Rilevata per la prima volta a gennaio, la variante Covid Arturo sembra destare preoccupazioni all’OMS soprattutto per la sua trasmissibilità. Secondo gli ultimi studi effettuati dall’Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, questo ceppo presenta tre mutazioni aggiuntive nella proteina Spike del Sars-Cov-2, tra cui la F486P: in precedenza, le varianti Omicron XBB con tale caratteristica si sono ampiamente diffuse in tutto il mondo.
Ciononostante, a livello globale, attualmente la variante più diffusa sembra essere ancora Kraken (XBB.1.5) che, tra fine marzo e inizio aprile, è stata segnalata da 96 paesi e rappresenta circa il 50,8% dei casi registrati.
In Italia, sebbene i dati raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità siano ancora in fase di consolidamento, la situazione relativa ai contagi Sars-Covid-2 caratterizzata dalle varianti discendenti da Omicron è la seguente:
- 49,5% variante Kraken XBB.1.5;
- 40,2% Gryphon XBB;
- 6,2% Cerberus BQ.1;
- 3,1% Centaurus BA.2.75;
- 1% altri lignaggi.
In linea generale, il monitoraggio attesta che l’incidenza settimanale del virus a livello nazionale è in lieve risalita: 37 casi ogni 100.000 abitanti (7-13 aprile) contro 34 casi su 100.000 abitanti (31 marzo -6 aprile) risulta invece complessivamente basso l’impatto sugli ospedali, ma con un tasso di occupazione dei posti letto in lieve aumento sia nelle aree mediche che nelle terapie intensive.
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, il Covid ha un andamento instabile con tendenza alla decrescita nel nostro Paese. Eppure, vi sono Paesi come l’India in cui la situazione non è ancora sotto controllo, come lo è invece in Italia. Grazie al fatto che la maggior parte degli italiani hanno ormai un’immunità al virus ibrida favorita dalla vaccinazione, la fluttuazione dei dati relativi alla presenza del virus nel nostro Paese è del tutto normale e non dovrebbe destare forti preoccupazioni.
Ritornando alla nuova variante Arturo, questa è stata segnalata in 22 Paesi europei ed extraeuropei, ma a esserne colpita è soprattutto l'India dove ha preso il sopravvento sulle altre varianti del ceppo Omicron. Ciò ha provocato un aumento dei contagi di oltre il 70% causando uno stato di allerta generale negli ospedali nazionali.
In linea generale, l’OMS ritiene che la variante Arturo possa provocare un potenziale aumento dei contagi, seppure non sembra comportare un aumento della gravità dei sintomi relativi al ceppo Omicron.