Tac a cosa serve?
La Tac (tomografia assiale computerizzata) è una metodica di diagnostica per immagini sviluppata tramite un macchinario che, al contrario della Risonanza Magnetica, sfrutta le radiazioni dei raggi X e consente di riprodurre sezioni (tomografia) di parti del corpo del paziente ed elaborazioni tridimensionali. Il risultato diagnostico è una ricostruzione di immagini derivante dall'analisi densitometrica della sezione in esame e dell'elaborazione dei dati rilevati.
E' un esame definito "di secondo livello", cioè volto a chiarire dubbi diagnostici ai quali gli esami radiologici ed ecografici più semplici e meno costosi non sono arrivati a dare una risposta definitiva. La metodica TAC consente risultati migliori della radiologia tradizionale, perché permette di evidenziare e documentare sezioni trasversali del corpo molto piccole in profondità e larghezza.
Tac al braccio come funziona e quanto dura?
Si deve tener presente che il paziente viene sottoposto all'assorbimento di una quantità di radiazioni ionizzanti superiore a quella della radiografia tradizionale: tuttavia le dosi somministrate sono assolutamente al di sotto di quelle in grado di provocare modificazioni sulle cellule e sui tessuti dell'organismo; inoltre particolari dispositivi sugli apparecchi consentono di ridurre tali dosi a valori minimi, tranquillamente accettabili da tutte le persone, fatta eccezione per le donne in gravidanza. Per le pazienti in età fertile, l'esame può essere eseguito solo se sia ragionevolmente escluso lo stato di gravidanza.
È un esame che dura soltanto dai 2 ai 5 minuti, mentre la preparazione all'esame puó richiedere anche fino a 30 minuti. La parte del corpo da esaminare deve essere libera da abiti ed eventuali corpi estranei devono essere rimossi.
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Domande Frequenti su Tac Braccio
La TAC al braccio è un esame rapido: la scansione vera e propria dura in genere dai 2 ai 5 minuti, anche se la preparazione complessiva (compreso il tempo per spiegare la procedura, togliere eventuali oggetti metallici e, se necessario, iniettare il mezzo di contrasto) può arrivare a 10-30 minuti. La durata può variare leggermente in base alla complessità clinica e all’uso o meno del mezzo di contrasto. Dopo l’esame, non servono particolari precauzioni e si può tornare subito alle attività quotidiane, salvo diversa indicazione del medico. È fondamentale rimanere immobili durante la scansione per avere immagini chiare. L’esame è sicuro per la maggior parte delle persone, ma va evitato in gravidanza. Non servono restrizioni dietetiche prima o dopo la TAC senza contrasto; se invece è previsto il mezzo di contrasto, potrebbe essere richiesto il digiuno. Si tratta di un esame indolore, anche se l’iniezione del contrasto può dare una breve sensazione di calore o sapore metallico. Infine, il referto è di solito disponibile entro pochi giorni.
Prima di una TAC al braccio senza mezzo di contrasto generalmente non è necessario il digiuno: è consigliato indossare abiti comodi e privi di metalli, rimuovere gioielli e informare il medico in caso di allergie o dispositivi impiantabili.
Invece, per una TAC al braccio con mezzo di contrasto (MDC), è indicato un digiuno da solidi di almeno 4-6 ore (spesso fino a 6 ore), mentre si può bere acqua per mantenere una buona idratazione. Il giorno precedente è consigliata un’adeguata idratazione (circa 1,5 litri di acqua). È fondamentale portare gli esami ematici recenti (creatinina, glicemia e azotemia) per valutare la funzionalità renale e il rischio di reazioni al contrasto.
In caso di allergie al mezzo di contrasto o condizioni particolari (es. diabete, uso di metformina), il medico potrebbe fornire indicazioni specifiche, inclusa la sospensione temporanea di farmaci.
Dopo l’esame con contrasto si consiglia di bere molto per favorire l’eliminazione del mezzo. Non è necessario sospendere terapie abituali per ipertensione o diabete, salvo diverse indicazioni mediche.
Per una TAC al braccio, quando è previsto l’uso del mezzo di contrasto, è generalmente necessario un digiuno da cibi solidi di almeno 6 ore prima dell’esame, consentendo l'assunzione di acqua per mantenere un’adeguata idratazione. Il digiuno serve a ridurre il rischio di nausea o vomito che può verificarsi a seguito della somministrazione endovenosa del mezzo di contrasto iodato. Se la TAC viene eseguita senza mezzo di contrasto, invece, di solito non è richiesto il digiuno.
Inoltre, è importante presentare esami ematici recenti (creatinina, glicemia) per valutare la funzionalità renale prima della somministrazione del mezzo di contrasto. Non è necessario sospendere le terapie farmacologiche abituali, salvo diversi indicazioni mediche specifiche.
In sintesi, per una TAC al braccio con mezzo di contrasto, il digiuno di almeno 6 ore è indicato; senza contrasto, non è obbligatorio.
