Prick test cos'è?
Il prick test è un test cutaneo per il controllo della reazione allergica a diversi tipi di sostanze: alimenti, veleno di insetti,
lattice, polvere e acari, polline, peli di animali.
Prick test come si esegue?
Al paziente vengono applicate modeste quantità
dell'allergene della sostanza sospettata di provocare la reazione.
L'applicazione avviene solitamente sull'avambraccio interno,
favorendone la penetrazione nella pelle con graffi leggeri o punture di spillo
(con piccoli aghi sterili) quasi impercettibili e non dolorose.
Risultati:
Se in corrispondenza dell'applicazione si verifica
un'eruzione cutanea, sotto forma di rash, pomfi o chiazze rosse, il paziente è
molto probabilmente positivo a quel tipo di allergene e può essere formulata
una diagnosi.
Il test dura da 20 a 40 minuti.
Preparazione Prick Test
RICHIESTA MEDICA NON OBBLIGATORIA
SOSPENDERE UNA SETTIMANA PRIMA DELLA VISITA L'ASSUNZIONE DI ANTISTAMINICI
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Domande Frequenti su Prick Test
Il prick test è un esame allergologico di primo livello utilizzato per diagnosticare allergie respiratorie e alimentari. Consente di individuare i responsabili di reazioni allergiche, come pollini, acari, peli di animali e alimenti specifici. Il test aiuta a pianificare interventi terapeutici e a prescrivere farmaci adeguati per gestire i sintomi. È generalmente sicuro e può essere eseguito su pazienti di tutte le età.
Il prick test allergologico è un esame cutaneo utilizzato per identificare rapidamente la presenza di allergie a numerosi allergeni. Questi possono essere suddivisi in tre categorie principali:
- Allergeni inalanti, come pollini di graminacee, parietaria, betulla, olivo, acari della polvere (Dermatophagoides pteronyssinus e farinae), muffe (Aspergillus, Alternaria), e peli o epiteli di animali (gatto, cane).
- Allergeni alimentari, tra cui uova, latte, frutta fresca, verdure e altri cibi sospetti.
- Altri allergeni, come il veleno di insetti o il lattice.
Gli estratti allergenici vengono applicati sulla pelle, solitamente sull’avambraccio o sulla schiena, e poi viene praticata una leggera puntura superficiale per permettere il contatto con la cute. Dopo 15-20 minuti si osserva la reazione: la comparsa di un rigonfiamento rilevante (ponfo) indica una sensibilizzazione allergica verso quell’allergene.
In sintesi, il prick test valuta la reattività a pollini, acari, muffe, peli di animali e numerosi alimenti, offrendo così una diagnosi efficace di allergie respiratorie o alimentari e supportando la pianificazione terapeutica e le misure di prevenzione.
Preparazione al Prick Test: Indicazioni Pratiche
Per prepararsi correttamente a un prick test, il paziente deve sospendere antistaminici (e, secondo alcune linee guida, anche i cortisonici sistemici) nei giorni precedenti l’esame, in modo che il risultato non sia falsato da questi farmaci: generalmente si raccomanda di evitare gli antistaminici per almeno 5-7 giorni prima del test. La terapia inalatoria (come spray per l’asma) non va invece interrotta.
Il giorno dell’esame è sufficiente presentarsi a digiuno se il test riguarda allergie alimentari, ma per prove su inalanti o contatto questo non è necessario. La pelle deve essere libera da lesioni estese o dermatite nella zona di applicazione.
Il prick test si esegue sull’avambraccio: il medico applica piccole gocce di allergene e pratica un micropuntura con una lancetta monouso; dopo 15-20 minuti viene valutata la reazione locale (arrossamento, ponfo). L’esame è rapido, sicuro e generalmente indolore.
In caso di pregresso shock anafilattico o reazioni severe a farmaci, il test va eseguito solo in ambiente protetto, ospedaliero. I risultati aiutano a guidare la diagnosi e la gestione dell’allergia, indicando quali sostanze evitare e quali terapie intraprendere.
