Visita Ginecologica + Pap Test + Ecografia Transvaginale

Tutto su Visita Ginecologica + Pap Test + Ecografia Transvaginale: cos'è, perché si fa, come si svolge, cosa valuta e come arrivare preparati.

Visita Ginecologica in cosa consiste?

La ginecologia si occupa della salute della donna in tutte le sue fasce d’età: dalla pubertà, alla gravidanza, alla menopausa e nel periodo post-menopausa. Rappresenta il ramo della medicina che si occupa dell’apparato sessuale e riproduttivo femminile, sia per la parte fisiologica che per quella patologica. 

La visita ginecologica può essere effettuata come prevenzione periodica delle patologie dell'apparato genitale femminile, per i dolori pelvici, per la prescrizione della terapia anticoncezionale o per perdite ematiche in post-menopausa, irregolarità delle mestruazioni, monitoraggio cisti ovariche, controllo delle ovaie, controllo rima endometriale durante l’assunzione di terapia ormonale e controllo in gravidanza. Può trattarsi di un controllo periodico che diventa anche l'occasione per fare prevenzione secondaria di tumori del collo dell'utero, fibromi o endometriosi pelvica attraverso l'esecuzione di un Pap Test

Prevede sempre un'anamnesi approfondita, da parte del ginecologo o ginecologa la quale è seguita dalla visita ginecologica vera e propria, che prevede l'esame dei genitali esterni, l'esplorazione vaginale e l'esame del seno. A volte può essere eseguito anche un controllo ecografico (in alcuni casi attraverso un'ecografia transvaginale) che permette di valutare lo stato di salute dell'utero o di verificare un sospetto di gravidanza in fasi molto precoci della gestazione. Inoltre viene effettuata la visita ginecologica interna, per mestruazioni e rapporti sessuali e possono essere richiesti esami come il pap test, l'isteroscopia e la colposcopia.

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Domande Frequenti su Visita Ginecologica + Pap Test + Ecografia Transvaginale

In generale, una visita ginecologica di controllo è consigliata almeno una volta all'anno. La prima visita è raccomandata intorno ai 15-20 anni, comunque all'inizio dell'attività sessuale. Il Pap test è consigliato ogni tre anni, a partire dai 21 anni o dall'inizio dell'attività sessuale, e può essere combinato con il test dell'HPV dopo i 30 anni. In assenza di sintomi, è importante mantenere questa frequenza per la prevenzione e il monitoraggio della salute riproduttiva.

Il Pap test è generalmente raccomandato in Italia per le donne a partire dai 25 anni fino ai 64 anni, con una frequenza di circa ogni 3 anni. Prima dei 25 anni, infatti, lo screening non è consigliato perché il sistema immunitario è più efficiente e molte alterazioni regrediscono spontaneamente. Tuttavia, alcune linee guida suggeriscono di effettuare il primo Pap test non oltre i 21 anni o all’inizio dell’attività sessuale. Per le donne vaccinate contro l'HPV con almeno due dosi prima dei 15 anni, il primo test di screening può essere posticipato a 30 anni. Dopo i 64 anni, di norma, lo screening non è più raccomandato salvo casi specifici di rischio. In sintesi, come indicazione generale, è corretto iniziare lo screening con il Pap test a 25 anni in donne sessualmente attive, ripetendolo ogni 3 anni fino ai 64 anni, mentre per le ragazze vaccinate giovanissime l'inizio può essere posticipato a 30 anni.

Il Pap test non è doloroso in senso stretto, ma può risultare leggermente fastidioso durante la visita ginecologica. Durante l’esame il medico inserisce uno speculum in vagina per prelevare alcune cellule dal collo dell’utero con uno strumento piccolo e morbido, e questa procedura può causare una sensazione di pressione o fastidio passeggero. In alcune donne, soprattutto con condizioni particolari come endometriosi, vaginismo o vulvodinia, o in presenza di tensione muscolare e stress, il fastidio può essere più evidente o percepito come dolore. È normale che dopo l’esame si possano avvertire lievi dolori nella parte bassa dell’addome o leggere perdite di sangue. Comunicare eventuali paure o disagi al medico permette di rendere l’esperienza più confortevole. Nel complesso, il Pap test dura pochi minuti ed è fondamentale per la prevenzione del tumore del collo dell’utero.

