Visita Pneumologica e spirometria?
La visita pneumologica è una visita medica svolta dallo specialista in pneumologia, il quale si occupa dello studio e della cura delle malattie dell'apparato respiratorio, per escludere, diagnosticare o monitorare un disturbo a carico dei bronchi e dei polmoni.
Tale visita è necessaria per accertare la natura di sintomi come: tosse persistente, sensazione di oppressione al torace, affanno a riposo, difficoltà nella respirazione, espettorazioni prolungate e/o con tracce di sangue, dolore toracico, apnee notturne.
La visita si apre con un’anamnesi (raccolta delle informazioni sulla storia clinica e lo stile di vita del paziente). In questa prima fase della visita il medico prende inoltre visione degli eventuali esami medici già svolti dal paziente.
Nella seconda fase lo specialista procederà quindi con l'auscultazione dei polmoni mediante l'utilizzo dello stetoscopio. In base alle rilevazioni effettuate nel corso della visita lo specialista potrà porre una diagnosi e prescrivere la relativa terapia, oppure, richiedere la sottoposizione del paziente ad altri esami (radiografie del torace, emogasanalisi, spirometria, esame colturale dell'espettorato) per ulteriori accertamenti.
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Domande Frequenti su Visita Pneumologica + Spirometria
La visita pneumologica con spirometria è una prestazione specialistica che valuta la salute dell’apparato respiratorio e la funzionalità polmonare: serve a diagnosticare, monitorare e gestire malattie come asma, BPCO, enfisema, fibrosi polmonare e altre patologie respiratorie croniche. Indicazione generale: viene prescritta in presenza di sintomi (tosse persistente, affanno, fiato corto), in soggetti a rischio (fumatori, esposti a inquinanti), per monitorare terapie o come valutazione pre-operatoria.
Dopo un’attenta raccolta della storia clinica (sintomi, fattori di rischio, stili di vita), il pneumologo esegue un esame obiettivo del torace con auscultazione. La spirometria è un test semplice, non invasivo, che misura quantità e velocità dell’aria inspirata ed espirata: il paziente, seduto, soffia con forza in un boccaglio collegato allo spirometro, indossando una clip nasale; generalmente si ripete 3 volte per maggiore accuratezza. I risultati aiutano a distinguere malattie ostruttive (es. BPCO, asma) da quelle restrittive (es. fibrosi), a quantificare la gravità e a valutare la risposta alle terapie.
La spirometria è consigliata sinteticamente durante una visita pneumologica in presenza di sintomi respiratori come tosse persistente, mancanza di fiato, affanno inspiegato o facile affaticabilità, che suggeriscano una possibile malattia dell’apparato respiratorio. È particolarmente utile per la diagnosi e il monitoraggio di patologie come asma, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), bronchite cronica, enfisema, fibrosi cistica, fibrosi polmonare idiopatica, bronchiectasie, polmoniti o disturbi post-COVID.
L’esame è indicato anche per soggetti a rischio (fumatori, lavoratori esposti a polveri, persone con precedenti polmonarie), prima di interventi chirurgici importanti, per l’idoneità sportiva o nella valutazione della funzionalità polmonare in caso di alterazioni agli esami strumentali. Non esistono controindicazioni assolute, ma va rimandata in caso di infarto recente, ipertensione non controllata, angina instabile o interventi recenti a testa/occhi/stomaco, fino a stabilizzazione clinica.
In sintesi, la spirometria va eseguita quando il medico sospetta una malattia respiratoria, ne vuole valutare la gravità, il controllo o l’evoluzione, e come screening nei soggetti a rischio, a qualsiasi età a condizione che il paziente sia collaborante.
Per una visita pneumologica con spirometria, in generale non è necessaria una preparazione specifica per la visita pneumologica: non serve il digiuno e il paziente deve soltanto portare tutte le analisi e documentazione medica pregresse. Tuttavia, per la spirometria sono consigliate alcune norme di preparazione per garantire risultati attendibili: astenersi dal fumo nelle 24 ore precedenti, evitare pasti abbondanti nelle 2 ore prima, non assumere alcolici nelle 4 ore precedenti e non praticare esercizio fisico intenso nei 30 minuti prima dell’esame. È inoltre importante indossare abiti comodi che non comprimano il torace o l’addome e, se indicato dal medico, sospendere temporaneamente farmaci broncodilatatori seguendo le sue istruzioni. Durante la visita lo pneumologo raccoglie anamnesi, valuta l’auscultazione polmonare e, se necessario, esegue la spirometria per misurare la funzionalità respiratoria.
