Sclerodermia: una malattia ancora poco conosciuta

Cos'è la sclerodermia, quali sono le cause della malattia, come si manifesta e le cure dopo la diagnosi.

I numeri della Sclerodermia in Italia: l’incidenza sulla popolazione

  • ​Il 29 giugno si celebra la ​13°Giornata mondiale della Sclerodermia, conosciuta anche con il nome di Sclerosi Sistemica. Tale ricorrenza deve la sua nascita al primo convegno internazionale sulla malattia, tenutosi a Firenze nel febbraio 2010, a cui hanno partecipato esperti provenienti da tutto il mondo in memoria dell’artista svizzero Paul Klee, affetto da sclerodermia sistemica e morto il 29 giugno 1940.

    La Sclerodermia o Sclerosi Sistemica è una malattia autoimmune del tessuto connettivo rara, dall’andamento cronico, che può coinvolgere la pelle e, nei casi più gravi, colpire perfino gli organi interni. Oggi solo in Italia ne soffrono circa 25.000 persone, con maggiore incidenza tra i 45 e i 65 anni di età. A esserne colpite sono soprattutto le donne, con un rapporto di 7:1 nei casi in cui la malattia fa la sua apparizione prima dei 50 anni.

    Nonostante il numero delle persone che ne è affetto sia rilevante, si parla ancora poco di questa patologia che, in alcuni casi, può rivelarsi invalidante e avere gravi conseguenze.

    Approfondiamo l’argomento e, in particolare vediamo più da vicino, cos’è la sclerodermia, quali possono esserne le cause e come riconoscere e diagnosticare tale malattia per iniziare una terapia mirata.

Cos’è la sclerodermia?

  • ​La sclerodermia è una rara malattia cronica di tipo infiammatorio e autoimmune. Il suo nome deriva dal greco antico skleròs derma,che significa letteralmente “pelle dura”.

    Questa patologia, infatti, colpisce il tessuto connettivo. Generalmente si caratterizza per un ispessimento e indurimento anomalo della cute (fibrosi) in aree più o meno ampie del corpo. Tuttavia, può colpire anche gli organi interni come polmoni, cuore, apparato digerente e reni.

    Per via di queste caratteristiche, si distinguono quindi due forme principali di sclerodermia:

    • Sclerodermia localizzata cutanea, che coinvolge aree più o meno estese della pelle causando indurimento e perdita di elasticità. Ciò si verifica a causa dell’iperattivazione delle cellule fibroblasti, la cui eccessiva attività porta a una produzione e sistemazione anomala del collagene a livello dei tessuti organici.
    • Sclerodermia sistemica o sclerosi sistemica, che può colpire pelle, organi interni (quali muscoli, polmoni, cuore, apparato digerente, reni, articolazioni e sistema nervoso) e influenzare la circolazione sanguigna. Le sue manifestazioni possono essere in forma cutanea limitata, diffusa o con sindromi di associazione ad altre connettiviti.

    Nella variante localizzata, la malattia non è mortale ma può essere invalidante per l’aspetto della cute che appare più spessa e dura. Viceversa, la variante sistemica quando si manifesta in forma grave può provocare complicazioni potenzialmente mortali.

Sclerodermia: le cause della malattia

  • Dagli ultimi dati pubblicati sul portale della Lega Italiana Sclerosi Sistemica, la sclerodermia sembra insorgere con maggiore incidenza tra i 45 e i 65 anni di età e colpire soprattutto il sesso femminile. Nel nostro Paese a soffrirne sono circa 25.000 persone e i nuovi casi stimati si attestano sulle migliaia.

    Attualmente, le cause della sclerodermia sono ancora sconosciute, tuttavia si può affermare che si tratta di una malattia acquisita e non contagiosa. Essa rientra nell’ampio gruppo delle connettiviti di tipo multifattoriale ma con base genetica e, a seconda dell’area colpita, può variare per gravità e decorso.