Per prepararsi a una visita ginecologica con Pap test, è importante:

  • Non sottoporsi all'esame durante le mestruazioni (almeno 5 giorni prima o dopo).

  • Evitare rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti.

  • Non utilizzare lavande vaginali, ovuli o creme almeno nei 2-3 giorni precedenti.

  • Portare i referti degli ultimi esami e un calendario mestruale annotato.

  • Non ci sono particolari indicazioni per la depilazione; è una scelta personale.

  • È consigliabile effettuare esami di routine come pressione arteriosa e peso corporeo durante la visita.

Una visita ginecologica con Pap test è necessaria se si presentano sintomi come dolori pelvici persistenti, perdite vaginali anomale (per colore, consistenza o odore), disturbi del ciclo mestruale (irregolarità, mestruazioni dolorose o abbondanti), prurito o bruciore vaginale, e sanguinamenti vaginali tra un ciclo e l'altro. Inoltre, il Pap test è consigliato a partire dai primi rapporti sessuali o intorno ai 25 anni, ripetendolo ogni 3 anni per la prevenzione del tumore al collo dell'utero.

La differenza principale tra Pap test e HPV test riguarda cosa ciascuno ricerca: il Pap test analizza le cellule prelevate dalla cervice per individuare eventuali alterazioni o lesioni cellulari precancerose o cancerose, mentre l’HPV test cerca direttamente la presenza del virus HPV, in particolare i ceppi ad alto rischio che possono causare queste alterazioni.

In pratica, l’HPV test rileva se c’è un'infezione da papillomavirus prima che si sviluppino lesioni, quindi è più sensibile nel predire il rischio futuro di tumori, ma meno specifico perché può identificare infezioni che si risolvono spontaneamente senza causare danni. Il Pap test invece individua già lesioni o cambiamenti cellulari causati dall’HPV o altre cause.

L’HPV test è indicato generalmente per donne dai 30 anni in su, perché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono frequenti e spesso transitorie; il Pap test invece è consigliato dai 25 anni. Entrambi i test possono essere eseguiti insieme (co-testing) per aumentare la capacità di diagnosi precoce.

Sintetizzando:

  • Pap test: ricerca alterazioni cellulari.

  • HPV test: ricerca la presenza del virus ad alto rischio.

  • Indicazioni di età e frequenza diversi.

  • HPV test anticipa il Pap test nella previsione del rischio di tumore.

Il Pap test non si può eseguire durante il ciclo mestruale, perché il sangue mestruale interferisce con la lettura e l'analisi del campione, compromettendo l'affidabilità del risultato. In generale, si consiglia di effettuare l’esame almeno 5 giorni dopo la fine del ciclo mestruale, oppure 5 giorni prima dell'inizio previsto delle mestruazioni. Inoltre, per una corretta preparazione, è consigliato astenersi da rapporti sessuali nelle 24-48 ore prima del test e evitare l’uso di ovuli, creme vaginali o lavande nei giorni precedenti. L’esame è semplice, rapido, indolore e può essere eseguito anche durante la gravidanza, così come in presenza di contraccettivi intrauterini o orali.

Come indicazione generale, i rapporti sessuali recenti possono interferire con il risultato del Pap test, specialmente se avvenuti nelle 48 ore precedenti. Questo è dovuto alla possibile presenza di tracce di liquido seminale, lubrificanti o altri prodotti che potrebbero alterare la qualità del campione e falsare l'esito. Tuttavia, se si utilizza un preservativo e non si usano prodotti intravaginali, il rischio di compromettere il test è minore. Per evitare dubbi, è raccomandabile astenersi dai rapporti sessuali almeno 24/48 ore prima dell'esame.

