Vene varicose: le differenze tra i vari trattamenti e quali sono i rimedi più efficaci

Rimedi conservativi, mini invasivi o demolitivi per le vene varicose: quali sono i pro e i contro?

Vene varicose: come riconoscerle

  • ​Per vene varicose (o varici) si intende una dilatazione patologica delle vene, che si verifica prevalentemente negli arti inferiori, ma che può interessare anche altre aree.

    Le vene varicose sono facilmente riconoscibili per la forma tortuosa e, talvolta, in rilievo rispetto alla pelle, la quale tende ad assumere una tonalità tra il blu-viola e il grigio-giallastro. Sarebbe comunque improprio considerarlo soltanto un problema estetico, perché la presenza di varici può essere indice di una patologia a carico del sistema circolatorio, che può provocare una varietà di sintomi e dare il via, a lungo andare, ad una serie di spiacevoli complicazioni.

Cause e fattori di rischio

  • ​In condizioni normali, le vene hanno il compito di raccogliere il sangue “di ritorno” dai tessuti periferici - tra cui, appunto, quelli delle gambe - per farlo confluire nuovamente verso il cuore. Affinché ciò accada, è necessario non soltanto che le pareti venose risultino elastiche, ma anche che le valvole funzionino in maniera ottimale, ovvero che siano in grado di aprirsi per consentire il passaggio del sangue diretto verso il cuore e, subito dopo, richiudersi per fermarne il reflusso.

    In caso contrario - ovvero nei soggetti affetti da una progressiva perdita della funzionalità delle suddette valvole, spesso associata ad un indebolimento delle pareti venose (condizione nota come “insufficienza venosa”) - il sangue scorre in parte anche in direzione opposta, cioè verso la periferia, finendo per ristagnare all’interno dei vasi. Tale fenomeno, a sua volta, induce le vene a dilatarsi, allungarsi e deformarsi, tanto da costituire la principale causa della formazione delle varici.

    Nella maggioranza dei casi, il malfunzionamento riguarda la vena grande safena, ossia la vena superficiale più lunga ed importante del corpo umano, che ha il compito di convogliare il sangue a partire dal dorso del piede, trasportarlo attraverso la gamba e, infine, trasferirlo nella vena femorale (posta all’altezza dell’inguine).

    L’insufficienza safenica, infatti, tende a riflettersi su tutti i vasi connessi alla grande safena, esponendo l’intera gamba (incluso il piede) al rischio di sviluppare varici.

    L’incidenza della malattia varia a seconda dell’età, del sesso e della provenienza geografica: si stima, infatti, che in Africa e nei Paesi in via di sviluppo colpisca soltanto il 5% della popolazione, mentre nei Paesi industrializzati si arriva al 15-50% per gli uomini e al 20-80% per le donne, specie se in età avanzata (over 60-65).

Le vene varicose sono ereditarie?

  • Una vera e propria ereditarietà non è stata dimostrata ma l’esperienza conferma senza dubbio l’importanza della familiarità nella comparsa e nella progressione della malattia. Il sesso femminile è statisticamente più colpito di quello maschile.

    Oltre dunque alla familiarità e al sesso femminile altri fattori di rischio sono:

    • età;
    • sedentarietà;
    • sovrappeso / obesità;
    • stare in piedi per molte ore al giorno (ad esempio, a causa del lavoro svolto);
    • gravidanza (in quest’ultimo caso, le varici tendono a sparire spontaneamente dopo un breve periodo).

    Cattive abitudini

    Altri comportamenti o abitudini da evitare, per prevenire la formazione di vene varicose (o per scongiurare un ulteriore peggioramento della malattia), sono:

    • indossare indumenti troppo aderenti (pantaloni, cinture, biancheria intima, ecc.), che rischiano di ostacolare la circolazione del sangue;
    • indossare calzature con tacchi alti per diverse ore al giorno;
    • esposizione prolungata al sole e alle alte temperature;
    • bagni caldi (in quanto causano vasodilatazione);
    • stare seduti con le gambe accavallate per tante ore di fila (posizione che, secondo gli specialisti, rischia di aggravare l’insufficienza venosa);
    • cattiva alimentazione (consumare una quantità insufficiente di frutta e verdura, ad esempio, riduce l’apporto giornaliero di fibre e antiossidanti);
    • fumare.