    Ritornando alle cause della sclerodermia, è stato ipotizzato che anche alcuni fattori ambientali potrebbero innescare la comparsa della sclerodermia nei soggetti geneticamente predisposti. L’esposizione a solventi organici, tossine o agenti microbici può quindi contribuire allo sviluppo della malattia.

    Sono invece numerosi gli studi condotti sulle alterazioni dell’organismo affetto da sclerodermia – riportate nella Guida pratica per pazienti con sclerodermia redatta dall’ANMAR –, i quali hanno focalizzato la loro attenzione su tre fattori principali:

    • Alterazioni dei vasi sanguigni: le arterie di media e piccola grandezza sono soggette a un restringimento graduale e a una perdita di elasticità. Questo altera il normale flusso sanguigno che non arriva in maniera uniforme ai tessuti dell’organismo. Infatti, la maggior parte dei pazienti con sclerodermia riscontra un cambiamento di colore delle dita (fenomeno di Raynaud). Tale alterazione può apparire anche a livello degli organi interni.
    • Alterazioni del sistema immunitario: nelle persone affette da sclerodermia si verifica una disregolazione del sistema immunitario con l’attivazione di risposte infiammatorie e pro-fibrotiche. L’eccessiva produzione di anticorpi (ad esempio anti-centromero o anti-Scl70) è un’ulteriore conferma dell’affezione sclerodermica.
    • Alterazioni fibrotiche: il collagene è una proteina normalmente presente nella pelle, che viene prodotta da cellule denominate fibroblasti. In presenza di sclerodermia i fibroblasti si attivano producendo una quantità eccessiva di collagene, che provoca un accumulo di tessuto connettivo (il fenomeno è chiamato fibrosi) il quale si deposita su cute e organi riducendone elasticità e funzionalità.


    Rispetto alla malattia localizzata, che anche nei casi più avanzati si concentra a livello cutaneo, la sclerodermia sistemica  può portare a serie complicazioni respiratorie e al decesso.

Come si manifesta la sclerodermia? I sintomi iniziali

  • Tra i sintomi iniziali della sclerodermia, quello più frequente è il fenomeno di Raynaud. Come accennato in precedenza, questa sintomatologia consiste nel cambiamento del colore dei tessuti localizzati nelle estremità corporee e colpisce in particolar modo le dita. Le immagini della sclerodermia alle mani, infatti, mostrano spesso dita livide (rosso-bluastre) o di alcuni toni più pallidi (bianco-giallastro) rispetto al normale colore della pelle.

    Il fenomeno di Raynaud può presentarsi soprattutto dopo l’esposizione a basse temperature, in cui il cambio di colore si fa più evidente.

    Vi sono poi altre alterazioni fisiche che possono rappresentare sintomi di sclerodermia, ad esempio:

    • Ispessimento della pelle;
    • Tumefazione delle dita;
    • Ulcere cutanee delle estremità corporee;
    • Debolezza muscolare e infiammazione delle articolazioni;
    • Presenza di anticorpi specifici nel sangue;
    • Teleangectasie, ovvero alterazioni dei capillari. 

    Infine alcuni pazienti (circa il 17-29%) affetti dalla variante limitata di sclerosi sistemica, possono essere soggetti alla sindrome di Sjögren. In questi casi, i sintomi più comuni di sclerodermia incrociata alla sindrome di Sjögren sono occhi secchi, gonfiore delle ghiandole parotidi e neuropatia periferica sensoriale che comporta pizzicore e senso di intorpidimento localizzato.
    In linea generale, l’accertamento della malattia è abbastanza facile da formulare in presenza del fenomeno di Raynaud, di ispessimento cutaneo o di ipertensione polmonare. Nondimeno, quello su cui è importante puntare è la diagnosi precoce della malattia, in modo da poterne controllare adeguatamente l’evoluzione.

Diagnosi e cura della sclerodermia

  • ​Per individuare la sclerodermia e inquadrare tipologia e avanzamento, è necessario rivolgersi a un medico reumatologo.