La visita ginecologica non comprende sempre il Pap test: si tratta di due esami distinti, anche se spesso sono associati durante lo stesso appuntamento. La visita ginecologica serve a valutare lo stato generale della salute genitale femminile e può includere, oltre al colloquio con il medico, l’esame dei genitali esterni, l’ecografia pelvica o transvaginale, la palpazione e, se necessario, un’esplorazione vaginale con speculum. Il Pap test, invece, è specificamente rivolto alla prevenzione del tumore della cervice uterina e si effettua prelevando cellule dal collo dell’utero; questo esame è consigliato generalmente a partire dai 25 anni, ogni 3–5 anni a seconda delle linee guida locali e dell’eventuale integrazione con il test HPV.

Indicazione generale: se il Pap test è previsto per età e indicazione clinica, viene eseguito durante la visita ginecologica, ma non è una parte obbligatoria di ogni visita. È fondamentale discuterne con il proprio ginecologo, che saprà consigliare la frequenza e la necessità degli esami in base alle specifiche esigenze della paziente.

Dopo una visita ginecologica e un Pap test, si possono riprendere immediatamente le normali attività quotidiane senza particolari limitazioni. Il Pap test non è doloroso e, sebbene qualche volta possa causare lievi perdite di sangue nei giorni successivi, queste non impediscono di svolgere le normali mansioni. È comunque consigliato evitare rapporti sessuali o l’uso di lavande vaginali, ovuli o creme vaginali almeno nelle 48 ore precedenti il Pap test per non alterare i risultati. In caso di visite più invasive, come l'isteroscopia diagnostica, è raccomandato astenersi dai rapporti sessuali per circa 7 giorni per prevenire infezioni, ma si può tornare ai normali impegni lavorativi dopo 24 ore. In generale, la visita ginecologica dura circa mezz’ora e non richiede tempi di recupero specifici.

L'esecuzione del Pap test durante una visita dura generalmente pochi minuti, al massimo 5 minuti. Questo esame è veloce e non doloroso, anche se alcune pazienti possono avvertire un leggero fastidio. Non sono richieste osservazioni dopo l'esame, pertanto si può tornare immediatamente a casa. Per ottimizzare i risultati, è consigliabile evitare rapporti sessuali e lavande vaginali nelle 24 ore precedenti all'esame e effettuarlo almeno 5 giorni dopo la fine del ciclo mestruale.

Sì, il Pap test è necessario anche in menopausa, almeno fino ai 65 anni, anche se la donna non ha più rapporti sessuali. L’esame conserva il suo ruolo fondamentale nella prevenzione del tumore del collo dell’utero, poiché l’infezione da HPV può rimanere silente per molti anni prima di manifestarsi, e alcune rare forme tumorali possono svilupparsi indipendentemente dall’attività sessuale. Inoltre, il Pap test può fornire informazioni utili non solo sulla cervice, ma talvolta anche sull’endometrio, offrendo una visione più ampia della salute pelvica.

Indicazione generale:
Tutte le donne in menopausa dovrebbero continuare a sottoporsi al Pap test con la frequenza consigliata dal proprio ginecologo (in genere ogni 3 anni se i precedenti esami sono stati negativi). L’interruzione dello screening è raccomandata solo dopo i 65 anni se i controlli precedenti sono sempre risultati normali e non ci sono stati episodi di Pap test anormali negli ultimi 10 anni. Se invece la donna ha la spiccata anamnesi di Pap test alterati, lesioni pre-cancerose pregresse, o non ha effettuato controlli regolari, la sorveglianza va proseguita oltre i 65 anni.

