I sintomi sospetti dell’osteoporosi: prevenzione, diagnosi e cura

Cos’è l’osteoporosi? Sintomi iniziali, cause, come si diagnostica e come si cura.

Osteoporosi, una malattia al femminile

  • ​L’osteoporosi è una malattia ossea debilitante che colpisce un vasto numero di persone in tutto il mondo. Essa comporta una graduale riduzione della massa e densità ossea, incrementando la fragilità delle ossa ed esponendo l’apparato scheletrico a un maggiore rischio di fratture.

    L’osteoporosi rappresenta una delle più grandi sfide per la salute pubblica, poiché coinvolge oltre 200 milioni di persone di differente età, sesso e provenienza. In Italia, questa condizione affligge 5 milioni di persone, di cui l’80% sono donne dopo la menopausa.

    Saper riconoscere in tempo i sintomi dell’osteoporosi è determinante per un trattamento adeguato ed efficace, così come è importante sapere come prevenire la malattia.

    Scopriamo dunque cos’è l’osteoporosi, quali sono i sintomi, come si previene il disturbo e a chi rivolgersi per curarla.

Cos’è l’osteoporosi? Osteoporosi primaria e secondaria differenze

  • ​L’osteoporosi è una malattia cronica che colpisce l’apparato scheletrico, alterandone la struttura, la resistenza e aumentando il rischio di fatture. Il termine osteoporosi, infatti, significa “osso poroso” e sta a indicare la progressiva riduzione della massa ossea (ovvero della sua componente minerale) e il suo graduale deterioramento.

    Esistono due tipi principali di osteoporosi:

    • L’osteoporosi primaria è la forma più comune che solitamente colpisce gli anziani e le donne dopo la menopausa. Oltre il 95% dei casi di osteoporosi femminile e l’80% di quella maschile sono dovuti a osteoporosi primaria.
    • L’osteoporosi secondaria è meno frequente rispetto alla forma primaria e può colpire soggetti di tutte le fasce d'età, dai bambini agli adulti.

    La distinzione principale tra osteoporosi primaria e secondaria risiede nelle diverse cause sottostanti che conducono all’indebolimento dello scheletro. Tuttavia, entrambe le forme di osteoporosi hanno in comune alcuni sintomi e conseguenze, tra cui dolori ossei, fragilità ossea e la possibilità di fratture.

    Nonostante quello che si possa pensare, è importante chiarire che l'osteoporosi primaria non è un processo naturale legato all'invecchiamento.

    Nel corso della vita, infatti, le ossa subiscono un processo naturale di rimodellamento in cui il tessuto osseo vecchio o danneggiato viene rimosso dalle cellule osteoclasti e un nuovo tessuto osseo viene creato dalle cellule osteoblasti. Quando invecchiamo, l’attività degli osteoclasti tende a essere più elevata rispetto a quella degli osteoblasti, portando a una fisiologica perdita di massa ossea. La massa non è altro che la densità minerale delle ossa, dovuta alla quantità di calcio e altri minerali presenti al loro interno.

    L’osteoporosi si verifica quindi quando la perdita di massa ossea diventa eccessiva e patologica. A questo proposito, esiste anche l’osteoporosi giovanile idiopatica, che può essere di tipo primario o secondario.

    Andiamo più nel dettaglio individuando le cause e i sintomi relativi all’osteoporosi primaria e secondaria.

Le cause dell’osteoporosi

  • ​Nonostante la similitudine dei sintomi, osteoporosi primaria e secondaria presentano cause molto differenti tra loro.

    L’osteoporosi primaria è di natura genetica ed ereditaria. Si tratta di una condizione degenerativa che si sviluppa con l’età: di solito appare tra i 50 e 70 anni. La sua insorgenza può essere influenzata dal naturale calo produttivo degli estrogeni, un fenomeno tipico della menopausa, che aumenta la fragilità scheletrica e comporta una rapida perdita di massa ossea.

    Non a caso, l’incidenza di osteoporosi femminile è maggiore rispetto a quella maschile. In Italia si stima che circa 5 milioni di persone siano affette da osteoporosi primaria, di cui l’80% donne in post-menopausa.

    L'osteoporosi secondaria, invece, può essere originata da diverse condizioni fisiche, tra cui una corporatura molto esile o la gravidanza (nota come osteoporosi gravidica), nonché da patologie preesistenti come malattie genetiche o malattie dell’apparato endocrino (ipertiroidismo, sindrome di Cushing, acromegalia, deficit dell’ormone della crescita, ecc.), quelle infiammatorie croniche, le neuro-muscolari con la riduzione della capacità di movimento, le malattie autoimmuni sistemiche o altre condizioni, tra cui sindromi da malassorbimento e bronchiti croniche quando ostruttive, oppure sottoposte a terapie di deprivazione estrogenica e androgenica, terapie immunosoppressive o trattamenti con glucocorticoidi. Inoltre, alcune terapie farmacologiche, come quelle immunosoppressive o ormonali, possono avere un impatto negativo sulla densità ossea.

