Tampone Vaginale Colturale

Tutto su Tampone Vaginale Colturale: cos'è, perché si fa, come si svolge, cosa valuta e come arrivare preparati.

Tampone Vaginale cos'è?

Il tampone vaginale è la raccolta, per mezzo di un tampone ovattato, della secrezione prodotta dalla vagina o dalla cervice uterina, che viene quindi “strisciata” immediatamente su un vetrino, mentre un’altra parte viene seminata in contenitori appositi e inviata al laboratorio per l’analisi.

Tampone vaginale a cosa serve?

Serve a curare diversi disturbi vaginali fra cui le infezioni vaginali come trichomonas, gardnerella, miceti ad esempio che, se trascurate, possono portare all’insorgenza di malattie più serie dell’apparato genitale femminile. Può essere effettuato anche in gravidanza.

Tampone vaginale: come prepararsi?

L'esame si avvale di un semplice e sottile bastoncino cotonato, simile ad un cotton-fioc, da inserire in vagina allo scopo di prelevare cellule in sfaldamento e secrezioni. Può anche essere richiesto un Pap test.

È bene non eseguire lavande vaginali interne nelle 24 ore precedenti il tampone, né utilizzare specifiche creme vaginali. L’assunzione di qualsiasi terapia antibiotica va sospesa almeno 7 giorni prima dell’esame.

Preparazione Tampone Vaginale Colturale

RICHIESTA MEDICA NON OBBLIGATORIA
L'ASSUNZIONE DI QUALSIASI TERAPIA ANTIBIOTICA VA SOSPESA ALMENO 7 GIORNI PRIMA DELL'ESAME. NON ESEGUIRE LAVANDE VAGINALI INTERNE NE USARE CREME VAGINALI NELLE 24 ORE PRECEDENTI IL TAMPONE, NE TRATTAMENTI CON OVULI O CANDELETTE NELLE 48 ORE PRIMA. EVITARE RAPPORTI SESSUALI NELLE 24 ORE PRECEDENTI.  CAMPIONE PRELEVATO DIRETTAMENTE IN STRUTTURA.  
IL PREZZO INDICATO E' PER LA RICERCA DI AGENTI PATOGENI BASE. NEL CASO SI VOLESSE AGGIUNGERE ULTERIORI RICERCHE IL PREZZO POTRA' SUBIRE VARIAZIONI.
N.B. SE L'ESAME DARà ESITO POSITIVO, L'EVENTUALE ANTIBIOGRAMMA VERRà PAGATO A PARTE DIRETTAMENTE IN STRUTTURA.
CAMPIONE ANALISI: MATERIALE ORGANICO

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Domande Frequenti su Tampone Vaginale Colturale

Il tampone vaginale colturale è un esame diagnostico che consiste nel prelievo, tramite un bastoncino ovattato inserito nella vagina, di secrezioni vaginali. Queste vengono poi analizzate in laboratorio per identificare la presenza di microrganismi patogeni come batteri, funghi o parassiti responsabili di infezioni vaginali, vaginiti o vaginosi. L’esame è indolore, non invasivo e fornisce informazioni precise sulla flora vaginale alterata o su infezioni anche asintomatiche. È particolarmente utile per diagnosticare infezioni come candidosi, batteri opportunisti o malattie a trasmissione sessuale, permettendo anche di valutare la sensibilità degli agenti patogeni agli antibiotici tramite eventuale antibiogramma. Per risultati affidabili è consigliato sospendere terapie antibiotiche o antimicotiche almeno 5 giorni prima e astenersi da rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti. Generalmente, i risultati sono disponibili in circa 5 giorni.

Il tampone vaginale colturale serve a rilevare la presenza di microrganismi patogeni come batteri e funghi che possono causare infezioni vaginali. Questo esame è utile per diagnosticare infezioni comuni come quelle da Candida, Gardnerella, Trichomonas, e può aiutare a identificare squilibri nella flora batterica vaginale. È indicato in caso di sospette infezioni vaginali, sintomi come perdite anomale, dolori durante il rapporto sessuale, e anche in gravidanza per rilevare lo Streptococco agalactiae, che può essere pericoloso per il neonato. Il tampone è un esame veloce e indolore.