Il prick test non è considerato doloroso; più che dolore, può causare un lieve fastidio o una sensazione simile a una puntura di insetto nel punto in cui la pelle viene punta con una piccolissima lancetta sterile. La procedura prevede l’applicazione di piccole gocce di allergeni sull’avambraccio seguite da una leggera puntura della cute per permettere il contatto con gli allergeni stessi. La puntura è molto superficiale e non provoca sanguinamento, lasciando la pelle intatta. L’esame dura circa 15-20 minuti, al termine dei quali si valuta la reazione cutanea, che in caso di allergia si manifesta con arrossamento e gonfiore localizzato. Eventuali fastidi sono molto brevi e scompaiono rapidamente, e l’esame è sicuro anche per bambini e persone di tutte le età.
In sintesi, il prick test è un esame rapido, sicuro, e praticamente indolore; il disagio è minimo e temporaneo, tanto che è considerato ben tollerato nella pratica clinica.
La durata del prick test è generalmente di circa 20-40 minuti, a seconda del numero di allergeni testati. L’esecuzione pratica del test vero e proprio (applicazione delle gocce di allergene e lettura della reazione cutanea) avviene in 15-30 minuti, inclusi i tempi di preparazione e osservazione post-test. Dopo circa 15 minuti dalla puntura, si legge la reazione cutanea: la comparsa di un piccolo pomfo indica una possibile allergia. L’esame è semplice, rapido e ben tollerato, con rari effetti collaterali. È importante sospendere antistaminici e cortisonici per almeno 5-7 giorni prima del test (in alcuni casi fino a 10 giorni), poiché potrebbero alterare il risultato. Se si utilizzano cortisonici per via inalatoria o nasale, questi non devono essere interrotti. Il paziente riceve subito i risultati, che vengono discussi immediatamente con il medico. In sintesi: il prick test dura in media 30 minuti, è sicuro, richiede una breve preparazione farmacologica e i risultati sono immediati.
Per sottoporsi a un prick test non è necessario il digiuno; si può mangiare e bere normalmente prima dell’esame. L’aspetto più importante è invece sospendere eventuali farmaci antistaminici almeno una settimana prima, perché possono interferire con i risultati. Non è necessario interrompere corticosteroidi inalatori o spray a meno che non siano assunti per via orale da più di una settimana, nel qual caso è bene consultare il medico. Durante il test, sull’avambraccio vengono applicate delle gocce di allergeni e praticate piccole punture superficiali: in circa 15-20 minuti si osserva l’eventuale reazione. Quindi, come indicazione generale, il digiuno non serve per il prick test, ma è fondamentale evitare farmaci che ne possono alterare l’esito.
In generale, un prick test può essere prescritto da un medico specialista in allergologia. Questo specialista valuta la necessità del test in base ai sintomi e alla storia medica del paziente. Anche i medici di medicina generale possono prescrivere il test, ma è consigliabile che lo facciano in collaborazione con uno specialista, specialmente per prestazioni più complesse. Per i bambini, è preferibile che la prescrizione avvenga tramite un pediatra specializzato in allergologia.
Il prick test nei bambini: indicazioni, modalità e limiti
Il prick test è un esame di prima scelta per diagnosticare le allergie nei bambini a sostanze come pollini, alimenti, acari della polvere e peli di animali. Si tratta di un test cutaneo rapido, minimamente invasivo e generalmente poco doloroso, eseguito sulla pelle dell’avambraccio o, in caso di eczema, del dorso.
Non esiste un limite di età minimo: il prick test può essere eseguito anche nei neonati e nei lattanti, qualora sussistano sintomi sospetti come dermatite, diarrea o problemi respiratori. Tuttavia, nei bambini molto piccoli (sotto l’anno di vita), la reattività cutanea può essere ridotta, per cui la sensibilità del test può essere inferiore. Non è necessario il digiuno prima dell’esame, ma va sospesa l’assunzione di antistaminici e cortisonici almeno 7-10 giorni prima, per non alterare i risultati.
L’esame è generalmente sicuro, anche se raramente può comparire una reazione locale (pomfo, prurito, arrossamento); episodi di reazioni gravi sono eccezionali e gestibili da personale specializzato. Ogni procedura va sempre richiesta dal medico e svolta in ambiente sanitario idoneo, non con test fai-da-te.
Raccomandazione generale: se il bambino presenta sintomi suggestivi di allergia, è indicato rivolgersi al pediatra o all’allergologo per valutare l’opportunità del prick test, che rappresenta un esame di primo livello, affidabile e sicuro per la diagnosi allergologica nei bambini di ogni età, dai primi mesi di vita in poi.