    Buone abitudini 

    Tra le buone prassi che invece aiutano a prevenire la formazione di varici si consiglia di 

    • assumere liquidi in abbondanza, evitando però le bevande che contengono alcol (il cui consumo andrebbe moderato) o caffeina (caffè, appunto, ma anche matè e guaranà). 
    • ridurre il consumo di cibi difficilmente digeribili, specie se ad alto contenuto di sale e/o grassi (vedi, ad esempio, le fritture). 
    • via libera agli alimenti ricchi di vitamina C / E e di colore blu-viola, poiché hanno un effetto rinforzante sul sistema circolatorio.

Sintomi iniziali e possibili complicazioni

  • Come abbiamo anticipato, è scorretto trattare le vene varicose come un mero problema estetico, sebbene sia innegabile che, per un’ampia fetta di pazienti, l ’impatto sull’autostima e sulla vita sociale sia fortemente negativo.

    Dunque, come per altre patologie, è importante imparare a riconoscere sia i sintomi iniziali che, spesso, accompagnano la comparsa delle varici, sia le complicazioni che possono sorgere con il trascorrere del tempo e in assenza di cure adeguate.

    Nelle prime fasi, la sintomatologia può includere:

    • sensazione di pesantezza o indolenzimento;
    • crampi notturni;
    • bruciore alle gambe, a volte associato a gonfiore;
    • formicolio e/o prurito in corrispondenza delle varici;
    • sensazione costante di freddo alle gambe;
    • dolore che si acuisce dopo essere stati a lungo seduti o in piedi.

    Secondo alcuni pazienti, il fastidio è maggiore all’esordio della malattia, ovvero durante la formazione delle vene varicose, e si riduce a dilatazione avvenuta.

    In altri soggetti, invece, possono sorgere complicazioni ulteriori, tra cui: 

    • comparsa di macchie scure che si concentrano soprattutto nella parte inferiore della gamba, dovute alla fuoriuscita di sangue dalla vena;
    • pelle arrossata, dolente e/o indurita, talvolta con comparsa di eritema e/o eruzioni cutanee per via del prurito e del conseguente bisogno di grattarsi;
    • tromboflebite superficiale, ossia infiammazione della parete venosa, riconoscibile per la fuoriuscita di un segmento venoso dolente e indurito, intorno al quale la cute diviene arrossata e più calda del normale;
    • dermatiti ed ulcerazioni, ovvero lesioni cutanee che guariscono lentamente e con difficoltà, generalmente localizzate nella zona del malleolo;
    • rottura delle varici con sanguinamento spontaneo (o a seguito di traumi).

    Per evitare che ciò accada, è opportuno attivarsi alla comparsa delle prime varici, richiedendo subito un consulto medico. Le figure di riferimento sono principalmente due: l’ angiologo, colui che si occupa di diagnosticare e trattare - in maniera non invasiva - le patologie a carico del sistema circolatorio, comprese le vene varicose. 

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    L’altra figura di riferimento è il chirurgo vascolare che però interviene chirurgicamente sui vasi sanguigni dopo che è stata effettivamente diagnosticata una patologia vascolare.

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Principali rimedi per le vene varicose

  • Ad oggi non esiste un metodo garantito per eliminare le vene varicose in via definitiva. Tuttavia, è possibile agire concretamente sui sintomi e, al contempo, sottoporre il paziente ad uno o più trattamenti mirati, in modo da ridurre sia i disagi sperimentati a livello fisico, sia l’impatto estetico e psicologico della malattia.

    Per semplificare, possiamo raggruppare le cure disponibili in tre categorie:

    1. Trattamenti conservativi: comprendono soluzioni e strategie volte a gestire i sintomi e prevenire il peggioramento delle vene varicose senza ricorrere a interventi chirurgici. Fanno parte di questa categoria: 
      • Elasticompressione
      • Cambiamenti nello stile di vita (dieta e sport)
      • Terapia farmacologica (uso di farmaci antinfiammatori, flebotonici)

    2. Metodi non invasivi: tutte quelle procedure e trattamenti che non richiedono incisioni cutanee o interventi chirurgici e comportano tempi di recupero più brevi rispetto ai metodi invasivi. Questi metodi spesso coinvolgono l'uso di tecniche come: 
      • Scleroterapia
      • Terapia laser endovenosa (EVLT)

    3. Metodi invasivi: tutte quelle procedure chirurgiche che comportano incisioni cutanee e manipolazioni dei tessuti per rimuovere o trattare le vene varicose e vanno eseguiti in anestesia locale o totale.
      ​Questi metodi proprio perché più invasivi e comportano rischi maggiori rispetto ai trattamenti non invasivi. Questi metodi includono:
      • Chirurgia endoscopica venosa
      • Stripping chirurgico (safenectomia)
      • Flebectomia ambulatoriale

    Di seguito esamineremo i principali e i più diffusi metodi di trattamento delle vene varicose.