    Questa forma di osteoporosi non è degenerativa. Quando la causa sottostante viene identificata e trattata, è possibile prevenire ulteriori perdite di massa ossea e, in alcuni casi, migliorarne la densità.

    Esistono poi diversi fattori di rischio che possono aumentare le probabilità di sviluppare entrambi i tipi di osteoporosi, tra i quali:

    • Alimentazione sbilanciata e carente di vitamina D;
    • Disturbi alimentari come bulimia e anoressia;
    • Consumo eccessivo di alcool;
    • Tabagismo;
    • Sedentarietà;
    • Osteopenia, senza sintomi in fase iniziale (ovvero la riduzione della densità minerale nelle ossa);
    • Asportazione delle ovaie.

    Ma come ci si accorge di avere l’osteoporosi?

Osteoporosi: sintomi iniziali, fisici e dolori caratteristici della malattia

  • ​I sintomi iniziali più comuni dell’osteoporosi, indipendentemente dalla sua forma, includono:

    • Fragilità scheletrica;
    • Dolori ossei, articolari e muscolari, localizzati di frequente su collo e ginocchia;
    • Fratture improvvise, prevalentemente di polso, anca, femore e vertebre della schiena.

    Tuttavia, va sottolineato che in genere si tratta di una patologia silente. Molte persone non sanno di esserne affette finché non si verificano fratture spontanee, non dovute a traumi, che di solito sono segnali di uno stadio avanzato della malattia.

    Riconoscere in anticipo l’osteoporosi è molto difficile. Eppure, nello stadio iniziale della malattia, possono emergere sintomi fisici che talvolta sono associati ai cambiamenti della densità ossea, pertanto rappresentano dei veri e propri campanelli d’allarme. Tra questi:

    • Il ritiro delle gengive, che può indicare una graduale perdita dell’osso mascellare;
    • Forza di presa ridotta, ovvero la percezione di avere una minor forza nella presa delle mani;
    • Unghie fragili e soggette a rottura;
    • Dolore profondo e continuo alla schiena, un fastidio perenne o un male sordo, spesso sottovalutati, che potrebbero essere segno di fratture vertebrali.

    Inoltre, ci sono dei casi in cui sarebbe bene eseguire gli esami diagnostici anche in anticipo rispetto ai tempi soliti, per esempio:

    • ​se si hanno familiari affetti da osteoporosi;
    • ci sono state fratture da fragilità avvenute dopo i 40 anni;
    • menopausa precoce (specie se dovuta alla rimozione chirurgica delle ovaie);
    • prolungata interruzione del ciclo mestruale prima dei 50 anni;
    • riduzione del desiderio e/o disfunzione erettile nell’uomo;
    • utilizzo di farmaci quali cortisone, inibitori della pompa protonica o dell’aromatasi per un periodo superiore a sei mesi.

    Infine, nonostante l’osteoporosi e l’osteopenia siano due condizioni mediche distinte, possono condividere fattori di rischio e sintomi comuni, come il dolore al femore e la fragilità ossea.

    Questa sovrapposizione può talvolta confondere la diagnosi. Tuttavia l’osteoporosi si concentra sulla perdita di densità ossea e la fragilità ossea, mentre l’osteopenia è strettamente legata alla riduzione dei sali minerali nelle ossa. 

Quali problemi causa l’osteoporosi?

  • ​L'osteoporosi è una condizione patologica che colpisce le ossa e, fin dai suoi primi sintomi, può portare a una serie di conseguenze sulla salute e sulla qualità di vita delle persone che ne sono affette.

    Questa malattia, sia nella forma primaria che in quella secondaria, si caratterizza per la perdita di massa ossea e la conseguente fragilità scheletrica, causando una serie di problematiche quali:

    • Fratture ossee frequenti, sia improvvise che dovute sia a traumi leggeri o cadute.
    • Dolori Ossei costanti;
    • Perdita di Altezza nel tempo, causata dalla compressione delle vertebre spinali;
    • Postura curva, in conseguenza a fratture vertebrali multiple;
    • Riduzione della Mobilità e, nei casi più gravi, invalidità motoria.

    Da non sottovalutare, poi, le conseguenze psicologiche che il dolore dei sintomi dell’osteoporosi provocano su chi ne è affetto. La malattia, infatti, si rivela invalidante non solo per il fisico ma anche per la psiche.

Osteoporosi: come diagnosticare la malattia

  • Lo specialista a cui rivolgersi per una diagnosi di osteoporosi è l’endocrinologo che, dopo un’attenta anamnesi del paziente, procederà con un esame fisico concentrandosi su eventuali sintomi che potrebbero suggerire la presenza della malattia (ad esempio postura storta e cifosi).

