Ecografia Linfonodi

Tutto su Ecografia Linfonodi: cos'è, perché si fa, come si svolge, cosa valuta e come arrivare preparati.

Ecografia dei linfonodi cosa vede?

I Linfonodi sono presenti in tutto il corpo, sempre nelle adiacenze di strutture vascolari. La localizzazione può essere profonda e /o superficiale. Le stazioni linfonodali superficiali principali sono quelle rappresentate dai linfonodi del collo, dell’inguine, e delle ascelle. Linfonodi profondi sono invece i linfonodi addominali e nel mediastino (situato dietro lo sterno). Per valutare i linfonodi, ed eventuali loro alterazioni, l’ecografia è l’esame di prima istanza.

I linfonodi, definiti anche ghiandole linfatiche, sono posizionati lungo le vie linfatiche, (la linfa è il liquido incaricato del drenaggio del fluido extracellulare e del trasporto dei nutrienti). Nel nostro organismo ci sono circa 600 linfonodi (es. iperecogeno, ipoecogeno, linfonodo senza ilo, ecc.), la loro funzione è quella di “organizzare” le difese immunitarie nei confronti di elementi esterni che potrebbero rappresentare un problema per l’organismo, come i virus o i batteri.

È un'indagine diagnostica che si basa sull'emissione di ultrasuoni, i quali non sono radiazioni e non provocano danno all'organismo. Viene condotta mediante focalizzazione spaziale secondo i vari piani anatomici dell’organo e dei tessuti, le registrazioni ottenute, proiettate su un monitor, sono dette immagini ecografiche. Simile a questa è l’ecografia linfonodi inguinali e ascellari.

Ecografia dei linfonodi come si esegue?

Il paziente viene valutato nella posizione che consente il migliore studio della parte anatomica interessata; la procedura non è dolorosa e prevede lo scorrimento manuale della sonda ecografica sulla zona interessata preventivamente cosparsa di un gel trasparente che agevola il passaggio degli ultrasuoni.

Questo esame non è doloroso e non comporta rischi perché non sfrutta radiazioni ionizzanti ma onde a ultrasuoni, innocue per l'organismo.

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Domande Frequenti su Ecografia Linfonodi

L’ecografia dei linfonodi serve principalmente a individuare e valutare anomalie nei linfonodi, come ingrossamenti o alterazioni strutturali, che possono derivare da infezioni acute o croniche, malattie autoimmuni o tumori. Questo esame non invasivo consente di distinguere tra linfonodi benigni e sospetti, valutando la dimensione, la forma, la vascolarizzazione e la struttura interna. È particolarmente utile per lo studio di linfoadenopatie (ingrossamento linfonodale) localizzate o generalizzate e nel monitoraggio di pazienti oncologici durante e dopo le terapie. Può essere effettuato per sospetta infezione, febbre di origine ignota, linfonodi doloranti o in caso di malattie oncologiche e autoimmuni. Inoltre, l’ecografia può guidare procedure diagnostiche come l’agoaspirato.

L’ecografia ai linfonodi è un esame diagnostico non invasivo, semplice, rapido e indolore che utilizza gli ultrasuoni per visualizzare i linfonodi presenti in diverse aree del corpo (collo, ascelle, inguine, addome). Durante la visita, il paziente si sdraia su un lettino, viene applicato un gel trasparente sulla pelle della zona da esaminare e lo specialista muove una sonda ecografica sulla superficie cutanea per acquisire immagini in tempo reale. L’esame dura generalmente tra i 10 e i 20 minuti.

Non è richiesta una preparazione particolare: non serve digiuno e non è necessario sospendere terapie in corso, salvo indicazioni specifiche per linfonodi addominali (ad esempio presentarsi con la vescica piena o evitare pasti abbondanti poco prima). L’ecografia dei linfonodi è richiesta principalmente per valutare ingrossamenti, infezioni, patologie infiammatorie o oncologiche e per monitorare eventuali evoluzioni nel tempo.