Eccezione importante:
Se la donna ha subito un’isterectomia totale con asportazione del collo dell’utero e non ha avuto in passato lesioni in quella sede, il Pap test non è più necessario; diversamente, se la cervice è ancora presente, lo screening va continuato.

In sintesi:
Il Pap test rimane essenziale dopo la menopausa, fino ai 65 anni e oltre se indicato dal medico, indipendentemente dall’attività sessuale o dalla condizione ormonale, per garantire una prevenzione efficace del tumore cervicale.

Il Pap test è uno strumento fondamentale per la prevenzione del tumore al collo dell’utero, perché consente di individuare precocemente alterazioni cellulari (displasie) che possono precedere di molti anni la comparsa del cancro vero e proprio, quando la malattia è ancora asintomatica.
Indicazione generale: tutte le donne, anche se sane e senza sintomi, dovrebbero eseguire il Pap test regolarmente a partire dai 25 anni, ogni 3 anni.
Il test è semplice, rapido e non doloroso: si effettua prelevando un campione di cellule dal collo dell’utero durante una banale visita ginecologica; il campione viene poi analizzato al microscopio per individuare eventuali anomalie.
Se vengono riscontrate cellule anomale, non significa necessariamente che ci sia un tumore, ma segnalano la necessità di approfondimenti e, se necessario, trattamenti precoci che possono prevenire l’evoluzione verso il cancro.
Il Pap test può anche rilevare infezioni da HPV (papillomavirus umano), principale causa del tumore cervicale, benché non sia un test specifico per questo virus.
Negli ultimi decenni, la diffusione del Pap test come screening di massa ha permesso di ridurre la mortalità per tumore del collo dell’utero fino all’80%.
Oltre al Pap test, a partire dai 30 anni è raccomandato l’HPV test ogni 5 anni, ancora più efficace nel rilevare le donne a rischio.
In sintesi, il Pap test è un esame di prevenzione essenziale, che può salvare la vita: seguire il calendario degli screening è la strategia più efficace per la diagnosi precoce e la cura tempestiva del tumore del collo dell’utero.

Non esistono vere e proprie controindicazioni al Pap test: è un esame sicuro, semplice e indolore che può essere eseguito anche in gravidanza e menopausa. L’unica situazione in cui il test non va eseguito è durante le mestruazioni, poiché il flusso mestruale può alterare la lettura del campione; si consiglia quindi di effettuarlo almeno 3 giorni dopo la fine del ciclo. Prima dell’esame è meglio evitare rapporti sessuali per 24-48 ore, così come l’uso di lavande vaginali, creme, deodoranti intimi o farmaci vaginali (come candelette o ovuli) per almeno 2-3 giorni, per non compromettere la qualità del campione. Queste precauzioni aiutano a ottenere un risultato attendibile e preciso.

La differenza principale tra Pap test e tampone vaginale riguarda il loro scopo e ciò che rilevano. Il Pap test è un esame di screening specifico per la prevenzione e diagnosi precoce del tumore del collo dell'utero. Consiste nel prelevare cellule dal collo dell’utero tramite spatola e spazzolino, per analizzare eventuali anomalie cellulari causate spesso dal papilloma virus umano (HPV).

Il tampone vaginale, invece, è un esame microbiologico volto a identificare la presenza di infezioni vaginali o sessualmente trasmissibili come clamidia, gonorrea, herpes, candidosi e altre infezioni batteriche o micotiche. Viene eseguito con un prelievo di secrezioni vaginali e serve a diagnosticare infezioni e infiammazioni che non riguardano direttamente il tumore.

In sintesi:

  • Pap test: screening citologico per prevenire il tumore cervicale, analizza cellule del collo uterino.

  • Tampone vaginale: ricerca infezioni vaginali da microbi patogeni, analizza secrezioni vaginali.

Entrambi si eseguono ginecologicamente con modalità simili (introduzione di speculum e prelievo), ma hanno scopi diagnostici molto diversi.

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