Trattamenti per le vene varicose: qual è il più efficace?

  • Prima di proseguire, è importante chiarire che non esiste un approccio univocamente migliore per trattare le vene varicose, che sono la manifestazione estetica di un problema di circolazione venosa.

    Piuttosto, prima di scegliere il percorso terapeutico da seguire, è opportuno analizzare diversi elementi - uno tra tutti: lo stadio di avanzamento della patologia, ma anche l’età e le condizioni generali di salute del paziente - con l’aiuto del proprio specialista di fiducia.

    Tale processo, solitamente, prevede:

    • eco-color-doppler, un esame che permette di valutare il funzionamento e l’integrità delle vene profonde.
    • anamnesi ed osservazione da parte del medico (angiologo), al fine di rilevare capillari espansi, gonfiore alle caviglie, problemi cutanei (es. lesioni, eczema) ed altri sintomi tipici, nonché eventuali complicazioni.

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    Vediamo, perciò, più nel dettaglio i vari trattamenti (ambulatoriali o chirurgici) per le vene varicose, descrivendo per ciascuno la tipologia di procedura impiegata, i potenziali rischi e benefici nonché l'efficacia osservata in base alle casistiche più note.

    Tuttavia è essenziale consultare un medico specializzato per valutare attentamente le opzioni e scegliere il trattamento più adatto alla propria situazione specifica.

Elasticompressione

  • ​L'elastocompressione è una tecnica terapeutica comunemente utilizzata per la gestione di varie condizioni venose, inclusa l'insufficienza venosa cronica e le vene varicose. Spesso vissute con disagio e fastidio, in realtà le calze elastiche sono uno strumento importantissimo e determinante per la prevenzione e la cura di tutte le malattie venose (e delle relative complicazioni).

    IN COSA CONSISTE: 

    La terapia elasto-compressiva si basa sull’utilizzo di apposite calze elastiche in grado di esercitare una compressione graduale a partire dai piedi e dalle caviglie (massima), per allentarsi via via all’altezza delle ginocchia (70%), poi della coscia (il 40%) fino all’addome (10%). L’obiettivo è stimolare la risalita del sangue lungo la gamba, evitando che si formino punti di ristagno nella zona inferiore.

    BENEFICI:

    1. Miglioramento della circolazione sanguigna: Aiuta a spingere il sangue verso l'alto, prevenendo il ristagno nelle vene delle gambe.

    2. Riduzione del gonfiore e del dolore: Può alleviare i sintomi di pesantezza, dolore e gonfiore alle gambe, tipici dell'insufficienza venosa.

    3. Prevenzione delle complicazioni: L'uso regolare di dispositivi di compressione può prevenire la progressione delle vene varicose e ridurre il rischio di ulcere venose.

    SVANTAGGI

    1. Disconfort e difficoltà di utilizzo: Alcuni pazienti possono trovare le calze difficili da indossare o scomode, specialmente in climi caldi.

    2. Compressione eccessiva: Se la compressione è troppo forte o se il dispositivo non è della dimensione corretta, può causare problemi di circolazione o disagio.

    3. Problemi cutanei: Un uso prolungato può portare a irritazioni della pelle o a dermatiti, soprattutto se la pelle non è mantenuta asciutta e pulita.

    EFFICACIA:

    È considerato un trattamento di base e un metodo di supporto importante per quasi tutti i pazienti con insufficienza venosa cronica. Nonostante possa offrire benefici limitati in casi severi, è stata dimostrata la sua utilità nel contrastare la formazione di edemi (anche nel paziente sano costretto, magari per lavoro, a restare molte ore in piedi o seduto). L’uso delle calze elastiche è fondamentale durante la terapia medica, nel decorso post-operatorio e come supporto alla terapia sclerosante. Inoltre fungono da strumento di prevenzione per i soggetti a rischio o in fase iniziale della malattia: sono in grado di ritardare di molti anni, se non addirittura di evitare, la sua comparsa. 

