Visita pneumologica : è una visita medica svolta dallo specialista in pneumologia, il quale si occupa dello studio e della cura delle
malattie dell'apparato respiratorio, per escludere, diagnosticare o monitorare
un disturbo a carico dei bronchi e dei polmoni. La visita è consigliata ad
adulti e bambini (visita pneumologica pediatrica).
Tale visita è necessaria per accertare la natura di sintomi
come: tosse persistente, sensazione di oppressione al torace, affanno a riposo,
difficoltà nella respirazione, asma, espettorazioni prolungate e/o con tracce
di sangue, dolore toracico, apnee notturne.
Visita pneumologica come si svolge?
La visita pneumologica si apre con un’anamnesi (raccolta
delle informazioni sulla storia clinica e lo stile di vita del paziente). In
questa prima fase della visita il medico prende inoltre visione degli eventuali
esami medici già svolti dal paziente.
Nella seconda fase lo specialista procederà quindi con
l'auscultazione dei polmoni mediante l'utilizzo dello stetoscopio. In base alle
rilevazioni effettuate nel corso della visita lo specialista potrà porre una
diagnosi e prescrivere la relativa terapia, oppure, richiedere la
sottoposizione del paziente ad altri esami (radiografie del torace,
emogasanalisi, spirometria, esame colturale dell'espettorato)
per ulteriori accertamenti.
Preparazione Visita Pneumologica
RICHIESTA MEDICA NON OBBLIGATORIA
Ricerca per città
Inserisci la città per trovare dove effettuare Visita Pneumologica oggi
Domande Frequenti su Visita Pneumologica
Durante la visita pneumologica, generalmente della durata di circa 20 minuti, lo specialista inizia con un’attenta anamnesi: raccoglie informazioni sui sintomi, la storia clinica personale e familiare, il vizio del fumo, l’alcol, l’attività fisica, il tipo di lavoro e le eventuali terapie già in corso. Il medico esamina anche la documentazione medica pregressa, soprattutto quelle relative a esami respiratori.
Segue poi l’esame obiettivo: il pneumologo ausculta i polmoni con lo stetoscopio per individuare eventuali suoni anomali e valuta la presenza di segni di patologie respiratorie. Se necessario, può eseguire o richiedere test di funzionalità respiratoria come la spirometria, l’emogasanalisi, l’esame colturale dell’espettorato o una radiografia toracica.
Al termine della visita, lo pneumologo formula una diagnosi e, se indicato, prescrive una terapia medica, consiglia accertamenti aggiuntivi o calendari di follow-up, ma in ogni caso fornisce una relazione dettagliata sulle osservazioni e sulle eventuali raccomandazioni terapeutiche. La visita non richiede preparazioni particolari, ma è fondamentale portare tutta la documentazione disponibile.
Per prepararsi a una visita dal pneumologo non sono previste norme particolari di preparazione né è necessario essere a digiuno. È importante invece portare con sé tutta la documentazione medica disponibile, come cartelle cliniche precedenti, referti di esami diagnostici (radiografie, esami del sangue, spirometrie, ecc.) e una lista aggiornata dei farmaci assunti.
È consigliabile arrivare preparati a fornire allo specialista informazioni dettagliate sulla propria storia clinica e familiare, descrivendo sintomi respiratori (tosse, respiro corto, dolore toracico), durata e intensità degli stessi, eventuali abitudini come il fumo, l’attività fisica, l’esposizione a fattori di rischio ambientali o professionali.
La visita generalmente dura 20-30 minuti e inizia con un’anamnesi accurata, seguita dall’auscultazione dei polmoni con uno stetoscopio. A seconda dei risultati, il medico potrà prescrivere esami aggiuntivi come spirometria, esame dell’espettorato, radiografie o emogasanalisi.
Se la visita include una spirometria, è consigliato astenersi dal fumo almeno 24 ore prima, evitare pasti abbondanti e alcolici nelle ore precedenti e indossare abiti comodi, ma tali precauzioni non sono necessarie per la sola visita pneumologica senza esami strumentali.