Il prick test è generalmente un esame sicuro e può essere effettuato su pazienti di tutte le età, compresi bambini e anziani. Le principali controindicazioni riguardano pazienti con precedenti reazioni allergiche gravi, soprattutto anafilassi, in quanto anche piccole quantità di allergene potrebbero scatenare una reazione severa: in questi casi il test va evitato o eseguito con estrema cautela e solo in ambiente protetto. È controindicato anche in chi ha recentemente avuto anafilassi (almeno 4-6 settimane dopo l’episodio acuto), in presenza di malattie cutanee diffuse (dermatite, orticaria attiva, dermografismo importante) che rendono difficile l’interpretazione del test, e in caso di assunzione di farmaci che interferiscono coi risultati (antistaminici, cortisonici sistemici: vanno sospesi, di solito 7-10 giorni prima).
Altra controindicazione relativa è l’anergia cutanea o la presenza di gravi patologie cardiovascolari, aritmie, o altre condizioni di rischio elevato per cui il test va gestito con prudenza. In caso di dubbio clinico (ad esempio, paziente con storia di shock anafilattico o intolleranza grave a sostanze usate nel test), il prick test può essere eseguito solo in ambiente ospedaliero dotato delle attrezzature necessarie per l’eventuale trattamento d’urgenza.
In sintesi: il prick test è sicuro e adatto alla maggior parte dei pazienti, ma richiede la sospensione di alcuni farmaci e deve essere evitato o gestito con prudenza in casi selezionati, soprattutto in presenza di reazioni allergiche precedenti gravi, malattie cutanee attive diffuse o gravi patologie concomitanti. È sempre utile una valutazione medico-specialistica prima dell’esecuzione del test.
Il prick test e il patch test sono entrambi test cutanei utilizzati per diagnosticare allergie, ma differiscono per modalità di esecuzione e tipo di reazione valutata. Il prick test consiste nell'applicare gocce di allergeni sulla pelle dell'avambraccio, quindi si punge leggermente con una lancetta sterile la zona per verificare una reazione immediata mediata da anticorpi IgE; il risultato si legge in 15-20 minuti ed è usato per allergie a pollini, alimenti, acari, peli di animali, muffe, farmaci o insetti. Il patch test, invece, applica cerotti contenenti allergeni sulla pelle del dorso per 48-72 ore per identificare allergie da contatto (come a metalli, profumi, conservanti), valutando una reazione ritardata mediata da cellule, tipica della dermatite da contatto. Entrambi i test hanno finalità diagnostiche specifiche e sono eseguiti sotto controllo medico per evitare reazioni avverse.
I risultati del prick test si vedono generalmente entro 15-30 minuti dall'applicazione, solitamente dopo circa 20 minuti, quando si osserva la presenza di un piccolo rigonfiamento pruriginoso chiamato "pomfo" nel punto in cui è stato applicato l'allergene. Questo rigonfiamento è spesso circondato da un alone arrossato e indica una reazione allergica mediata da IgE.
La lettura del test deve essere effettuata da uno specialista che valuta la reazione cutanea e interpreta i risultati nel contesto clinico del paziente, poiché non tutte le positività indicano necessariamente un’allergia vera. È importante che prima del test siano sospesi antistaminici e cortisonici sistemici per almeno una settimana perché possono alterare il risultato.
In sintesi, dopo il prick test si attende circa 15-30 minuti per vedere la reazione cutanea e valutare l'eventuale allergia. La durata complessiva dell’esame è di circa mezz’ora.
Il prick test è un esame diagnostico rapido e abitualmente sicuro per identificare allergie respiratorie o alimentari, ma non è raccomandato di routine nelle donne in gravidanza. Questo perché si tratta di un test in vivo, ovvero che provoca una reazione immunitaria cutanea, e benché il rischio di reazioni gravi sia molto basso, non può essere completamente escluso. Durante la gravidanza, infatti, si tende a evitare qualsiasi manovra, anche minimamente invasiva, che possa indurre una reazione allergica potenzialmente pericolosa, come difficoltà respiratorie o, in casi rarissimi, shock anafilattico.