La visita pneumologica con spirometria ha una durata che, in media, varia tra i 30 e i 60 minuti, a seconda della complessità del caso e del tempo necessario per eseguire tutti gli accertamenti. In pratica, la sola visita pneumologica (senza esami aggiuntivi) dura solitamente da 15 a 30 minuti, mentre la spirometria richiede circa 15-20 minuti. Quando i due esami sono svolti insieme, come spesso accade nella prima visita o in caso di sintomi respiratori importanti, la durata totale si avvicina ai 45-60 minuti.
Come indicazione generale:
La prima parte della visita consiste nella raccolta della storia clinica (anamnesi), seguita da un esame obiettivo dei polmoni e delle vie respiratorie; poi, se indicato, si procede con la spirometria, un test semplice e non invasivo che valuta la funzionalità polmonare. Non è richiesta una preparazione specifica, ma è consigliato evitare fumo, alcol, pasti abbondanti e attività fisica intensa nelle ore precedenti. Porta sempre eventuali referti precedenti e l’elenco dei farmaci assunti. I risultati della spirometria sono immediati e vengono discussi con il medico al termine della visita. Se necessario, lo specialista potrà richiedere ulteriori esami o prescrivere una terapia personalizzata.
La spirometria, eseguita durante una visita pneumologica, non è un esame doloroso e rappresenta una procedura sicura, non invasiva e senza rischi particolari per il paziente. Il test consiste nello soffiare con forza in un boccaglio collegato allo spirometro, il che può provocare una breve sensazione di sforzo, specialmente durante l’espirazione massima, ma non dolore vero e proprio.
Al termine dell’esame, alcuni pazienti possono avvertire leggeri sintomi passeggeri come vertigini, affaticamento, senso di pressione alla testa o lieve disagio al torace, che si risolvono rapidamente senza necessità di cure. Non sono richieste particolari preparazioni, né serve smettere di prendere abituali farmaci, salvo diversa indicazione del medico. La durata è di pochi minuti e il test può essere ripetuto più volte nella stessa seduta per garantire la correttezza dei risultati.
In conclusione: la spirometria è raramente fastidiosa e il possibile disagio legato alla manovra respiratoria è del tutto transitorio. Il medico che esegue la visita è preparato a guidare il paziente e a chiarire eventuali dubbi o paure prima di iniziare l’esame. Consiglio generale: se hai sintomi respiratori persistenti o sei affetto da malattie polmonari croniche, non esitare a sottoporti a questo esame, fondamentale per la diagnosi e il monitoraggio di molte patologie dell’apparato respiratorio.
Il medico richiede una spirometria in presenza di sintomi respiratori indicativi di possibile compromissione polmonare, quali tosse persistente, affanno (mancanza di respiro), respiro sibilante, dolore toracico, e sensazione di difficoltà a svuotare completamente i polmoni. La spirometria è fondamentale per sospettare o diagnosticare malattie come asma, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), enfisema, fibrosi polmonare e altre patologie ostruttive o restrittive dell'apparato respiratorio. Viene inoltre prescritta in soggetti a rischio (ad esempio fumatori o persone esposte a sostanze irritanti), nel monitoraggio di malattie polmonari già diagnosticate, oppure come esame pre-operatorio per valutare il rischio respiratorio durante un intervento chirurgico. L’esame è consigliato anche in caso di risultati anomali di altri test diagnostici (come radiografie) o in caso di sintomi respiratori nuovi o cronici.
La spirometria semplice misura i volumi di aria mobilizzati durante l’inspirazione ed espirazione forzata, come la capacità vitale e i flussi respiratori, utile per diagnosticare patologie ostruttive come asma e BPCO. L’esame è rapido, non invasivo e il paziente espira in uno strumento (spirometro) tramite un boccaglio.
La spirometria globale o completa, oltre a misurare i parametri della spirometria semplice, valuta anche i volumi polmonari statici, cioè la quantità totale di aria che rimane nei polmoni dopo un’espirazione completa (capacità polmonare totale) e la diffusione alveolo-capillare del monossido di carbonio (DLCO), che indica quanto efficientemente il polmone ossigena il sangue. Questa misura è importante per diagnosticare malattie restrittive o quantificare l’enfisema. La spirometria globale può richiedere macchinari più complessi come la pletismografia, con il paziente dentro una cabina speciale.
