L'ecografia del ginocchio è preferibile rispetto ad altri esami in caso di sospette lesioni ai tessuti molli come tendiniti, lesioni parziali o rotture dei tendini (es. tendine rotuleo, quadricipitale), traumi che coinvolgono legamenti collaterali e menischi periferici, borsiti, versamenti articolari e cisti (come la cisti di Baker). È indicata anche per valutare il dolore, il gonfiore o la limitazione del movimento del ginocchio, oltre a monitorare patologie croniche come artrosi o infiammatorie.
Rispetto a esami come la risonanza magnetica (RM) o la TAC, l'ecografia è più economica, rapida, non invasiva e priva di radiazioni ionizzanti, quindi sicura anche in gravidanza e nei bambini. Inoltre, è dinamica, permettendo di valutare le strutture durante il movimento, caratteristica che migliora la diagnosi funzionale.
Tuttavia, ha limiti nella visualizzazione delle strutture profonde come i legamenti crociati e la cartilagine articolare, per cui in tali casi la RM rimane il riferimento principale. L’ecografia è utile anche come guida per procedure interventistiche come infiltrazioni o aspirazioni di liquido.
In sintesi, l’ecografia è da preferire per valutare lesioni ai tessuti molli superficiali, versamenti, cisti, e per un primo screening rapido ed economico, mentre per lesioni più profonde o complesse si ricorre alla RM.