Il tampone vaginale colturale è indicato principalmente quando si sospetta la presenza di infezioni vaginali, soprattutto in presenza di sintomi come prurito, arrossamento, perdite anomale, dolori durante i rapporti sessuali o dolori pelvici. È utile anche nei casi di infezioni recidivanti o resistenti alle terapie comuni, in presenza di infertilità, o prima e durante la gravidanza per individuare microrganismi come lo Streptococco agalactiae che può essere pericoloso per il neonato. Inoltre, è consigliato in donne con rapporti sessuali a rischio o per valutare la flora batterica vaginale e prevenire complicanze a lungo termine come sterilità o complicanze ostetriche. Il test non va eseguito durante le mestruazioni e richiede l’astensione da rapporti sessuali almeno 24-48 ore prima e la sospensione di terapie antibiotiche o antimicotiche per circa 5-7 giorni per evitare alterazioni del risultato.

Esecuzione del Tampone Vaginale Colturale

Il tampone vaginale colturale è un esame rapido (dura pochi minuti) e generalmente indolore, eseguito dal ginecologo o dall’ostetrica durante la visita. La paziente si sdraia sul lettino ginecologico in posizione supina, con le gambe divaricate e appoggiate sugli appositi supporti. Il medico introduce delicatamente uno speculum in vagina per dilatarne le pareti e visualizzare meglio la zona. Utilizzando un tampone sterile (simile a un cotton fioc), preleva le secrezioni dalle pareti vaginali e, se necessario, dal canale cervicale, strofinando e ruotando il bastoncino per alcuni secondi. Il campione raccolto viene inserito in un contenitore sterile e inviato al laboratorio per la coltura e l’antibiogramma.

> Norme di preparazione: È consigliato effettuare l’esame lontano dal ciclo mestruale, sospendere antibiotici e antimicotici almeno 5 giorni prima, evitare rapporti sessuali, irrigazioni vaginali, terapie locali e l’uso di detergenti intimi nelle 24 ore precedenti il prelievo.

L’esame è sicuro anche in gravidanza e non richiede precauzioni dopo l’esecuzione. Lo scopo principale è identificare la presenza di batteri e funghi responsabili di infezioni, eventualmente asintomatiche, per guidare una terapia mirata. Si consiglia di seguire sempre le indicazioni del proprio ginecologo per una corretta esecuzione e interpretazione del risultato.

Il tampone vaginale colturale consente di rilevare infezioni vaginali causate da diversi microrganismi, tra cui batteri, funghi e parassiti. I principali agenti identificabili sono: Chlamydia trachomatis (clamidia), Neisseria gonorrhoeae (gonorrea), Mycoplasma genitalium e Ureaplasma urealyticum, batteri atipici associati a vaginiti e infertilità; Gardnerella vaginalis, responsabile di vaginosi batterica; Candida albicans e altri funghi, causa di candidosi; Streptococco gruppo B, Staphylococcus aureus, Escherichia coli e Enterococcus faecalis, che possono provocare infezioni vaginali o urinarie; e il parassita Trichomonas vaginalis. L’esame è utile per una diagnosi precisa al fine di una terapia mirata, soprattutto in presenza di sintomi come prurito, bruciore, perdite anomale o dolore durante i rapporti sessuali.

Non è necessario il digiuno prima di un tampone vaginale colturale. Le indicazioni generali per prepararsi a questo esame sono principalmente di tipo igienico e comportamentale: la paziente non deve essere in periodo mestruale, evitare rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti, non deve eseguire lavande vaginali nelle 24 ore prima del prelievo e può lavare i genitali solo con acqua il giorno dell’esame. Inoltre, è importante aver sospeso eventuali terapie antibiotiche o antimicotiche da almeno 5-7 giorni per non alterare il risultato.