In sintesi:
| Spirometria semplice | Spirometria globale |
|-------------------------------------|-------------------------------------------------------------|
| Misura flussi e volumi d’aria mobilizzati (dinamici) | Misura anche volumi d’aria residua nei polmoni (statici) e diffusione alveolo-capillare (DLCO) |
| Diagnosi di patologie ostruttive (asma, BPCO) | Diagnosi di patologie restrittive e valutazione enfisema |
| Rapida, esame base | Più approfondita, spesso prescritta dopo spirometria semplice|
La spirometria globale fornisce quindi un quadro più completo della funzionalità polmonare e della capacità di scambio gassoso.
In generale, la spirometria durante una visita pneumologica può essere ripetuta tre volte per assicurare che i risultati siano precisi e affidabili. Questo aiuta a confermare la diagnosi e a monitorare la funzionalità polmonare in maniera accurata. In alcuni casi, il medico potrebbe chiedere di ripetere l'esame dopo aver inalato un broncodilatatore per valutare meglio la risposta del paziente.
Durante una visita pneumologica, la spirometria valuta principalmente alcuni parametri fondamentali per misurare la funzionalità respiratoria:
- FEV1 (Volume Espiratorio Forzato in 1 secondo): il volume di aria che si riesce a espirare con forza nell’arco del primo secondo dopo un’inspirazione profonda; è fondamentale per valutare l’eventuale ostruzione bronchiale.
- FVC (Capacità Vitale Forzata): il volume totale di aria espirato con forza dopo una piena inspirazione.
- Rapporto FEV1/FVC: la percentuale di aria espirata nel primo secondo rispetto al totale, utile per distinguere patologie ostruttive (valori inferiori al 70% indicano ostruzione).
- PEF (Flusso Espiratorio di Picco): la massima velocità di espirazione forzata, indicativa della pervietà delle vie aeree.
- In casi più completi, si valuta la DLCO (Diffusione del Monossido di Carbonio), che misura l’efficienza degli scambi gassosi tra alveoli e sangue.
- Possono essere inoltre calcolati volumi polmonari statici e dinamici per approfondire il grado di iperinsufflazione o riduzione volumetrica.
Questi parametri vengono confrontati con valori predetti basati su età, sesso, altezza ed etnia, per interpretare la funzionalità respiratoria in modo preciso e diagnosticare patologie come asma, BPCO o fibrosi polmonare.
La spirometria, esame fondamentale in ambito pneumologico, non richiede generalmente il digiuno per la sua esecuzione. Tuttavia, è indicato consumare un pasto leggero almeno 2 ore prima dell’esame per evitare fastidi durante le manovre respiratorie. Bere alcolici è sconsigliato nelle 4 ore precedenti l’esame. Non sono necessari esami del sangue preliminari.
Importante: l’interruzione dei farmaci broncodilatatori (a breve o lunga durata d’azione) è invece fondamentale, secondo le indicazioni del medico, da 8-24 ore prima della spirometria, perché potrebbero falsare i risultati. Non ci sono specifiche indicazioni su digiuno idrico, ma è consigliato non fumare nelle ore precedenti e indossare abiti comodi.
Indicazione generale: salvo diverse disposizioni del medico curante, puoi mangiare leggero prima della spirometria, ma attenzione a farmaci e alcolici. In caso di dubbi, riferisciti sempre alle istruzioni del centro che effettua l’esame o del tuo pneumologo, poiché protocolli possono variare in base a specifiche condizioni o tipologie di test aggiuntivi.
Le principali controindicazioni alla spirometria durante la visita pneumologica riguardano condizioni in cui lo sforzo dell’espirazione forzata può comportare rischi per il paziente. In particolare, si sconsiglia l’esame a chi ha avuto:
- Recenti infarti miocardici (ultime 6 settimane) o angina instabile
- Precedenti episodi cerebrovascolari (ictus ischemico o emorragico)
- Aneurismi (cerebrali, toracici o addominali)
- Pneumotorace o emoftoe (emissione di sangue con la tosse) di origine non chiara
- Infezioni polmonari acute o recenti
- Recenti interventi chirurgici toracici, addominali, oculari o neurochirurgici
- Ipertensione arteriosa grave non controllata
- Storia di sincope durante sforzi respiratori forzati
- Situazioni di instabilità cardiaca o pressione arteriosa elevata non stabile
È importante che il paziente sia in condizioni di stabilità clinica prima di sottoporsi al test. In assenza di queste situazioni, la spirometria è considerata un esame sicuro, non invasivo e ben tollerato.