Una visita pneumologica è consigliata principalmente in presenza di sintomi respiratori persistenti come tosse cronica (oltre 3 settimane), difficoltà a respirare (dispnea), respiro sibilante, dolore toracico associato alla respirazione e senso di oppressione al torace. È indicata anche per chi fuma o ha fumato in passato, per chi è esposto a fattori di rischio ambientali (es. inquinamento, amianto) o familiari con malattie polmonari. Inoltre, la visita serve per diagnosticare, escludere o monitorare malattie respiratorie come asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), fibrosi polmonare o infezioni polmonari. Nel caso di patologie croniche note, la visita di controllo va eseguita periodicamente, di solito ogni 6-12 mesi, o più spesso se la malattia è instabile o compaiono nuovi sintomi. Lo pneumologo esegue valutazioni cliniche e può richiedere esami strumentali (spirometria, radiografia torace) per ottimizzare la gestione terapeutica.
I sintomi che spingono a prenotare una visita pneumologica includono principalmente tosse persistente (oltre tre settimane), difficoltà o mancanza di respiro (dispnea), oppressione o dolore toracico, affanno anche a riposo, tosse produttiva con espettorato, respiro sibilante e apnee notturne. Si consiglia inoltre la visita se si è fumatori, ex fumatori, o si ha una storia familiare di malattie polmonari. La visita è utile anche per monitorare patologie già diagnosticate come asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), fibrosi polmonare o per valutare esiti di esami radiologici anomali. È importante non trascurare questi sintomi, soprattutto se persistono o peggiorano nel tempo, per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo.
L’esame della funzionalità respiratoria consiste in una serie di test non invasivi che misurano la capacità e l’efficienza del polmone nel muovere aria dentro e fuori e nell’assorbire ossigeno nel sangue. Il test più comune è la spirometria, che valuta la quantità e la velocità dell’aria inspirata ed espirata, fornendo dati utili per diagnosticare e monitorare patologie come asma, BPCO, enfisema e fibrosi polmonare. Durante la spirometria il paziente soffia in un boccaglio con sforzo massimo ripetuto, per ottenere misurazioni precise. Altri test includono la misurazione dei volumi polmonari (quanto aria i polmoni possono contenere) e il test di diffusione alveolo-capillare del monossido di carbonio (DLCO), che valuta l’efficienza dell’ossigenazione del sangue. Questi esami sono utili anche per valutazioni pre-operatorie o per monitorare l’efficacia di trattamenti.
Lo pneumologo solitamente richiede la spirometria durante la visita solo se ci sono indicazioni specifiche, come la presenza di sintomi respiratori (es. respiro corto, tosse, wheezing), sospetto di malattie polmonari (asma, BPCO, fibrosi polmonare), o necessità di monitorare patologie già diagnosticate. La spirometria è infatti un esame fondamentale per valutare la funzione polmonare, misurando la quantità d’aria inspirata ed espirata e la velocità del flusso respiratorio, ma non è eseguita di routine a tutti i pazienti senza sospetti clinici. In alcune strutture specializzate può essere effettuata direttamente durante la visita pneumologica. Inoltre viene spesso richiesta prima di interventi chirurgici o per certificati di idoneità sportiva. In sintesi, la spirometria è uno strumento imprescindibile per la diagnosi e il monitoraggio di malattie respiratorie, ma non è automatica in ogni visita pneumologica, bensì indicata in base alle esigenze cliniche del paziente.
La visita pneumologica include generalmente la saturimetria come parte dell'esame obiettivo non invasivo per valutare la saturazione di ossigeno nel sangue e quindi l'efficienza dell'ossigenazione. La saturimetria viene utilizzata per rilevare eventuali segni di insufficienza respiratoria e integra le informazioni raccolte con l'anamnesi e l'auscultazione polmonare. Tuttavia, non è sempre eseguita automaticamente in tutte le visite pneumologiche; la sua presenza dipende dal sospetto clinico e dal protocollo del centro medico. Se necessario, il pneumologo prescrive anche ulteriori esami come la spirometria o l'emogasanalisi per approfondire la funzionalità respiratoria.
