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Con l'inverno alle porte inizia anche la stagione influenzale ma quando bisogna sospettare che invece si tratti di Covid-19? Elenchiamo qui tutte le differenze a cui stare attenti.
Con l'autunno oramai nel vivo e l'avvicinarsi dell'inverno, inizia anche la stagione influenzale: è ormai un'abitudine convivere in questi lunghi mesi con i sintomi dell’influenza. Tuttavia, quest'anno la situazione sarà più complicata.
Infatti, riconoscere se una persona ha contratto il Covid-19 o una semplice influenza non è facile come potrebbe sembrare, poiché spesso la sintomatologia è molto simile. Basti pensare che sia il Coronavirus che l'influenza sono malattie respiratorie contagiose. Ciononostante sono causate da virus diversi, ciò significa che tra i due ci sono delle differenze. Imparare a riconoscerli potrebbe essere d'aiuto per evitare momenti di panico vani.
Partiamo con l'analizzare le caratteristiche più comuni che fanno comprendere immediatamente di essere influenzati:
Inoltre, spesso i pazienti avvertiranno il naso che cola, il naso chiuso oppure mal di gola. In altri casi, come per i bambini, si verifica la diarrea. In nessun caso si manifesta una mancanza di respiro, che come più avanti vedremo, è, invece, una prerogativa del covid.
Proprio il raffreddore comunque è il sintomo influenzale più comune: si presenta ovviamente con gli starnuti, dolori diffusi, naso che cola o naso chiuso. In taluni casi è accompagnato anche da stanchezza e tosse leggera, mentre è raro che quando si ha il raffreddore si abbia la febbre o mal di testa. In aggiunta, i raffreddori non si presentano quasi mai con la diarrea. Certamente i sintomi si palesano in modo graduale.
Poniamo ora l'attenzione sui i sintomi più comuni del coronavirus:
Mentre i sintomi più rari sono:
Eppure, l’infezione provocata dal virus Sars-Cov-2 si manifesta negli individui spesso con segni caratteristici a cui è necessario fare molta attenzione:
Dunque, tra il Coronavirus e l'influenza ci sono numerose differenze, non sempre evidenti. Innanzitutto, come già accennato, il Covid-19 è causato da un nuovo coronavirus chiamato SARS-CoV-2, mentre l’influenza è causata dai virus dell’influenza A e B.
Come distinguere il Covid dall’influenza? Un’importante differenza sta nel fatto, come accennato poc’anzi, dell’alterazione di due sensi, il gusto e l’olfatto: nella storia dell’influenza non ci sono mai state manifestazioni di questo tipologia. Ciò sicuramente aiuta nella diagnosi.
Inoltre, i sintomi da Covid compaiono generalmente da 2 a 14 giorni dopo l’esposizione. Invece, i sintomi dell'influenza generalmente si manifestano da 1 a 4 giorni dopo l’esposizione. Il Coronavirus inoltre è più contagioso e sembra più trasmissibile dell’influenza di stagione.
Oltre a ciò, le complicazioni legate ad esempio alla comparsa di lesioni polmonari, trombi ematici o malattia infiammatoria a livello sistemico, sono certamente più consueti con il Covid che con l’influenza. Basti pensare al tasso di mortalità più alto da quando il coronavirus si è diffuso nel mondo.
Altra importante differenza tra il Covid e l’influenza è che quando si è affetti dalla seconda non viene riscontrata quella mancanza di respiro o quella sensazione di fiato corto e di oppressione al torace che caratterizza il Covid.
L’influenza può essere trattata con farmaci antivirali, mentre i ricercatori stanno ancora studiando i trattamenti adatti a curare il Covid. Tanto è vero che al momento nessun farmaco antivirale è stato approvato per il trattamento. Solo i vaccini sono la strada per poterlo sconfiggere, in quanto sono in grado di ridurre la gravità del virus, facendo sì che il corpo umano possa generare gli anticorpi.
