Visita Oculistica

Tutto su Visita Oculistica: cos'è, perché si fa, come si svolge, cosa valuta e come arrivare preparati.

Visita Oculistica in cosa consiste?

La visita oculistica viene eseguita da un oculista, ovvero da un medico specialista in oculistica e consente di valutare le condizioni di salute degli occhi e quindi a diagnosticare, monitorare o escludere possibili patologie oculari.

Il controllo degli occhi è fondamentale per conservare la propria capacità visiva e quindi per avere una buona qualità della vita, per far questo occorrerà sottoporsi a controlli medici periodici mirati a prevenire e diagnosticare l'insorgere di eventuali problemi.

Visita oculistica come si svolge?

Nel corso della prima fase della visita oculistica il medico specialista realizza l'anamnesi del paziente, acquisendo informazioni rilevanti sulla sua storia sanitaria, sul suo stile di vita, sulla presenza di eventuali patologie a carico, su altri casi in famiglia di patologie oculari e sull'eventuale assunzione di farmaci; il medico poi successivamente provvederà a realizzare un esame degli occhi esterno e a eseguire test mirati a evidenziare il livello di acutezza visiva, come ad esempio la lettura del tabellone, la funzionalità pupillare e la motilità dei muscoli esterni dell'occhio. La visita oculistica può anche essere effettuata dai bambini o eseguita con l’aggiunta di gocce negli occhi. Nella visita oculistica è compreso anche il fondo oculare.

Non sono richieste norme di preparazione particolari per sottoporsi alla visita.

Nella visita oculistica è compreso il fondo oculare.

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Domande Frequenti su Visita Oculistica

È consigliato prenotare una visita oculistica di controllo in base all'età e a specifiche condizioni di salute: nei bambini si raccomanda un primo controllo entro i 3 anni, un altro intorno ai 6 anni e visite ogni 1-2 anni fino ai 14 anni; negli adulti senza sintomi, fino ai 39 anni ogni 4-5 anni, dopo i 40 anni ogni 2 anni e dopo i 60 anni annualmente. Inoltre, controlli più frequenti sono indicati in caso di familiarità con patologie oculari, malattie sistemiche come diabete o ipertensione, o dopo interventi oculari. Questi controlli servono a prevenire e diagnosticare precocemente malattie spesso asintomatiche come il glaucoma o la cataratta.

Una visita oculistica completa consiste in una serie di esami che valutano l’integrità anatomica, la funzionalità e la salute globale dell’occhio. Si inizia con un’accurata anamnesi sulla salute generale e oculare del paziente, per individuare eventuali fattori di rischio familiari o sintomi riferiti. Segue l’esame obiettivo delle palpebre e delle strutture oculari esterne, con particolare attenzione a forma, colore e funzionalità.

Si procede con la misurazione dell’acuità visiva (visus), sia da lontano che da vicino, spesso utilizzando tavole ottotipiche. L’autorefrattometria permette di misurare oggettivamente eventuali difetti di vista come miopia, ipermetropia o astigmatismo. L’esame alla lampada a fessura (biomicroscopia) permette di osservare ingranditi segmento anteriore e posteriore dell’occhio, valutando cornea, cristallino e segmenti interni.

Vengono poi eseguite la pupillometria (valutazione della reattività alla luce), la motilità oculare (per escludere strabismo o anomalie neurologiche) e la tonometria, che misura la pressione intraoculare (fondamentale per la diagnosi del glaucoma). Infine, l’esame del fondo oculare, dopo dilatazione pupillare, consente di ispezionare retina, vitreo e nervo ottico, anche alla ricerca di malattie sistemiche che possono colpire l’occhio.

Questi esami, insieme, permettono di diagnosticare, monitorare o escludere la maggior parte delle patologie oculari e dei disturbi della vista, sia in pazienti sintomatici che asintomatici.