In gravidanza, la valutazione del singolo caso deve essere stretta tra allergologo e ginecologo: solo in situazioni particolari, quando il beneficio supera chiaramente il rischio teorico, potrebbe essere preso in considerazione l’esecuzione del test, ma questa resta una scelta eccezionale da delegare all’esperienza del medico di riferimento. Per questa ragione, l’indicazione generale è di posticipare il prick test a dopo il parto. Nel frattempo, eventuali allergie possono essere indagate con test su sangue (come RAST) che non presentano queste controindicazioni.
In sintesi: il prick test è scoraggiato in gravidanza per ragioni di cautela; vanno sempre evitate le procedure non urgenti e, se necessario, valutare l’alternativa dei test ematici, sempre sotto controllo specialistico.
Con il prick test è possibile testare contemporaneamente da circa 12 fino a un massimo di 50 allergeni, a seconda della modalità e del centro in cui viene effettuato. Generalmente, nei comuni protocolli diagnostici standard si utilizzano fino a 12-16 allergeni alla volta per garantire precisione e affidabilità; in alcuni casi più avanzati o specifici si possono arrivare a testare fino a 50 sostanze contemporaneamente, soprattutto nei centri specializzati. Quando si superano i limiti consentiti per la singola seduta, si possono pianificare sedute aggiuntive. Il test consiste nell'applicare gocce di estratti allergenici sulla pelle, solitamente dell'avambraccio, e pungerla leggermente per verificare la reazione cutanea specifica.
Quindi, in generale, la quantità più comune e pratica di allergeni testabili contemporaneamente varia tra 12 e 16, mentre condizioni particolari e strumentazioni più avanzate possono consentire di arrivare anche fino a 50 allergeni.
Il prick test è un esame rapido, semplice e pressoché indolore usato per diagnosticare allergie respiratorie, alimentari e a sostanze varie (pollini, acari, animali, farmaci, ecc.). Si esegue generalmente sulla parte volare (interna) dell’avambraccio, oppure sulla schiena nei bambini più piccoli, dove la pelle è più liscia ed è assente eczema o lesioni.
Procedura tecnica:
Dopo aver disinfettato la cute e tracciato dei piccoli segni per distinguere i vari allergeni, si applica una goccia di ogni estratto allergenico purificato direttamente sulla pelle. Con una lancetta monouso sterile, si “punge” delicatamente la pelle attraverso la goccia, consentendo una minima penetrazione dell’allergene (circa 1-1,5 mm). Questo gesto non provoca sanguinamento, ma basta per permettere agli allergeni di interagire con il sistema immunitario della pelle. Dopo circa 15-20 minuti si osserva la reazione cutanea: in caso di positività, compare un piccolo pomfo (rigonfiamento) circondato da rossore e prurito, simile a una puntura di zanzara.
Cura pre-test:
Occorre sospendere gli antistaminici almeno 7 giorni prima dell’esame, mentre possono continuare le terapie topiche (creme) che non interferiscono con il test. Nel complesso, il prick test è sicuro, molto utile e rappresenta il primo passo nella diagnosi allergologica.
Tra due prick test consecutivi la distanza minima consigliata tra un sito di applicazione e l’altro è di almeno 2–2,5 cm. Questa precauzione è fondamentale per evitare interferenze tra una reazione positiva e il test successivo, poiché un ponfo vicino potrebbe falsare il risultato del prick adiacente.
Nell’esecuzione pratica, dopo l’applicazione degli allergeni si attende 5 minuti per la lettura della risposta all’istamina (controllo positivo), mentre la lettura degli allergeni si effettua dopo 15–20 minuti. Trascorso questo tempo, si misurano le reazioni cutanee. Se il risultato del primo prick è dubbio o ambiguo, non esiste un tempo prestabilito di attesa prima di ripetere il test, ma di norma basta applicare i nuovi allergeni a una distanza sufficiente dalla sede precedente (minimo 2,5 cm), sempre su cute sana e integra.
In sintesi: tra un prick e l’altro va mantenuta una distanza minima di almeno 2–2,5 cm per evitare interferenze; la lettura delle reazioni va fatta dopo 15–20 minuti dall’applicazione; non serve alcun periodo di attesa temporale tra due sessioni di prick test a meno che la cute non sia ancora arrossata o reattiva, nel qual caso è meglio attendere la sua completa guarigione.
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