In sintesi, la saturimetria è di solito parte integrante della visita pneumologica per un rapido controllo dell'ossigenazione, ma può variare a seconda della struttura e delle condizioni del paziente.
Dopo una visita pneumologica, potrebbero essere richiesti diversi esami diagnostici per approfondire la diagnosi e valutare la funzionalità polmonare. Tra questi ci sono:
- Spirometria: misura la capacità respiratoria e il flusso aereo bronchiale.
- Radiografia del torace o TAC: forniscono immagini delle strutture polmonari.
- Emogasanalisi: valuta l'ossigenazione del sangue.
- Test da sforzo: valutano la capacità respiratoria durante l'esercizio.
- Polisonnografia: per diagnosticare disturbi del sonno.
- Esame colturale dell'espettorato: rileva infezioni batteriche o fungine.
- Biopsia: in alcuni casi, per esaminare tessuti polmonari.
Prima di una visita pneumologica con esami di funzionalità respiratoria (come spirometria o test broncodinamico) è generalmente necessario sospendere i farmaci broncodilatatori almeno 24-48 ore prima, fatta eccezione per il salbutamolo che può essere mantenuto salvo indicazioni diverse dello specialista. Per i corticosteroidi inalatori (come il Foster o Revinty), la sospensione può essere richiesta con tempi più lunghi, soprattutto se si deve eseguire un test di broncoprovocazione (da 15 giorni fino a un mese). La sospensione ha lo scopo di valutare la funzionalità polmonare "al naturale" e distinguere la presenza di ostruzioni reversibili o meno. Tuttavia, la sospensione deve essere sempre discussa con lo pneumologo che conosce il caso specifico, poiché in alcune visite può non essere necessario sospendere i farmaci o potrebbe essere controindicato. In linea generale, è importante portare la lista completa dei farmaci assunti per ricevere indicazioni precise dal medico.
La durata di un controllo dal pneumologo varia generalmente tra i 20 e i 45 minuti. La prima visita tende a durare più a lungo, circa un'ora, poiché richiede un'anamnesi dettagliata per valutare storia clinica, abitudini e sintomi del paziente. Le visite successive durano di solito tra 15 e 30 minuti, includendo l'ascolto dei polmoni con lo stetoscopio e l'eventuale esecuzione o prescrizione di esami diagnostici come spirometria o radiografie. Se durante la visita si effettuano test come la spirometria o prick test, la durata può estendersi fino a 60 minuti. Non è solitamente richiesta una preparazione particolare da parte del paziente.
Per prepararsi al meglio alla visita pneumologica è utile venire muniti di tutti gli esami medici eseguiti in precedenza, inclusi esami del sangue, referti di radiografie, tac torace, spirometrie e qualsiasi altro accertamento già svolto per disturbi respiratori. L’indicazione generale è di annotare e preparare un elenco chiaro dei sintomi accusati (ad esempio affanno, tosse, dolore toracico, emissione di catarro, risvegli notturni per tosse o affanno), specificandone la durata, la frequenza, l’intensità e le eventuali variazioni nel tempo.
Fondamentale ricordare e comunicare la propria storia clinica personale e familiare di malattie respiratorie (asma, Bpco, enfisema, tumori polmonari, allergie). È importante riferire se si fuma (quantità e da quanto tempo), se si è fumatori passivi, se si è esposti professionalmente o per hobby a polveri, gas, vapori o altre sostanze irritanti. Indicate anche l’assunzione di farmaci, soprattutto se broncodilatatori, cortisonici o anticoagulanti, e la presenza di altre patologie organiche rilevanti (cardiache, renali, metaboliche).
Portare un promemoria o scrivere in anticipo queste informazioni può aiutare nel comunicarle efficacemente allo pneumologo, rendendo la visita più efficace e riducendo il rischio che dettagli importanti non vengano riferiti. Non è necessario il digiuno per la visita pneumologica di base, ma seguiranno indicazioni specifiche solo per eventuali esami diagnostici aggiuntivi (come, ad esempio, la spirometria).