    Quest’ultimo può essere consultato anche solo per una consulenza non diagnostica, qualora si sospetti una malattia reumatica o insorgano sintomi che possono causare apprensione nel paziente. In tutti questi casi è possibile richiedere un Video Consulto con un reumatologo, che non costituisce una visita specialistica ma rappresenta un momento di confronto sulle condizioni di salute del paziente al momento della telefonata.

    In questa circostanza è anche possibile individuare i primi segnali della sclerodermia.

    Lo specialista allora, dopo un’accurata anamnesi, procederà in prima istanza con una capillaroscopia, ovvero una tecnica diagnostica non invasiva che serve ad analizzare lo stato dei capillari sanguigni del tessuto posizionato attorno alle unghie delle mani. Normalmente i capillari delle mani appaiono sottili e regolari nella forma, ma in fase pre e/o sclerodermica si presentano difformi e dilatati.

    Tuttavia, dato che la sclerodermia può assumere varie forme e colpire aree diverse dell’organismo, a questo esame potrebbero essere associati altri test per una prognosi maggiormente esaustiva, come:

    Verificata la presenza della patologia, il reumatologo procede con la prescrizione della terapia più adatta. 

Cure e trattamenti contro la sclerodermia

  • ​Benché, ad oggi, non esistano cure definitive in grado di guarire dalla sclerodermia, i trattamenti e le terapie impiegate servono a contenere i sintomi delle parti affette ed evitare o ritardare le complicanze, riducendo così il rischio che la malattia si aggravi e danneggi irreparabilmente alcuni organi.

    A tale scopo, le terapie impiegate possono essere di tipo cosmetico, farmacologico e chirurgico. Nello specifico, i protocolli di cura della Sclerodermia comprendono la somministrazione di:

    • Impacchi, creme e detergenti appositi per trattare la cute;
    • Terapia chirurgica per la pulizia delle lesioni ulcerose;
    • Vasodilatatori per migliorare la circolazione sanguigna dei piccoli vasi e di ridurre la pressione;
    • Antiaritmici al fine di tenere sotto controllo le aritmie cardiache;
    • Procinetici e antiacidi per contrastare il bruciore di stomaco;
    • Antinfiammatori e immunosoppressori per trattare le sintomatologie dell’apparato muscolo-scheletrico e viscerale.

    A questo, si aggiunge un corretto approccio individuale che riguarda accorgimenti da adottare e lo stile di vita da mantenere. In particolare, i medici raccomandano di:

    • mantenere la temperatura degli ambienti abitati sui 20 °C;
    • coprire sempre le estremità del corpo;
    • monitorare regolarmente il piano nutrizionale e mangiare cibi provenienti da tutti i diversi gruppi alimentari cercando di neutralizzare, quando necessario, il reflusso gastroesofageo;
    • evitare l’esposizione diretta al sole e utilizzare sempre una protezione a schermo totale;

    Infine, fare esercizio fisico al fine di stimolare la mobilità degli arti può essere un utile trattamento aggiuntivo da associare alle terapie farmacologiche e fisioterapiche, oltre che alle buone abitudini sopra citate. 

Quali sono le aspettative di vita dei pazienti con sclerodermia?

  • ​Le aspettative di vita di coloro che sono affetti da sclerodermia dipendono dalla forma della malattia (localizzata o sistemica) e dalla sua gravità.

    Infatti, nonostante siano in corso degli studi per l’individuazione di terapie più efficaci per il trattamento della patologia, maggiori sono le complicazioni e più si riduce la possibilità di sopravvivenza oltre un decennio dalla diagnosi.

    Nello specifico, se la malattia si presenta in forma lieve e rimane localizzata al tessuto cutaneo, il tasso di sopravvivenza oltre i 10 anni è molto alto (80-90% dei casi) e i pazienti possono auspicare a una qualità della vita medio-alta. Al contrario, coloro che sviluppano una forma più acuta della patologia o il cui quadro clinico viene peggiorato dall’insorgenza di complicazioni (ipertensione arteriosa polmonare, fibrosi intestinale o crisi renali) vedranno l’aspettativa di vita ridursi drasticamente a 6 o addirittura 3 anni.

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2023-06-28
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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