Botulino sintomi: come riconoscere l’intossicazione alimentare da tossina botulinica

Scopri i sintomi iniziali e neurologici del botulismo alimentare, le cause più comuni, la diagnosi e cosa fare per prevenire e intervenire subito

Botulismo alimentare: che cos’è e quanto è diffuso

  • ​Il botulismo alimentare è una rara malattia causata dalle tossine prodotte dal batterio del botulino (Clostridium botulinum). Questo batterio causa un'intossicazione che si manifesta con sintomi neuroparalitici potenzialmente molto gravi.

    Tuttavia, nei paesi sviluppati questa malattia è piuttosto rara. In Italia, in particolare, si verificano mediamente circa 40 casi l’anno. La sua caratteristica principale è che non si tratta di una classica infezione: non è il batterio in sé a provocare i sintomi, ma la tossina botulinica alimentare che può svilupparsi in determinate condizioni ambientali e arrecare danni all’organismo una volta ingerita.

    Questa tossina, infatti, agisce principalmente bloccando il segnale che i nervi inviano ai muscoli, provocando una paralisi muscolare e bloccando il rilascio di acetilcolina, un neurotrasmettitore essenziale per la contrazione muscolare. Quando questo si verifica si ha la cosiddetta paralisi flaccida, progressiva e discendente, che può colpire i muscoli respiratori e, se non tempestivamente trattata, causare la morte per soffocamento.

    Il botulino cresce e produce tossine solo quando trova un ambiente povero di ossigeno, con pH superiore a 4,5, temperatura superiore a 10°C e bassa concentrazione di sale. Per questo motivo il principale fattore di rischio è legato al consumo di conserve fatte in casa, come i sottoli e le marmellate. Le preparazioni alimentari industriali, sottoposte a controlli e standard igienico-sanitari rigorosi, invece, risultano generalmente sicure. 

Tipologie di botulismo

  • ​Il botulismo non è una malattia contagiosa e si può contrarre in forme differenti con sintomi e cause leggermente diverse:

    • Botulismo alimentare: si verifica quando si consumano alimenti contenenti la tossina già formata. I primi sintomi possono comparire dopo poche ore o giorni e interessano soprattutto il sistema nervoso.
    • Botulismo infantile: riguarda i bambini sotto l’anno di età e deriva dall’ingestione delle spore, che nel loro intestino possono germogliare e produrre tossina. Si manifesta con riduzione del tono muscolare, pianto debole, scarso appetito e stipsi. La principale causa del botulismo infantile risiede nella somministrazione precoce di miele.
    • Botulismo da ferita: si sviluppa quando le spore entrano in una lesione e producono tossina localmente. I sintomi sono simili a quelli del botulismo alimentare, ma l’esordio è più lento.
    • Botulismo da colonizzazione intestinale dell’adulto: è simile al botulismo infantile, ma si presenta in persone oltre l’anno di età con un’alterazione importante della flora intestinale. In queste condizioni, le spore possono germogliare nell’intestino e produrre tossina. I sintomi sono sovrapponibili a quelli del botulismo alimentare, con disturbi neurologici e debolezza progressiva.
    • Botulismo iatrogeno: può verificarsi in seguito a un uso improprio o a un dosaggio eccessivo della tossina botulinica impiegata in ambito medico o estetico. La tossina, infatti, viene utilizzata in modo sicuro da anni per ridurre contratture o rughe, ma se somministrata in quantità superiori al necessario può diffondersi oltre l’area trattata, causando temporanea debolezza muscolare.
    • Botulismo da inalazione: è estremamente raro e legato all’inalazione accidentale o deliberata della tossina in forma aerosolizzata. Si tratta di un evento oggetto di studio soprattutto in ambito di sicurezza e non rappresenta un rischio nella vita quotidiana. I sintomi sono analoghi alle altre forme, con interessamento del sistema nervoso e progressiva riduzione della forza muscolare.