Sì, puoi generalmente fare la TAC al braccio anche se hai una protesi metallica, poiché la procedura utilizza raggi X e non campi magnetici come la risonanza magnetica, quindi la presenza di metallo non è una controindicazione assoluta. Tuttavia, la protesi può causare artefatti nelle immagini, rendendo più difficile valutare i tessuti vicini, soprattutto se la protesi si trova proprio nella zona da esaminare. È fondamentale comunicare sempre al personale sanitario la presenza, il tipo e la posizione della protesi prima dell’esame. Inoltre, prima della TAC è consigliabile rimuovere tutti gli oggetti metallici mobili (come gioielli, orologi, protesi mobili), ma le protesi fisse o gli impianti metallici non devono essere tolti né rappresentano un pericolo durante l’esame. Se la TAC viene eseguita con mezzo di contrasto, è generalmente consigliato digiunare per 4-6 ore prima. In conclusione, la TAC al braccio è sicura anche con protesi, ma la diagnosi può essere più complessa in presenza di metallo nella zona di interesse: il radiologo, informato, valuterà la strategia migliore per ottenere immagini affidabili. In ogni caso, la scelta diagnostica spetta sempre al medico curante o allo specialista che ha prescritto l’esame.
La TAC al braccio non è dolorosa in sé: durante l’esame il paziente è disteso e non avverte dolore, al massimo un lieve rumore prodotto dalla macchina. Se viene utilizzato un mezzo di contrasto iodato, questo viene iniettato solitamente in vena del braccio; l’iniezione può provocare una breve sensazione di calore o gusto metallico, ma non dolore intenso. In rari casi può verificarsi uno stravaso del mezzo di contrasto, con conseguente dolore, gonfiore e arrossamento locale, che richiede controllo medico. Complessivamente, la TAC è un esame rapido (circa 15-20 minuti), ben tollerato e privo di dolore significativo.
Indicazioni generali:
- L’esame non richiede anestesia e non provoca dolore durante la scansione.
- La somministrazione del mezzo di contrasto può causare fastidi lievi e, molto raramente, reazioni allergiche.
- In caso di stravaso del contrasto, può insorgere dolore e gonfiore locale, da monitorare attentamente.
È utile comunicare sempre al medico eventuali reazioni allergiche pregresse e informarsi sui rischi specifici prima dell’esame.
La TAC al braccio richiede preparazioni diverse a seconda che sia previsto l’uso del mezzo di contrasto (MDC). Se l’esame prevede il contrasto, presentati a digiuno da cibi solidi per almeno 6 ore prima della TAC (alcune strutture chiedono 4 ore). È consentito bere acqua naturale. Porta con te la prescrizione medica (impegnativa aggiornata, di solito entro 3 mesi). È necessario avere gli esiti recenti (non oltre un mese) degli esami del sangue per creatininemia e glicemia (alcune strutture richiedono anche azotemia). Indossa abiti comodi e rimuovi oggetti metallici nella zona esaminata. Porta eventuali referti precedenti e la documentazione clinica utile per una valutazione più precisa (es. vecchi esami radiologici, cartelle). Ricorda che le terapie abituali (es. per ipertensione o diabete) non vanno mai sospese. Segui sempre le indicazioni specifiche della struttura dove esegui l’esame, poiché alcune procedure possono variare. In caso di dubbi, contatta il centro prima dell’esame.
In generale, dopo una TAC al braccio, puoi guidare normalmente, a meno che non sia stato somministrato un mezzo di contrasto. Se si utilizza un mezzo di contrasto, è consigliabile farsi accompagnare da una persona in grado di guidare, poiché potrebbero essere necessari farmaci che compromettono l'idoneità alla guida. La TAC non richiede cure post-operatorie e non è dolorosa, quindi puoi riprendere le attività quotidiane subito dopo, salvo differenti indicazioni mediche.
Il costo di una TAC al braccio in Italia varia da 50€ a 400€, a seconda della complessità dell'esame e della presenza o meno del mezzo di contrasto. In media, senza contrasto, il prezzo si aggira intorno ai 120-150€. Il prezzo può aumentare se si utilizza un mezzo di contrasto. È sempre consigliabile verificare i prezzi presso le strutture sanitarie locali per ottenere un preventivo preciso.
Con una TAC al braccio, si possono visualizzare diverse strutture e condizioni. L'esame permette di rilevare fratture complesse e lesioni dei tessuti molli, come danni ai muscoli, tendini e legamenti. Inoltre, si può valutare lo stato delle articolazioni, come il gomito e il polso, identificando segni di osteoartrite o altre malformazioni. La TAC aiuta anche a rilevare tumori e cisti nelle ossa e nei tessuti molli. L'uso del mezzo di contrasto migliora la visibilità dei vasi sanguigni e di altre strutture.