CHIVA

  • ​Il metodo CHIVA, acronimo di "Conservatrice Hémodynamique de l'Insuffisance Veineuse en Ambulatoire (Cura Conservativa dell’Insufficienza Venosa Cronica Emodinamica), è un approccio terapeutico alternativo per il trattamento delle vene varicose. Si basa su un principio conservativo e emodinamico, che mira a preservare le vene mentre si corregge il flusso sanguigno anormale causato dall'insufficienza venosa.

    Principi del metodo CHIVA

    1. Conservazione delle vene: Invece di rimuovere o distruggere le vene varicose, CHIVA si concentra sulla conservazione della vena, che può essere utile per il flusso sanguigno futuro o per eventuali bypass arteriosi.
    2. Correzione del flusso sanguigno: Attraverso una serie di legature strategicamente posizionate lungo la vena, CHIVA ridirige il flusso sanguigno dalle vene malate verso le vene sane, riducendo la pressione sulle vene varicose.

    IN COSA CONSISTE:

    Il trattamento CHIVA viene eseguito sotto guida ecografica. Il chirurgo identifica i punti dove il reflusso sanguigno è più problematico e applica legature (legamenti chirurgici) per ridirigere il flusso di sangue. La procedura è minimamente invasiva, generalmente eseguita in anestesia locale e consente ai pazienti una rapida ripresa.​

    BENEFICI: ​

    • Riduzione del rischio: Poiché le vene non vengono rimosse, c'è meno rischio di danni ai nervi o ad altre strutture.
    • Recupero rapido: I pazienti possono spesso tornare alle attività quotidiane quasi immediatamente dopo il trattamento.
    • Utilità a lungo termine delle vene: Le vene conservate (le safene) possono essere utili per futuri trattamenti medici.

    Il metodo CHIVA è considerato conservativo in quanto non rimuove le vene, ma modifica la dinamica del flusso sanguigno per ridurre la pressione e i sintomi delle vene varicose. È importante discutere con un medico specializzato per determinare se CHIVA o una sua variante può essere adatta per il trattamento delle vene varicose in base alla condizione specifica del paziente.

    RISCHI:

    Anche se è considerato meno invasivo rispetto ad altri interventi chirurgici demolitivi, come l'ablazione o la flebectomia, presenta comunque alcuni potenziali rischi e svantaggi:

    1. Recidiva: Una delle principali preoccupazioni relative al metodo CHIVA è il tasso di recidiva delle vene varicose. Poiché le vene non vengono rimosse ma solo manipolate per migliorare il flusso sanguigno, esiste la possibilità che le vene varicose possano ricomparire o persistere dopo il trattamento.
    2. Necessità di più interventi: Alcuni pazienti potrebbero aver bisogno di più di una sessione di trattamento per ottenere risultati ottimali, specialmente in casi di insufficienza venosa complessa o estesa.
    3. Inefficacia in alcuni casi: Il metodo CHIVA si basa su un'accurata mappatura del flusso sanguigno anormale e sulla correzione di questo flusso. Se la mappatura non è accurata o il piano di trattamento non viene seguito correttamente, il metodo potrebbe non essere efficace.
    4. Rischi legati all’intervento: Come con qualsiasi procedura chirurgica, esistono rischi associati all'anestesia locale, alle infezioni, al sanguinamento e alla formazione di ematomi.
    5. Sintomi temporanei: Dopo il trattamento, i pazienti possono sperimentare dolore, gonfiore o ecchimosi nella zona trattata, anche se questi sintomi sono generalmente temporanei.
    6. Complicanze rare: Anche se rare, ci possono essere complicazioni come danni ai nervi vicini o trombosi venosa profonda.

    EFFICACIA:​

    • Riduzione dei sintomi: Studi hanno mostrato che CHIVA è efficace nel ridurre i sintomi dell'insufficienza venosa, come dolore, gonfiore e stanchezza delle gambe.
    • Tassi di successo: Le ricerche indicano che CHIVA ha tassi di successo comparabili ad altri trattamenti invasivi, con il vantaggio aggiuntivo di conservare le vene, il che può essere utile per eventuali trattamenti futuri.
    • Benefici a lungo termine: Diversi studi hanno riportato una buona efficacia a lungo termine del metodo CHIVA, con bassi tassi di ricomparsa delle varici quando comparati con le tecniche di stripping venoso.