L’indagine è sicura, non utilizza radiazioni ionizzanti e può essere ripetuta nel tempo senza rischi. Lo specialista valuta dimensioni, forma, struttura e, se necessario, il flusso sanguigno dei linfonodi, fornendo informazioni utili per la diagnosi o per decisioni cliniche successive.

L’ecografia linfonodale è indicata principalmente per valutare e monitorare i linfonodi ingrossati o sospetti in diverse aree del corpo (collo, ascelle, inguine, ecc.) quando persistono gonfiori oltre 10-15 giorni, sono duri al tatto, o associati a febbre o sintomi infettivi. È utile per distinguere linfonodi benigni da quelli potenzialmente maligni, per studiare infezioni, infiammazioni, malattie autoimmuni e per la stadiazione e il monitoraggio dei tumori. L’ecografia può anche supportare procedure diagnostiche come agoaspirato o biopsia. Viene prescritta inoltre per il controllo post-terapia o quando si sospettano malattie linfonodali in assenza di cause evidenti di ingrossamento. In sintesi, si esegue quando si rileva un linfonodo persistente, anomalo o associato a sintomi, per una valutazione approfondita non invasiva.

L’ecografia linfonodi non è dolorosa; si tratta di un esame non invasivo che utilizza ultrasuoni per visualizzare i linfonodi superficiali. Durante la procedura, viene applicato un gel sulla pelle e una sonda viene passata delicatamente sull’area da esaminare, potendo causare al massimo una leggera sensazione di pressione o fastidio, ma mai dolore vero e proprio. L’esame dura generalmente tra i 10 e i 20 minuti, non richiede anestesia né preparazione specifica, e non espone a radiazioni ionizzanti. Al termine si può tornare subito alle normali attività quotidiane senza alcun disagio.

Quindi, come indicazione generale, l’ecografia dei linfonodi è una procedura sicura, rapida e ben tollerata, ideale per indagare ingrossamenti linfonodali o sospette anomalie senza causare dolore.

Per un’ecografia linfonodale, in particolare se riguarda i linfonodi addominali, è generalmente consigliato un digiuno di almeno 6 ore prima dell’esame. Questo aiuta a ridurre la presenza di gas intestinali che possono ostacolare una buona visualizzazione, soprattutto nei linfonodi profondi dell’addome. Invece, per l’ecografia delle stazioni linfonodali superficiali (collo, ascelle, inguine), il digiuno non è usualmente richiesto.

In sintesi:

  • Ecografia linfonodale addominale: digiuno almeno 6 ore, evitare pasti grassi e alimenti che fermentano (legumi, verdure crude).

  • Ecografia linfonodale superficiale (collo, ascelle, inguine): generalmente no digiuno necessario.

  • Bere acqua è spesso consentito o addirittura indicato per migliorare la qualità dell’esame.

Queste indicazioni sono integrate dal fatto che l’ecografia addome completo, che include lo studio dei linfonodi addominali, richiede digiuno e, in alcuni casi, vescica piena per una migliore visualizzazione.

L’ecografia ai linfonodi generalmente dura tra 15 e 30 minuti, con variazioni legate al numero di linfonodi da esaminare, all’area corporea interessata (collo, ascelle, inguine, addome) e alla complessità clinica del caso. La procedura è semplice, indolore e non invasiva: il medico applica un gel sulla pelle e muove la sonda ecografica per ottenere immagini dettagliate. Non è richiesta alcuna preparazione specifica, né digiuno, anche se per linfonodi addominali può essere consigliato evitare pasti abbondanti o presentarsi a vescica moderatamente piena. L’esame non comporta radiazioni ed è normalmente ben tollerato, consentendo anche eventuali controlli di follow-up nel tempo.

