Durante la visita, il neurochirurgo esegue dapprima una accurata anamnesi, raccogliendo informazioni su sintomi attuali e precedenti, patologie pregresse, interventi chirurgici, storia familiare, farmaci assunti, abitudini di vita (alimentazione, attività fisica, fumo). Esamina poi il paziente con un controllo neurologico completo, valutando forza muscolare, riflessi, sensibilità, coordinazione e, se necessario, altre funzioni cerebrali come linguaggio e memoria.
L’obiettivo è inquadrare eventuali patologie del sistema nervoso centrale (cervello, midollo spinale) o periferico (nervi, colonna vertebrale), come tumori, malformazioni vascolari, ernie discali, stenosi, nevralgie o esiti di traumi. Se il quadro non è chiaro, il neurochirurgo può prescrivere esami strumentali (risonanza magnetica, TAC, radiografie, elettromiografia, potenziali evocati) per approfondire la diagnosi.
Al termine della visita, discute con il paziente la diagnosi e le opzioni di trattamento (farmacologico, riabilitativo o chirurgico), personalizzando il percorso in base alle esigenze individuali. La visita di controllo, invece, serve a monitorare l’evoluzione di una patologia già nota o il decorso post-operatorio, verificando l’efficacia delle terapie e la comparsa di eventuali complicanze.