Scleroterapia

  • La scleroterapia è un trattamento comune per le vene varicose e le teleangectasie (comunemente note come vene a ragno). Questo metodo consiste nell'iniettare una soluzione chimica o una schiuma all'interno delle vene malate per provocare una reazione infiammatoria che porta alla cicatrizzazione e alla chiusura delle vene stesse. Con il tempo, la vena trattata si trasforma in tessuto fibroso e gradualmente scompare.

    IN COSA CONSISTE:

    La scleroterapia viene eseguita ambulatorialmente, generalmente senza la necessità di anestesia. Il medico inietta direttamente nelle vene un agente sclerosante, che può essere una soluzione salina o una schiuma speciale, a seconda del calibro della vena e della preferenza del medico. La procedura dura tipicamente da 15 a 30 minuti, a seconda del numero di vene da trattare.

    BENEFICI:

    • Efficienza nel trattamento: È particolarmente efficace per eliminare vene varicose di piccole e medie dimensioni e vene a ragno, migliorando l'aspetto estetico e alleviando i sintomi associati.
    • Minimamente invasivo: Non richiede incisioni o anestesia generale, e i pazienti possono tornare alle attività quotidiane subito dopo il trattamento.
    • Risultati visibili: I miglioramenti possono essere visti già dopo alcune settimane dal trattamento, e il processo continua a migliorare nei mesi successivi.

    RISCHI:

    • Reazioni allergiche: Raramente, i pazienti possono sviluppare reazioni allergiche all'agente sclerosante.
    • Pigmentazione della pelle: Alcuni pazienti possono notare delle aree di pigmentazione scura lungo il percorso della vena trattata, che di solito scompaiono entro qualche mese.
    • Formazione di coaguli di sangue: C'è un piccolo rischio di formazione di coaguli di sangue nelle vene profonde, che potrebbero necessitare di trattamento medico.
    • Recidive: Il rischio di recidive dopo la scleroterapia è una considerazione importante per chi valuta questo trattamento per le vene varicose o le teleangectasie. La scleroterapia tratta efficacemente le vene specifiche in cui viene iniettato l'agente sclerosante, ma non impedisce la formazione di nuove vene varicose in altre aree. 
    • Manutenzione: Alcuni pazienti possono richiedere sessioni di mantenimento per trattare nuove aree che si sviluppano o per ritoccare le aree precedentemente trattate che non hanno risposto completamente.

    EFFICACIA:

    • Riduzione dei sintomi: Molti pazienti riferiscono un notevole miglioramento nei sintomi come dolore, bruciore e gonfiore.
    • Risultati a lungo termine: La maggior parte delle vene trattate con scleroterapia non ricompare. Tuttavia, nuove vene varicose possono svilupparsi in altre aree.

    La scleroterapia è riconosciuta come un trattamento efficace per le vene varicose e le vene a ragno, ma, come per qualsiasi procedura medica, è importante discutere con un medico specializzato per valutare se è l'opzione di trattamento più appropriata per la situazione specifica del paziente.

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TRAP

  • ​La Terapia Rigenerativa Ambulatoriale Polidocanolica (TRAP) mira a ristrutturare la vena piuttosto che chiuderla completamente. Questo metodo si differenzia da altre forme di trattamento delle vene varicose, come la scleroterapia tradizionale o il laser, che lavorano per chiudere o eliminare la vena varicosa.

    IN COSA CONSISTE

    La TRAP utilizza il polidocanolo in modo che, quando viene iniettato nella vena, non mira a occludere completamente la vena, ma piuttosto a stimolare un processo di guarigione e rinforzo. La sostanza iniettata riporta il vaso al suo calibro originale. In questo senso, la TRAP può essere descritta come una tecnica che modifica la vena piuttosto che rimuoverla. Questo può comportare un miglioramento nella circolazione attraverso la vena e una riduzione del reflusso venoso, che è spesso la causa sottostante dell'insufficienza venosa e delle vene varicose.

    BENEFICI​

    • Minimamente invasivo: A differenza di trattamenti più invasivi, come la chirurgia, la TRAP è ambulatoriale e di solito i pazienti possono riprendere le loro attività quotidiane subito dopo il trattamento.
    • Efficacia nel trattamento: È particolarmente efficace nel trattare le vene varicose di grandi dimensioni e può essere utilizzata anche per quelle di medie dimensioni che non sono idonee per trattamenti come la scleroterapia liquida.
    • Riduzione dei sintomi: Molti pazienti riferiscono un miglioramento significativo nei sintomi associati alle vene varicose, come dolore, gonfiore e pesantezza delle gambe. 