L’ecografia dei linfonodi generalmente non richiede alcuna preparazione particolare. Il paziente deve solo presentarsi con abiti comodi e facilmente rimovibili per scoprire agevolmente la zona da esaminare (collo, ascelle, inguine) e potrebbe essere invitato a rimuovere gioielli o altri oggetti metallici che ostacolano l’accesso alla parte da studiare. È consigliato evitare l’applicazione di creme o deodoranti, soprattutto nelle ascelle, per garantire una buona trasmissione degli ultrasuoni.

Nel caso di ecografia dei linfonodi addominali, può essere utile evitare pasti abbondanti o presentarsi con la vescica piena, ma questo è meno comune per i linfonodi superficiali. Non è necessario il digiuno né assumere farmaci particolari, salvo indicazioni specifiche del medico. L’esame è semplice, rapido (circa 10-20 minuti), indolore e sicuro, ed è eseguito applicando un gel trasparente sulla pelle per facilitare il passaggio degli ultrasuoni.

In sintesi, come indicazione generale per l’ecografia linfonodale superficiale si raccomanda di:

  • Indossare abiti comodi e facilmente rimovibili

  • Rimuovere gioielli o oggetti metallici nella zona indagata

  • Evitare deodoranti o creme nelle ascelle

  • Non è necessario digiuno, tranne specifiche eccezioni per linfonodi addominali

  • Seguire eventuali ulteriori istruzioni date dal medico curante.

L’ecografia linfonodale è assolutamente adatta anche ai bambini, essendo un esame non invasivo, privo di radiazioni ionizzanti e sicuro per tutte le età, compresi neonati e lattanti. La procedura è semplice, rapida (dai 10 ai 30 minuti) e indolore: il piccolo paziente si distende sul lettino, il medico applica un gel e muove la sonda ecografica sull’area da esaminare, ottenendo immagini in tempo reale di linfonodi, ghiandole e strutture circostanti. Non sono note controindicazioni significative: solo eventuali lesioni cutanee estese o medicazioni non rimovibili nella zona da esaminare possono limitare temporaneamente l’esecuzione.

L’indagine è indispensabile in caso di linfonodi ingrossati persistenti (ad esempio, per più di 4 settimane), dolenti, duri o situati in sedi particolari, oppure se il bambino presenta sintomi suggestivi di infiammazione (febbre, arrossamento). L’ecografia permette di distinguere tra adenopatie benigne reattive (ad esempio secondarie a infezioni) e lesioni che richiedono approfondimenti diagnostici. Non richiede preparazione specifica (digiuno, sospensione farmaci, ecc.) e può essere ripetuta senza rischi.

Indicazione clinica generale: l’ecografia linfonodale pediatrica va eseguita soprattutto su indicazione del pediatra o dello specialista in caso di linfonodi palpabili non giustificati da infezioni evidenti, di caratteristiche atipiche o di persistenza dell’ingrossamento. È un esame di primo livello, sicuro e informativo, spesso risolutivo per il percorso diagnostico successivo.

Sì, un'ecografia dei linfonodi può essere necessaria dopo un'infezione. Questo esame aiuta a valutare se i linfonodi sono tornati normali dopo l'infezione, o se ci sono segni di complicazioni come infiammazioni persistenti o anomalie sospette. È particolarmente utile se i linfonodi non si sgonfiano dopo 10-15 giorni dall'infezione o se sono duri al tatto. L'ecografia permette di distinguere tra linfonodi reattivi a un'infezione e quelli potenzialmente sospetti, facilitando diagnosi più precise e approfondimenti clinici.

L’ecografia dei linfonodi può essere eseguita in gravidanza senza alcun rischio significativo per la mamma o il feto, perché utilizza solo onde sonore e non radiazioni ionizzanti, che sono assenti anche nei raggi X.
L’esame è considerato sicuro, non invasivo e adatto anche per bambini, donne in gravidanza e pazienti fragili. Viene solitamente indicato in caso di ingrossamento, dolore o sospette alterazioni dei linfonodi (es. collo, ascella, inguine), per valutare infezioni, infiammazioni o sospetti tumori.
Non esistono controindicazioni assolute per l’ecografia linfonodale in gravidanza. L’unico lieve disagio possibile è un certo fastidio dovuto alla pressione della sonda sulla pelle.
Come indicazione generale, l’ecografia linfonodale va eseguita solo se realmente necessaria su indicazione medica, soprattutto se compare un linfonodo duro, non dolente o in rapida crescita, che può richiedere ulteriori accertamenti anche in gravidanza. In questi casi, non esitare a consultare il medico curante, che valuterà caso per caso l’opportunità e l’urgenza dell’esame.