Se durante una visita pneumologica viene riscontrato un broncospasmo, significa che c'è una contrazione anomala dei muscoli delle vie aeree che restringe i bronchi, causando difficoltà respiratorie e respiro sibilante. Come indicazione generale, al paziente viene effettuata un'anamnesi dettagliata per identificare fattori scatenanti (allergie, asma, esposizione a freddo o fumo) e si esegue un esame obiettivo con auscultazione per valutare i suoni respiratori.
Successivamente, possono essere prescritti test di funzionalità polmonare, come la spirometria, anche con prova di reversibilità con broncodilatatori per capire se il broncospasmo è reversibile (tipico dell'asma). Il trattamento immediato generalmente prevede l’uso di bronchodilatatori inalatori come salbutamolo o bromuro di ipratropio per dilatare le vie aeree, spesso associati a corticosteroidi per ridurre l’infiammazione. In casi gravi potrebbe essere necessaria l’ossigenoterapia o addirittura l’intubazione.
È fondamentale trattare il broncospasmo con tempestività per evitare complicanze respiratorie più serie e, in caso di sintomi severi o difficoltà a respirare, è indicato rivolgersi urgentemente al pronto soccorso. In base alla causa, possono essere necessari anche esami allergologici o ulteriori indagini diagnostiche.
Ecco una risposta sintetica, chiara e dettagliata sulle domande da porre al medico durante la prima visita pneumologica, seguendo le indicazioni degli esperti:
Durante la prima visita, è importante chiedere cosa hanno mostrato gli esami già eseguiti (emogasanalisi, RX, TAC, spirometria), quali ulteriori accertamenti potrebbero essere necessari (es. esame dell’espettorato, test da sforzo, polisonnografia), la diagnosi di sospetto e la sua sicurezza, quale terapia è indicata e se va iniziata subito o dopo approfondimenti. È utile chiedere se ci sono fattori di rischio modificabili (come il fumo o esposizioni lavorative) e cosa cambiare nello stile di vita. Interrogare il medico sui sintomi da monitorare e su come gestire eventuali crisi respiratorie, quando ripresentarsi per il controllo e se ci sono segnali d’allarme da non sottovalutare. Chiedere chiarimenti sulle modalità di assunzione dei farmaci prescritti e l’eventuale necessità di supporto specialistico (ad esempio, fisioterapista respiratorio o dietologo). Portare sempre la documentazione medica, terapie in corso e un diario dei sintomi.
La valutazione pneumologica prevede generalmente l'ascoltazione del torace, che viene eseguita mediante auscultazione dei polmoni con un fonendoscopio o stetoscopio. Questa procedura è fondamentale per valutare lo stato della funzione respiratoria e identificare eventuali anomale situazioni polmonari come sibili, rantoli o altri rumori patologici. Tuttavia, l'ascoltazione del torace potrebbe essere omessa solo in casi eccezionali, ma di norma è parte integrante della visita pneumologica.
In generale, un pneumologo può richiedere un'emogasanalisi arteriosa dopo una visita se ritiene che sia necessario per valutare la funzionalità respiratoria del paziente. Questo esame è utile per misurare il pH e le concentrazioni di ossigeno e anidride carbonica nel sangue, aiutando a diagnosticare insufficienze respiratorie o a monitorare l'efficacia di terapie come l'ossigenoterapia. Non è richiesta alcuna preparazione specifica, ma una prescrizione medica è spesso necessaria per l'esecuzione dell'esame.
Scegli la città dove fare Visita Pneumologica vicino a te
Scegli la città dove fare Visita Pneumologica vicino a te. Compara i prezzi e disponibilità in tempo reale e prenota senza attese a pagamento nel privato:
Cup Solidale: Visita Pneumologica costo, Visita Pneumologica prenotazione online, Visita Pneumologica quanto dura, Visita Pneumologica quanto costa, Visita Pneumologica disponibilità immediata, Visita Pneumologica senza attese, Visita Pneumologica privata, Visita Pneumologica urgente, Visita Pneumologica vicino a me.
Prenotazione con disponibilità in tempo reale nella sanità privata. Sanità privata senza code con prezzi come ticket.