    RISCHI:

    • Reazioni allergiche: Sebbene rare, possono verificarsi reazioni allergiche al polidocanolo.
    • Formazione di coaguli di sangue: C'è un rischio di tromboflebiti superficiali, dove si formano coaguli di sangue nelle vene superficiali trattate.

    Pigmentazione della pelle: Alcuni pazienti possono sperimentare una pigmentazione temporanea lungo il decorso della vena trattata.

    EFFICACIA:

    • Successo a lungo termine: La TRAP mostrerebbe buoni risultati nel trattamento delle vene varicose con un basso tasso di recidiva, particolarmente quando confrontata con metodi più tradizionali di scleroterapia.
    • Riduzione della necessità di interventi ripetuti: Rispetto ad altri trattamenti, la TRAP ridurrebbe la necessità di sessioni multiple di trattamento.

    NOTA BENE: Alcuni esperti si dichiarano scettici riguardo alla solidità delle prove che supportano l'efficacia e la sicurezza della TRAP. Non essendo uno dei trattamenti principali e ampiamente studiati come la scleroterapia tradizionale o la chirurgia, la TRAP potrebbe non essere discussa ampiamente nella letteratura medica principale. Gli esperti che preferiscono basare i loro trattamenti su evidenze consolidate potrebbero non considerare la TRAP come la prima scelta. Quindi il consiglio è di rivolgersi al proprio medico o all’angiologo per ulteriori e più dettagliate informazioni.

Laser Terapia

  • La terapia laser endovenosa (EVLT) può essere utilizzata sia per trattare le varici che la vena safena. Il trattamento è adattabile e può essere applicato a diverse vene che presentano insufficienza venosa, a seconda della necessità del paziente.

    COME SI SVOLGE: 

    Trattamento della Safena

    La procedura coinvolge l'inserimento di un catetere con una fibra laser all'interno della vena safena sotto guida ecografica. Il laser viene attivato per chiudere e collassare la vena, deviando il flusso sanguigno verso vene più sane.

    Trattamento delle Varici

    Per varici più grandi e sottocutanee, la terapia laser endovenosa è più appropriata. Il processo è simile a quello descritto per le vene safene, dove il calore del laser chiude la vena varicosa.

    BENEFICI: 

    • Minimamente invasivo: La procedura è meno invasiva rispetto alla chirurgia convenzionale (stripping), con minor dolore e tempo di recupero.
    • Recupero rapido: I pazienti possono di solito riprendere le normali attività in breve tempo, spesso il giorno stesso del trattamento.
    • Miglioramento estetico e dei sintomi: Riduce visibilmente le vene varicose e allevia sintomi come dolore, gonfiore e pesantezza delle gambe.
    • Alta efficacia: La maggior parte dei pazienti riferisce un significativo miglioramento della sintomatologia e dell'aspetto estetico.

    Rischi

    • Complicazioni immediate: Include possibile dolore, gonfiore e lividi nella zona trattata.
    • Danni ai nervi: Sebbene raro, il calore del laser può causare danni ai nervi vicini alla vena trattata.
    • Tromboflebite: Infiammazione e possibile formazione di coaguli di sangue nella vena trattata.
    • Recidive: Come con altri trattamenti, c'è sempre una possibilità che le vene varicose possano ricomparire in altre zone.

    NOTA BENE: l’uso del laser per curare le varici ha riscosso un forte successo negli ultimi anni e, ancora oggi, numerosi specialisti affermano che si tratti del “gold standard” delle terapie per la patologia varicosa.

    Di contro, alcuni angiologi supportati da studi scientifici sull’argomento ritengono che i risultati del laser come cura delle vene varicose siano insufficienti e/o di breve durata, per cui il dibattito all’interno della comunità medica è ancora aperto.

    Per quanto riguarda l’uso estetico, il laser di ultima generazione a basso dosaggio può risultare assai efficace nel trattamento dei capillari rossi più sottili, superificiali o per quelli del viso. Anche in tal caso, la procedura viene eseguita sotto guida ecografica e in anestesia locale, il che riduce di gran lunga i tempi di ripresa e i rischi per il paziente.

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Trattamenti chirurgici per le vene varicose

  • ​Veniamo, infine ad elencare e descrivere le procedure chirurgiche più usate per rimuovere le vene varicose. Rispetto alle metodologie finora descritte, risultano certamente più “impegnative” per il paziente. Durante l’intervento, eseguito in anestesia locale o generale, il chirurgo vascolare va a rimuovere - per intero o in parte, a seconda dell’entità del danno e/o della tecnica utilizzata - il vaso malfunzionante.