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    La visita endocrinologica prosegue con la prescrizione di specifici esami diagnostici per valutare la salute e densità delle ossa, quali:

    • Densitometria ossea ecografica
    • MOC

    La Densitometria Ossea Ecografica (DBUS) usa gli ultrasuoni ad alta frequenza e viene utilizzata per misurare la quantità di calcio e altri minerali che rendono l'osso duro, rigido e resistente. È generalmente impiegata per valutare la densità ossea in parti periferiche del corpo, come il tallone o il radio distale dell'avambraccio.

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    La MOC (DXA) invece utilizza i raggi X a bassa intensità. Anche questo esame diagnostico viene usato per misurare la densità minerale ossea in aree specifiche del corpo, tramite MOC al calcagno, MOC lombare e femorale. Si tratta però di un test estremamente sensibile, in grado di rilevare eventuali variazioni nella densità ossea nel corso del tempo. A differenza della Densitometria, la MOC espone i pazienti alle radiazioni ionizzanti, pertanto può non essere adatta a tutti.

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    I valori misurati da entrambi gli esami sono quindi relativi alla densità ossea e vengono espressi i T-score e Z-score. I primi sono un riferimento per i pazienti con età superiore ai 50 anni, i secondi per i pazienti più giovani tra i 25 e 30 anni. Generalmente, una densità ossea viene definita normale quando i suoi valori sono superiori a -1, bassa se è tra -1/-2.5 e in osteoporosi se inferiore a -2.5.

    Oltre alla Densitometria e alla MOC, l’endocrinologo può prescrivere al paziente degli esami del sangue per rilevare i livelli di calcio, di vitamina D e di alcuni ormoni (come estrogeni e testosterone).

    Poiché l’osteoporosi è spesso silente, o presenta sintomi fisici difficilmente riconoscibili nella sua fase iniziale, l’importanza della diagnosi precoce unita alla prevenzione diventa cruciale. Un primo passo in questa direzione può essere fatto prenotando un video consulto endocrinologico presso centri specializzati nel trattamento dell’osteoporosi e le malattie ossee. 

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Come curare l’osteoporosi e come prevenire le patologie ossee

  • ​La cura più utilizzata per l’osteoporosi e i suoi sintomi prevede solitamente l’assunzione di farmaci antiriassorbitivi come i bifosfonati, agenti anabolici e farmaci SERM come il raloxifene, i quali possono essere prescritti sia a scopo preventivo che terapeutico. Al fine di evitare effetti collaterali dall’assunzione di farmaci per l’osteoporosi, il medico dovrà sempre valutare la tollerabilità del paziente rispetto alla cura prescritta.

    Anche l’integrazione della vitamina D può essere un valido sostegno alla cura, poiché aiuta l’organismo ad assorbire il calcio e, di conseguenza, a mineralizzare le ossa fragili.

    Sotto programmazione fisioterapica possono poi essere integrati esercizi di resistenza, come la camminata, salire e scendere le scale e il nuoto, utili ad aumentare la densità delle ossa e il tono muscolare.

    Tutti questi trattamenti aiutano la condizione di osteoporosi a regredire, riducendo i sintomi e migliorando quindi la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti.

    Per il trattamento delle fratture causate da osteoporosi, invece, vengono utilizzati antidolorifici e quando necessario si effettuano ingessature o interventi chirurgici. Nel caso di anca fratturata, l’articolazione viene stabilizzata e in seguito viene operata la sostituzione chirurgica di parte o tutta l’anca.

    Riguardo alla prevenzione dell’osteoporosi, si agisce principalmente sui fattori di rischio che possono influenzare la salute delle ossa. Una buona strategia preventiva può essere quella che contempla:

    • Alimentazione completa ed equilibrata, che includa una dieta con varietà di alimenti, tra cui verdure, pesce e cibi ricchi di nutrienti essenziali come calcio, vitamina D, magnesio, fosforo, vitamina K e vitamina C. Questi nutrienti sono fondamentali per mantenere la salute delle ossa.
    • Ginnastica regolare, tramite esercizi come la camminata, la corsa leggera, il sollevamento pesi e le attività aerobiche ad alta intensità, può stimolare la formazione ossea e migliorare la densità scheletrica.
    • Riduzione del consumo di alcool e sigarette, che a lungo andare rendono le ossa più fragili e porose.
    • Assunzione di integratori come rimedi per supportare la dieta e coadiuvare la terapia osteoporotica. Un buon integratore dovrebbe contenere: Un buon integratore per osteoporosi, dovrebbe contenere: calcio; Vitamina D – K – C, Magnesio, Zinco e Boro.

    Infine, è importante ricordare che non tutte le patologie ossee possono essere prevenute allo stesso modo. Ad esempio, per l’artrosi (che riguarda prettamente le articolazioni) non è consigliata un’attività fisica che contempla movimenti ripetitivi come il sollevamento pesi. Pertanto, è opportuno evitare di sollevare carichi eccessivi e ripetuti e ridurre tutte le attività ad alto impatto articolare (come la corsa). Al contrario, è meglio optare per l’allenamento aerobico e sport come il nuoto che limita il carico sulle articolazioni.

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2023-10-06
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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