    Tra queste tipologie la più diffusa negli adulti è proprio il botulismo alimentare che, tuttavia, può essere prevenuto efficacemente attraverso lo sviluppo di una cultura di preparazione e conservazione degli alimenti appropriata. 

Tutti i sintomi del botulismo alimentare

  • ​Il botulismo alimentare non dà sintomi immediati e ha un incubazione piuttosto lunga. Questi possono insorgere, infatti, in una finestra di tempo piuttosto ampia (da poche ore fino a 10 giorni). Tuttavia, più comunemente i sintomi del botulismo alimentare si verificano tra le 18 e le 36 ore successive al consumo dell'alimento contaminato.

    I primi sintomi dell’intossicazione da botulino sono di tipo gastroenterologico epossono essere simili a quelli di gastri​ti e gastroenteriti. Questi includono nausea, vomito, diarrea, stipsi e dolori addominali. Questa fase può far pensare a una comune intossicazione alimentare.

    Solo successivamente compaiono i sintomi neurologici del botulino che provocano:

    • Alterazione della vista, visione annebbiata, offuscata o sdoppiata (diplopia)
    • Difficoltà respiratorie;
    • Difficoltà a deglutire o a parlare;
    • Secchezza delle fauci;
    • Pupille dilatate;
    • Ptosi palpebrale, cioè palpebre cadenti che costringendo il paziente a inclinare la testa verso l’alto per riuscire a vedere meglio;
    • Difficoltà a muovere i muscoli facciali;
    • Ritenzione urinaria;
    • Paralisi, che parte prima da testa e collo e poi progredisce verso il basso;
    • Insufficienza respiratoria.

    I segni e sintomi dati dalla paralisi causata dal botulismo alimentare possono essere confusi con quelli di un ictus, tuttavia, nell'intossicazione da botulino alimentare la paralisi è sempre bilaterale. Se si sospetta di aver ingerito botulino è necessario recarsi il prima possibile al pronto soccorso e, se possibile, portare un campione dell’alimento potenzialmente contaminato. 

Sintomi del botulino nei bambini

  • ​Nei bambini al di sotto di un anno di età, i sintomi del botulino alimentare possono essere più difficilmente identificabili. Il primo segnale è spesso la stipsi persistente, che può precedere gli altri sintomi di giorni. Successivamente si osserva una riduzione del tono muscolare, con movimenti rallentati e difficoltà a mantenere la testa sollevata.

    Il pianto può diventare più debole, così come la capacità di succhiare e alimentarsi. Alcuni bambini possono mostrarsi meno reattivi, più sonnolenti o avere una minore espressività facciale. Anche la respirazione può diventare più lenta o affaticata.

    Questi segnali richiedono attenzione medica immediata, ma è importante ricordare che il botulismo infantile è raro e, se riconosciuto precocemente, può essere trattato con successo.

Botulismo alimentare: diagnosi e cura

  • ​La diagnosi del botulismo alimentare è principalmente clinica e si basa sull’osservazione attenta dei sintomi e sulla ricostruzione della storia alimentare del paziente. Data la rarità della malattia e la somiglianza iniziale dei sintomi con altre patologie neurologiche, il riconoscimento può risultare complesso. In fase precoce, infatti, il botulismo può essere confuso con alcune paralisi dovute a punture di zecche o avvelenamenti da biotossine presenti nei molluschi.

    Per questo motivo, il medico valuta con attenzione l’esordio dei sintomi, la loro progressione e l’eventuale consumo recente di conserve casalinghe, prodotti sottovuoto o alimenti potenzialmente a rischio. Il sospetto diagnostico deve poi essere confermato da analisi di laboratorio. La diagnosi laboratoristica consiste nella ricerca delle tossine botuliniche nel sangue, nelle feci o nei residui alimentari ingeriti. Parallelamente si analizza la presenza di clostridi produttori di tossina negli stessi campioni. A supporto possono essere utilizzati esami strumentali, come l’elettromiografia, utile per valutare la funzionalità di nervi e muscoli.