    Per valutare le opzioni esistenti e stabilire quale intervento chirurgico sia più adatto per il proprio caso, occorre prenotare un consulto con uno specialista

    Ad oggi è possibile ricorrere alle seguenti procedure chirurgiche:

    Flebectomia:

    ​La flebectomia, conosciuta anche come flebectomia ambulatoriale o metodo di Muller, è una procedura chirurgica utilizzata per rimuovere le vene varicose superficiali.

    IN COSA CONSISTE

    Durante l'intervento, il medico pratica piccole incisioni o punture sulla pelle, spesso meno di 2-3 mm, attraverso le quali vengono estratti tramite ganci chirurgici uno o più tratti venosi danneggiati, successivamente le due parti a monte e a valle vengono ricongiunte tramite by-pass.

    Le incisioni sono talmente piccole che generalmente non necessitano di sutura e guariscono con cicatrici minime.

    L’intervento si svolge in anestesia locale o totale, a seconda di quanto sia estesa l’area colpita dalla malattia e/o del numero di vene da rimuovere con tale metodo.

    BENEFICI:

    • Riduzione immediata dei sintomi associati alle vene varicose, come dolore e gonfiore.
    • Miglioramento estetico significativo, dato che le vene visibili vengono rimosse.
    • Recupero rapido, permettendo ai pazienti di ritornare alle normali attività quasi subito.

    RISCHI: 

    • Complicazioni minori come lividi, gonfiore e dolore temporaneo nel sito delle incisioni.
    • Raramente, possono verificarsi infezioni o danni ai nervi superficiali, risultando in sensazioni di formicolio o intorpidimento.
    • In casi isolati, c'è il rischio di trombosi venosa profonda.
    • Può causare discromie o comparsa di capillari.

    EFFICACIA:​

    • ​La flebectomia è generalmente molto efficace nel rimuovere le vene visibili e nel migliorare i sintomi in quei pazienti che non rispondono a trattamenti meno invasivi. 
    • La procedura può essere combinata con altre terapie, come la scleroterapia, per ottimizzare i risultati e trattare un'ampia gamma di problematiche venose.

    Stripping 

    Nel caso in cui sia necessario asportare la safena, si procede con un intervento chirurgico chiamato Stripping, da considerarsi però come ultima ratio - e non come via preferenziale per la cura delle varici.

    IN COSA CONSISTE:

    Durante l'intervento, la vena malata viene completamente rimossa. Il chirurgo effettua una piccola incisione vicino all'inguine e un'altra vicino al ginocchio o alla caviglia, inserisce un filo speciale o una sonda nella vena e la estrae delicatamente.

    BENEFICI:

    • Eliminazione permanente della vena varicosa, prevenendo la ricomparsa dei sintomi nella vena trattata.
    • Miglioramento sintomatico significativo, con riduzione del dolore e del gonfiore.
    • Risultati a lungo termine per la funzionalità venosa migliorata nelle aree trattate.

    RISCHI: 

    • Non è raccomandata per pazienti con problemi di mobilità, malattie cardiache gravi, o per chi è a rischio di trombosi venosa profonda.
    • Può non essere adatta per pazienti anziani o per quelli che hanno avuto precedenti complicazioni con interventi chirurgici.
    • Dolore, ecchimosi e gonfiore post-operatorio.
    • Rischi legati all'anestesia.
    • Possibili complicazioni a lungo termine come cicatrici visibili, infezioni, trombosi venosa profonda e, raramente, danni ai nervi adiacenti.
    • Altre vene possono diventare varicose con il tempo, quindi potrebbero essere necessari ulteriori trattamenti.

    EFFICACIA:

    • Lo stripping è molto efficace nel rimuovere le vene varicose e prevenire la loro ricomparsa nella zona trattata, con tassi di successo elevati nel migliorare i sintomi e la qualità della vita.

    NOTA BENE: Va detto che negli ultimi anni, si tende a sconsigliare l’intervento chirurgico, da molti considerato oltre che invasivo anche poco utile, in favore di tecniche conservative e/o mini-invasive. L'eliminazione della safena da molti angiologi è oggigiorno considerata una pratica non necessaria se non in casi estremi. 

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2024-04-29
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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