La visita pneumologica associata a spirometria è un esame diagnostico completo che valuta la funzionalità respiratoria del paziente. Durante la visita, il medico raccoglie la storia clinica del paziente, esegue un esame fisico del torace e valuta la necessità di ulteriori esami. La spirometria, effettuata con un boccaglio collegato a uno spirometro, misura il volume e la velocità dell'aria inspirata ed espirata. Il paziente esegue manovre respiratorie profonde per almeno tre volte per ottenere risultati affidabili. La procedura dura generalmente tra i 30 e i 60 minuti. Può essere necessario ripetere la spirometria dopo l'assunzione di un broncodilatatore.
La spirometria può essere eseguita anche nei bambini durante la visita pneumologica, generalmente a partire dai 5-6 anni di età, quando il bambino è in grado di collaborare e seguire le istruzioni per eseguire le manovre respiratorie richieste. Si tratta di un esame non invasivo e indolore, utile per valutare la funzionalità polmonare, diagnosticare e monitorare malattie respiratorie croniche come l'asma bronchiale e altre condizioni ostruttive o restrittive. La spirometria pediatrica consente di misurare il volume e la velocità dell’aria inspirata ed espirata, fornendo dati fondamentali per il medico nella scelta e nel controllo delle terapie. Nei bambini più piccoli (sotto i 5 anni) l’esecuzione può risultare difficoltosa per la necessità di collaborazione attiva. La sua esecuzione è indicata in presenza di sintomi respiratori ricorrenti o cronici, per il monitoraggio di patologie sistemiche con coinvolgimento polmonare e come requisito per l’idoneità sportiva agonistica.
La spirometria è un esame semplice e non invasivo, generalmente sicuro anche negli anziani, purché vengano rispettate le indicazioni e le controindicazioni specifiche. I rischi diretti sono molto rari e legati soprattutto allo sforzo respiratorio richiesto: possono verificarsi, subito dopo l’esame, vertigini, stanchezza, tremori o dolore al petto. Le controindicazioni assolute comprendono: ipertensione arteriosa non controllata, angina instabile, infarto miocardico o ictus recenti, pneumotorace, aneurismi toracici/cerebrali, interventi chirurgici recenti (specie toracici, addominali, oculari) e infezioni polmonari acute. In presenza di queste condizioni, la spirometria va evitata o posticipata fino a stabilizzazione clinica. Negli anziani, la presenza di patologie croniche (cardiopatie, BPCO avanzata) aumenta il rischio di complicanze, ma di norma l’esame è ampiamente tollerato se il paziente è clinicamente stabile. Come indicazione generale, la spirometria è raccomandata quando serva a diagnosticare o monitorare malattie respiratorie, ma la scelta di eseguirla va sempre individualizzata valutando rischi e benefici nel singolo caso.
Per la corretta esecuzione della spirometria, generalmente è necessario sospendere alcuni farmaci prima dell'esame, soprattutto i broncodilatatori. Indicativamente, i broncodilatatori a breve durata d’azione vanno sospesi almeno 12 ore prima, quelli a lunga durata almeno 24 ore prima. Anche gli antistaminici si sospendono circa 24 ore prima, mentre i cortisonici orali possono richiedere una sospensione di almeno 3 giorni. Tuttavia, queste indicazioni possono variare in base al tipo di spirometria (semplice o con broncodilatazione) e all’obiettivo diagnostico, perciò è fondamentale seguire le istruzioni del medico pneumologo. Il salbutamolo in alcuni protocolli può non essere sospeso se indicato diversamente. L’interruzione serve a valutare la funzione polmonare senza influenze farmacologiche, distinguendo la reversibilità dell’ostruzione (tipica dell’asma) da quella irreversibile (tipica della BPCO).
In ogni caso è importante segnalare sempre al medico i farmaci assunti per valutare la necessità effettiva di sospenderli e i tempi esatti. Se non si sospendono i farmaci, i risultati potrebbero essere falsati e l'esame meno attendibile.
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