    Il trattamento del botulismo alimentare è mirato a due obiettivi fondamentali: neutralizzare la tossina e sostenere le funzioni vitali. La terapia specifica consiste nella somministrazione di un siero iperimmune contenente antitossine botuliniche, distribuito dal Ministero della Salute tramite la rete nazionale degli antidoti.

    Accanto alla terapia specifica, il trattamento comprende la terapia di supporto. Nei casi lievi può essere sufficiente monitorare la respirazione e assicurare una corretta idratazione.

    Nei casi più avanzati, invece, può essere necessaria la ventilazione assistita, poiché il botulismo può indebolire i muscoli respiratori. Se la deglutizione risulta compromessa, si ricorre alla nutrizione parenterale o enterale, in modo da garantire un adeguato apporto nutrizionale senza rischi di soffocamento. La decontaminazione intestinale, ad esempio con carbone attivo, può essere utilizzata nelle prime fasi per ridurre l’assorbimento della tossina.

    Il decorso è generalmente lento, perché la rigenerazione delle terminazioni nervose richiede tempo. Tuttavia, con un trattamento appropriato, la maggior parte dei pazienti va incontro a un recupero progressivo e completo, anche se nell’arco di settimane o mesi.

Come prevenire il botulismo alimentare?

  • ​Dato che il botulino negli alimenti è incolore, inodore e insapore, la prevenzione del botulismo passa principalmente da una corretta gestione delle conserve alimentari. Poiché il botulino può svilupparsi solo in assenza di ossigeno, gli alimenti freschi come insalate, pane o pasta non rappresentano un rischio. Al contrario, risultano più sensibili tutte le conserve e semi-conserve non acide o preparate senza adeguati trattamenti di acidificazione o pastorizzazione.

    In Italia, gli alimenti casalinghi più frequentemente contaminati da botulino sono le olive nere in salamoia, i funghi sott’olio, le conserve di cime di rapa e le conserve di carne o pesce, in particolare di tonno.

    Per preparare conserve vegetali sicure è fondamentale acidificare correttamente l’alimento. Una procedura efficace consiste nel cuocere le verdure in una soluzione metà acqua e metà aceto, invasare in contenitori puliti, aggiungere eventualmente olio e procedere alla pastorizzazione. La pastorizzazione in ambito domestico si ottiene immergendo i vasetti chiusi ermeticamente in acqua e portandola a bollore per 15-20 minuti nel caso di contenitori da 350-400 g.

    Per marmellate e confetture, è importante mantenere un corretto rapporto tra frutta e zucchero (circa 1:1). Se si riduce lo zucchero, è necessario aumentare l’acidità con succo di limone, per mantenere un pH inferiore a 4,6, in modo da impedire la crescita delle spore. Anche per le olive e altri prodotti in salamoia è necessario rispettare proporzioni precise: 100 g di sale per ogni litro d’acqua garantiscono condizioni sicure.

    Le conserve casalinghe di carne e pesce, invece, dovrebbero essere completamente evitate. Questi prodotti richiedono processi di sterilizzazione a 121°C sotto pressione, ottenibili solo con apparecchiature specifiche industriali.

    È utile prestare attenzione anche all’uso dei contenitori sottovuoto. Sebbene siano strumenti validi per conservare più a lungo gli alimenti, l’assenza di ossigeno può favorire condizioni adatte allo sviluppo del botulino se il cibo non è mantenuto in refrigerazione. Per questo motivo, quando si trasportano pasti preparati sottovuoto, soprattutto in estate, è consigliato utilizzare borse termiche con ghiaccio sintetico e refrigerarli fino al consumo.

    Infine, è di fondamentale importanza evitare di consumare un prodotto se il contenitore si presenta gonfio o se una volta aperto non emette il classico “clac”. Per garantire una preparazione domestica sicura, è raccomandato consultare le linee guida ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, che forniscono procedure dettagliate e validate scientificamente. Con consapevolezza e buone pratiche, la prevenzione del botulismo può essere semplice e alla portata di tutti.

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2021-05-18
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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