Il digiuno è richiesto solo per alcuni tamponi specifici, come quello faringeo, ma non per quello vaginale. Non ci sono restrizioni alimentari o di assunzione di liquidi per il tampone vaginale, quindi la paziente può mangiare e bere normalmente prima dell’esame.

Sì, prima di un tampone vaginale colturale è assolutamente consigliato astenersi dai rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti l’esame. I rapporti vaginali possono infatti alterare la naturale flora batterica e la presenza di sperma può interferire con la corretta interpretazione del risultato. Come indicazione generale aggiuntiva, è opportuno sospendere eventuali terapie antibiotiche e antimicotiche orali o locali almeno 5-7 giorni prima del test, evitare irrigazioni vaginali, lavande, ovuli e creme nelle 24-48 ore precedenti, e non utilizzare detergenti intimi il giorno dell’esame. Il tampone non deve essere eseguito durante il ciclo mestruale: si consiglia di attendere 3-4 giorni dalla fine delle mestruazioni. Seguire queste semplici istruzioni è fondamentale per ottenere un risultato affidabile, diagnostico e utile per eventuali cure mirate.

Il tampone vaginale colturale è un esame rapido, che dura pochi minuti per il prelievo del campione; non è doloroso, ma può dare un lieve fastidio. I tempi di refertazione variano in base al laboratorio e al tipo di analisi, ma generalmente i risultati sono disponibili tra 24 ore e 4-5 giorni lavorativi, con alcune differenze se è richiesto anche l'antibiogramma. L'esame permette di identificare microrganismi e, se necessario, stabilire la loro sensibilità agli antibiotici. Prima dell'esame, è importante evitare rapporti sessuali e lavande vaginali nelle 24 ore precedenti e sospendere eventuali terapie antibiotiche almeno 7 giorni prima. Il referto va sempre valutato dal medico in relazione ai sintomi e al quadro clinico della paziente.

Il tampone vaginale colturale è un esame semplice, rapido e generalmente indolore, che viene effettuato dal ginecologo per individuare la presenza di infezioni vaginali (come candida, gardnerella, trichomonas, streptococchi, ecc.). La procedura consiste nel prelievo di un campione di secrezioni dalla mucosa vaginale mediante un bastoncino sterile simile a un cotton-fioc, senza necessità di anestesia. L’esame dura pochi secondi e, nella maggior parte dei casi, non provoca dolore, al massimo si può avvertire un lieve fastidio o una sensazione di pressione, soprattutto se si è particolarmente sensibili o tese.

La preparazione corretta prevede di evitare rapporti sessuali nelle 24-48 ore precedenti, sospendere terapie locali o sistemiche almeno una settimana prima, non utilizzare detergenti intimi, lavande o prodotti vaginali nelle 12-24 ore prima dell’esame, e non effettuarlo durante le mestruazioni. In caso di dolore cronico vulvare (ad esempio vulvodinia/vestibolite), la sensibilità potrebbe essere aumentata, ma si tratta di condizioni particolari, non della regola generale.

In sintesi: il tampone vaginale colturale è un esame sicuro, generalmente indolore e ben tollerato, fondamentale per la diagnosi precisa delle infezioni vaginali; la collaborazione del paziente nella preparazione all’esame è importante per garantirne l’affidabilità.

Il tampone vaginale è sicuro in gravidanza e viene raccomandato in particolare tra la 35ª e la 37ª settimana per la ricerca dello Streptococco di gruppo B (GBS), un batterio che può essere trasmesso al neonato al momento del parto. È una procedura indolore e non pericolosa, eseguita dal ginecologo, che non richiede particolari precauzioni dopo l’esame. Il tampone può anche essere effettuato in qualsiasi altro momento della gravidanza se indicato, per diagnosticare infezioni asintomatiche come vaginosi o candidosi, che possono aumentare i rischi per mamma e bambino. In caso di positività a GBS, la terapia antibiotica viene somministrata solo durante il travaglio, per prevenire la trasmissione dell’infezione al neonato. Per prepararsi correttamente al tampone è importante evitare rapporti sessuali, lavaggi vaginali e terapie locali nelle 24 ore precedenti, e non assumere antibiotici nei 5 giorni prima dell’esame.

