impattino sulla salute della mucosa gastrica. Se tutto ciò non è possibile, il medico può prescrivere dei gastroprotettori, in modo da controbilanciare gli effetti nocivi.
    • Se, alla base della gastrite, vi è un periodo di forte stress, occorre lavorare su questo aspetto. In che modo? Evitando tutte quelle situazioni che rischiano di mettere a repentaglio il proprio equilibrio emotivo. Oppure, qualora ciò non sia fattibile, cercando nuove strategie per gestirle in maniera funzionale (anche con l’aiuto di uno psicoterapeuta). Ricordiamo, infine, che praticare sport, come pure dedicarsi ad attività rilassanti (es. yoga, pilates, meditazione, ecc.), contribuisce ad allentare le tensioni ed a migliorare la salute psicofisica in modo significativo.

    Se necessario, il medico può prescrivere:

    • una terapia farmacologica che preveda la somministrazione di antiacidi (es. idrossido di alluminio e idrossido di magnesio), protettori della mucosa gastrica ed inibitori della pompa protonica, in grado di attenuare i tipici sintomi della gastrite (bruciore, crampi addominali, ecc.) e, al contempo, favorire la guarigione;
    • vari rimedi naturali, tra cui tisane o infusi a base di: malva, camomilla, aloe, ecc..

    Diversamente, il trattamento della gastrite cronica mira a combattere l’infezione batterica provocata, nella maggioranza dei casi, dal batterio Helicobacter pylori.

    Dunque, l’approccio non può che essere di tipo farmacologico:

    • antibiotici (in particolare amoxicillina e metronidazolo, utilizzati in combinazione);
    • IPP, ossia inibitori della pompa protonica (es. Pantoprazolo o Lansoprazolo);
    • farmaci gastroprotettori (es. Sucralfato).

    La terapia ha una durata media di 10-14 giorni e va sempre accompagnata sia da una dieta equilibrata, sia dall’astensione dal fumo e dal consumo di alcolici, caffè, ecc..

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2021-05-18
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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