La TAC al braccio è indicata principalmente in presenza di traumi ossei complessi, come fratture difficili da visualizzare con radiografie tradizionali, e per valutare lesioni ai tessuti molli (muscoli, legamenti, tendini). È essenziale anche per diagnosticare patologie articolari come osteoartrite o danni cartilaginei, tumori ossei o di tessuti molli, infezioni come l’osteomielite, e anomalie vascolari (aneurismi, trombosi). L’uso del mezzo di contrasto (MDC) migliora la visualizzazione di legamenti, tendini e vasi sanguigni, favorendo una diagnosi più precisa nelle condizioni infiammatorie, vascolari o tumorali. Viene inoltre utilizzata per la pianificazione pre-operatoria e il monitoraggio post-operatorio in caso di interventi chirurgici al braccio. La TAC è indicata quando il dolore è persistente e non spiegato da esami più semplici o quando vi è necessità di un esame rapido e dettagliato per orientare il trattamento.
I principali rischi associati alla TAC del braccio includono:
- Esposizione alle radiazioni: la TAC utilizza dosi di radiazioni superiori a quelle delle radiografie, ma i moderni apparecchi riducono al minimo questo rischio.
- Reazioni al mezzo di contrasto: possono verificarsi reazioni allergiche, come nausea, vomito o prurito, e in casi gravi, anafilassi.
- Problemi renali: il mezzo di contrasto può essere pericoloso per i pazienti con insufficienza renale grave.
È importante informare il medico di eventuali allergie o problemi renali prima dell'esame.
In generale, una TAC al braccio esporrebbe il paziente a dosi di radiazioni relativamente basse. Una TAC dell'arto superiore, anche se non specificata, dovrebbe avere una dose paragonabile a quella delle estremità, che tipicamente è molto bassa, nell'ordine di 0,1-0,5 millisievert (mSv) per esami di estremità come il ginocchio o il polso. Questa dose è simile a pochi mesi di radiazione naturale ambientale. Non è specificata una dose precisa per il braccio, ma è sicuramente inferiore a quella di una TAC del torace o dell'addome.
La TAC al braccio durante la gravidanza è generalmente sconsigliata e può essere eseguita solo in casi di stretta necessità, previa valutazione medica. Questo perché la TAC comporta un’esposizione a radiazioni ionizzanti, anche se la dose diretta al feto è estremamente bassa se l’esame riguarda un arto lontano dall’addome, come il braccio.
La dose di radiazioni assorbita durante una TAC al braccio è molto inferiore alla soglia di 100 mGy considerata pericolosa in gravidanza e quindi il rischio di danni fetali è trascurabile. Tuttavia, poiché esiste comunque un livello minimo di esposizione, la TAC va evitata soprattutto nel primo trimestre e si preferiscono alternative diagnostiche senza radiazioni, come la risonanza magnetica.
In sintesi, la TAC al braccio può essere fatta in gravidanza solo se indispensabile dopo un’attenta valutazione costi-benefici con il medico, garantendo che il feto sia tutelato da radiazioni inutili e con preferenza per tecniche diagnostiche alternative se possibile.
Sì, un bambino può fare una TAC al braccio, ma va sempre valutata con attenzione la reale necessità dell’esame a causa dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti, cui i bambini sono più sensibili rispetto agli adulti. La TAC al braccio utilizza raggi X a bassa dose e può essere eseguita anche con mezzo di contrasto, ma in età pediatrica si tende a limitarne l’uso, preferendo, quando possibile, esami senza radiazioni come l’ecografia. Nei bambini di età inferiore ai 3-4 anni può essere necessaria una breve sedazione per facilitare la collaborazione durante l'esame. È importante che la TAC sia prescritta solo se il beneficio diagnostico supera i rischi, minimizzando esposizione e ripetizioni inutili con tecniche specifiche e personale formato. In sintesi, la TAC al braccio è fattibile in un bambino ma richiede indicazioni precise e cautela.
Le principali controindicazioni per una TAC al braccio sono legate principalmente all'uso dei raggi X e al mezzo di contrasto iodato, se previsto dall’esame. In generale, la TAC è sconsigliata a donne in gravidanza (specialmente nel primo trimestre) e a bambini piccoli, per la potenziale esposizione alle radiazioni ionizzanti. L’uso del mezzo di contrasto può causare reazioni allergiche, che vanno da lievi (prurito, nausea) a gravi (difficoltà respiratorie, anafilassi), anche se queste sono rare; è essenziale informare il medico di eventuali allergie note o precedenti reazioni al contrasto. Altra importante controindicazione riguarda i pazienti con insufficienza renale grave, perché il contrasto potrebbe aggravare la funzione renale. Non ci sono limiti per chi porta pacemaker o defibrillatori, ma in questi casi la risonanza magnetica è invece controindicata. Prima dell’esame, spesso si eseguono test per valutare la funzionalità renale, minimizzando rischi. L’esposizione alle radiazioni è maggiore rispetto a una radiografia semplice, ma i benefici diagnostici generalmente superano i rischi.
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