Il tampone vaginale colturale e il Pap test sono esami diversi con scopi differenti. Il tampone vaginale colturale è utilizzato per diagnosticare infezioni batteriche o virali, rilevando la presenza di microrganismi nel campione prelevato. Il Pap test, invece, è un esame di screening per prevenire il tumore del collo dell'utero, rilevando anomalie cellulari. Mentre il tampone vaginale mira a identificare infezioni, il Pap test si concentra sulla prevenzione del cancro cervicale. Entrambi gli esami sono fondamentali per la salute riproduttiva femminile, ma servono a scopi diversi.

Il primo tampone vaginale colturale generalmente non è raccomandato come esame di routine in assenza di sintomi. Indicativamente, si consiglia di effettuarlo intorno ai 25 anni, soprattutto se la donna è sessualmente attiva, per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e per valutare la salute vaginale, insieme al Pap test. Il tampone deve essere ripetuto in presenza di sintomi come prurito, perdite vaginali anomale o dopo rapporti sessuali non protetti. In caso di gravidanza, invece, è previsto tra la 35a e 37a settimana per lo screening dello Streptococco gruppo B, importante per la salute del neonato. Per donne giovani sessualmente attive sotto i 25 anni, è raccomandato uno screening annuale per Chlamydia trachomatis tramite tampone vaginale o altro campione. Prima dell’esame è importante non assumere antibiotici o antimicotici da almeno 5 giorni e non avere rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti per evitare falsi negativi.

Il tampone vaginale colturale è indicato principalmente in presenza di sintomi che suggeriscono un'infezione o infiammazione vaginale, quali: prurito, bruciore, perdite vaginali anomale (ad esempio abbondanti, di colore o odore insolito), dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), dolore o fastidio alla minzione, arrossamento o gonfiore dell'area genitale, e pesantezza pelvica. Questi segnali possono indicare infezioni da batteri, lieviti o agenti sessualmente trasmissibili come Candida, Gardnerella vaginalis, Chlamydia o gonorrea.

Inoltre, il tampone è richiesto in gravidanza per escludere infezioni pericolose per il neonato, come lo Streptococco agalactiae, oppure come controllo in caso di anamnesi di infezioni ricorrenti o fattori di rischio sessuali. Se i sintomi persistono nonostante un risultato negativo, possono essere necessari ulteriori accertamenti. L’esame è innocuo e consiste nel prelievo di secrezioni vaginali tramite un bastoncino ovattato inserito con uno speculum vaginale.

La positività nel tampone vaginale colturale indica la presenza di microrganismi patogeni, come batteri o funghi, che possono causare infezioni vaginali. Questi includono Candida, Gardnerella vaginalis, Escherichia coli, e Streptococco. La presenza di questi agenti patogeni richiede un trattamento mirato per risolvere l'infezione, spesso con antibiotici o antimicotici. In casi di infezioni trasmissibili sessualmente, potrebbe essere necessario trattare anche il partner.

Il tampone vaginale colturale non può essere eseguito durante il ciclo mestruale. Questo è dovuto al fatto che il sangue mestruale potrebbe alterare il campione compromettendone l'accuratezza. Pertanto, è consigliabile eseguire il test a götti precisa fine delle mestruazioni o almeno 3 giorni dopo la fine del ciclo mestruale. Inoltre, è importante evitare trattamenti antibiotici e antimicotici nelle 5-7 giorni precedenti l'esame e astenersi dai rapporti sessuali nelle 24-48 ore prima.

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