Durante un'ecografia dei linfonodi si valutano tipicamente le stazioni linfonodali superficiali nelle regioni del collo (laterocervicali), sopra la clavicola (sovraclaveari), nelle ascelle (ascellari) e nell'inguine (inguinali), le aree più accessibili all’esame ecografico. Nel corpo umano ci sono circa 800 linfonodi, ma non si esaminano tutti singolarmente; l'ecografia si concentra su quelli superficiali che risultano clinicamente rilevanti per ingrossamenti o alterazioni.

L’esame valuta dimensione, forma, struttura interna e vascolarizzazione dei linfonodi per identificare eventuali patologie infiammatorie, infettive o neoplastiche. Il numero esatto di linfonodi valutati dipende dalla regione e dal motivo dell’esame, ma in una scansione ordinaria si analizzano più nodi nelle suddette stazioni, selezionando quelli che appaiono maggiormente anomali.

In sintesi, non esiste un numero fisso di linfonodi valutati in ecografia, ma si osservano principalmente le aree superficiali più frequenti di linfonodi visibili (collo, ascelle, inguine), esaminando quelli rilevanti per dimensioni e caratteristiche ecografiche.

L'ecografia dei linfonodi può essere utilizzata per studiare le zone del corpo dove questi sono presenti in modo superficiale. Le principali aree che vengono esaminate sono:

  • Collo: Linfonodi cervicali e sottomandibolari.

  • Ascelle: Linfonodi ascellari.

  • Inguine: Linfonodi inguinali.

  • Sopraventricolare: Linfonodi sopra la clavicola.

Queste zone sono rilevanti perché i linfonodi in queste aree sono spesso più facilmente accessibili e possono rivelare segni di infezioni o tumori.

L'ecografia linfonodale viene generalmente eseguita da un medico radiologo o da un ecografista specializzato in diagnostica per immagini. Questi professionisti operano in strutture sanitarie pubbliche o private, come ospedali, ASL, cliniche specialistiche o centri diagnostici polispecialistici. L'esame è indolore e dura circa 15 minuti.

L’ecografia dei linfonodi ascellari viene prescritta dai medici principalmente in presenza di linfonodi palpabili, gonfiore, dolore o altre anomalie nell’area ascellare. È indicata per valutare ingrossamenti o alterazioni dei linfonodi, che possono essere dovuti a infezioni locali o sistemiche, infiammazioni, malattie autoimmuni o sospetti tumori, in particolare per il monitoraggio e la stadiazione del tumore al seno per verificare la presenza di metastasi nel cavo ascellare. L’esame è inoltre utile per distinguere tra linfonodi benigni e sospetti e può guidare procedure diagnostiche come l’agoaspirato. Viene richiesto anche per controllare noduli o cisti percepiti alla palpazione, o in presenza di ascessi e altre lesioni infiammatorie nella zona. L’ecografia è indolore, non invasiva e senza controindicazioni.

L'ecografia dei linfonodi può essere ripetuta a intervalli regolari secondo le indicazioni del medico. In generale, se necessario, l'esame può essere ripetuto tra 2 mesi e 1 anno per monitorare le condizioni dei linfonodi o la risposta al trattamento. La frequenza dipende dalla situazione clinica individuale e dal tipo di monitoraggio richiesto. In alcuni casi, può essere consigliato ripetere l'ecografia tra i 6 e i 18 mesi per confermare la normale evoluzione dei linfonodi.

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