Tuttavia, sia il SARS-CoV-2 che il virus influenzale si diffondono nello stesso modo da persona a persona, quando sono in stretto contatto tra loro. Tutti e due i virus si diffondono grazie a delle piccole particelle liquide (droplets) prodotte nel momento in cui le persone malate tossiscono, starnutiscono o parlano. Queste particelle sono di varie dimensioni, dalle più grandi goccioline respiratorie fino ai più piccoli aerosol. I droplets comunemente prodotti starnutendo hanno, infatti, un diametro superiore ai 5 micron. Essendo relativamente grandi, esse risultano pesanti, per cui tendono a cadere in tempi rapidi. Si differenziano dagli aerosol, in quante le goccioline di quest’ultimi sono microscopiche (<5 μm). Motivo per il quale possono rimanere sospesi nell'aria per lunghi periodi di tempo, facendo sì che sia più facile inalarle. Le particelle possono finire nella bocca, nel naso o negli occhi delle altre persone che si trovano nelle vicinanze oppure possono finire direttamente nei polmoni.
L’infezione da Covid-19 si trasmette molto facilmente, è sufficiente un semplice contatto fisico, una stretta di mano ma può bastare anche venire a contatto con una superficie o un oggetto su cui il virus si è depositato portandosi poi le mani alla bocca, al naso, agli occhi.
I virus in genere si diffondono più facilmente al chiuso o in ambienti affollati, poiché essendo un'entità biologica con caratteristiche di parassita obbligato, restando su oggetti o superfici, è più facile che riesca a replicarsi all'interno delle cellule degli organismi, passando da un individuo all'altro
Dopo aver analizzato le principali caratteristiche del Coronavirus, è importante anche porre lo sguardo sulle mutazioni di questo virus. In particolar modo sulla variante Delta che negli ultimi mesi sta allarmando tutto il mondo. Infatti, la domanda più comune è: il raffreddore è un sintomo del Covid?
Questo dubbio nasce dal fatto che la variante Delta ha avuto un esordio caratterizzato da una sintomatologia molto simile all’influenza, ossia il raffreddore con il naso che cola e lo starnuto. Gli studiosi hanno notato che le persone, anche se già vaccinate, che sono risultate positive al Covid-19 hanno più frequentemente segnalato gli starnuti come sintomo.
Uno studio inglese ha poi evidenziato come la durata dei sintomi sia stata più breve nelle persone già vaccinate, anche con una sola dose, rispetto a chi non aveva ancora ricevuto la somministrazione del vaccino.
Tuttavia, oltre allo starnuto che potrebbe creare timore e incertezza nel paziente, la maggior parte delle volte la variante Delta è accompagnata anche da sintomi come tosse, mal di testa, mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza.
Nonostante la disamina sinora effettuata, può succedere di farsi sopraffare dall’ansia, specialmente se si considera che il Covid-19 convive con noi da ormai quasi 2 anni. Per cui, in caso di dubbi e incertezze, il consiglio è quello in primis di rivolgersi al proprio medico di famiglia, senza dimenticarsi di tutte le azioni di responsabilità quotidiane, come: igienizzare frequentemente le mani, primo strumento di contagio del virus, mantenere quanto più possibile la distanza di 1 metro ed indossare sempre la mascherina, sino ad isolarsi autonomamente fino a che non si sia chiarita la situazione, per non mettere a rischio gli altri, compresi i propri familiari.
Non a caso, molti studiosi affermano che l'obiettivo di queste azioni cautelari è quello di limitare la diffusione del Covid-19, rendendolo quanto più debole possibile.
L'invito è sempre quello di non farsi prendere dal panico, ma, laddove si sospetti, anche erroneamente o per ansia, un’infezione Covid-19, l’esame diagnostico più adatto è il tampone molecolare (per prenotarlo velocemente e senza attese nella tua città clicca su TAMPONE MOLECOLARE NEI DINTORNI)
È chiaro, infatti, che un’ostruzione nasale molto forte altererà olfatto e gusto in maniera piuttosto similare a quanto farebbe l’infezione da Coronavirus, rendendo complicato riuscire a distinguere le malattie. Per cui, diventa necessario in questi casi fare un tampone faringeo, grazie al quale si potrà quantomeno riuscire ad escludere (o accertare) l’ipotesi Covid-19.
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