La durata di una visita oculistica varia generalmente tra 20 e 45 minuti. Per un controllo di routine, la visita si aggira attorno ai 30 minuti, mentre al primo appuntamento o in casi più complessi può estendersi fino a 45 minuti o anche un'ora. Se è necessaria la dilatazione della pupilla con collirio midriatico, il tempo totale dell'esame può aumentare, poiché l'effetto del collirio dura circa 2 ore e limita la capacità visiva. Durante la visita, l’oculista esegue anamnesi, misurazione dell’acuità visiva, esame dei tessuti oculari, valutazione della pressione intraoculare e, se serve, esami del fondo oculare o test aggiuntivi. In sintesi, prepararsi a un impegno di circa mezz’ora è una buona indicazione generale, con possibili estensioni in base alle esigenze diagnostiche.

La differenza principale tra visita oculistica e visita ortottica riguarda la figura professionale che la esegue e gli ambiti di competenza.

La visita oculistica è effettuata da un medico oculista (oftalmologo) ed è finalizzata alla prevenzione, diagnosi e trattamento di malattie oculari, difetti di refrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo) e altre patologie più gravi. Può includere esami approfonditi come la valutazione con cicloplegia, che prevede l’uso di farmaci per paralizzare temporaneamente i muscoli oculari e facilitare la diagnosi.

La visita ortottica, invece, è condotta da un ortottista, un professionista sanitario laureato in ortottica e assistenza oftalmologica, non medico. Si concentra sulla valutazione e riabilitazione della funzionalità muscolare e binoculare degli occhi, come la motilità oculare, lo strabismo, l’ambliopia (occhio pigro) e i disturbi della visione binoculare. L’ortottista esegue esami specifici sulla capacità degli occhi di collaborare e può prescrivere esercizi, terapie o occhiali per migliorare queste funzioni, collaborando spesso con l’oculista.

In sintesi:

| Aspetto | Visita Oculistica | Visita Ortottica |
|--------------------------|--------------------------------------------|--------------------------------------------------|
| Professionista | Medico oculista | Ortottista (prof. sanitario non medico) |
| Finalità | Diagnosi e cura di malattie oculari | Valutazione e riabilitazione della motilità e della visione binoculare |
| Esami tipici | Esame completo dell’occhio, misura refrazione, cicloplegia | Valutazione motilità oculare, strabismo, acuità visiva, esercizi riabilitativi |
| Possibile trattamento | Farmaci, interventi, occhiali | Esercizi ortottici, bendaggi, prismi, prescrizione occhiali |
| Durata tipica visita | Variabile, spesso più lunga | Circa 30 minuti |

Pertanto, la visita oculistica è più generale e medica, mentre la visita ortottica è più specializzata nella funzionalità e riabilitazione dei movimenti oculari e della visione binoculare.

Durante una visita oculistica vengono eseguiti vari esami per valutare la salute degli occhi e la capacità visiva. In genere si parte con un esame obiettivo delle palpebre e una valutazione biomicroscopica del film lacrimale, congiuntiva, cornea, cristallino e retina mediante lampada a fessura. Vengono poi effettuati test specifici quali:

  • Misurazione dell'acutezza visiva (visus) per determinare la capacità di distinguere dettagli a diverse distanze.

  • Valutazione della funzionalità pupillare, osservando dimensione, forma e reattività alla luce delle pupille.

  • Esame della motilità oculare per verificare il movimento degli occhi, utile in casi di diplopia o sospetti neurologici.

  • Tonometria oculare per misurare la pressione intraoculare, essenziale per individuare il glaucoma.

  • Esame del fondo oculare (oftalmoscopia), spesso con pupilla dilatata tramite collirio, per analizzare retina, nervo ottico e vitreo.

Ulteriori esami specialistici possono includere il test del campo visivo, la fluorangiografia e la tomografia a coerenza ottica (OCT), specialmente se si sospettano patologie retiniche o neurologiche. L'esame si completa con anamnesi e raccolta dati clinici per personalizzare la diagnosi.

La prima visita oculistica nei bambini dovrebbe idealmente svolgersi intorno ai 3 anni di età, momento in cui il bambino è sufficientemente collaborativo e si possono già identificare difetti visivi come miopia, strabismo o ambliopia (occhio pigro). Tuttavia, è consigliabile un controllo ancora prima, già nei primi 6 mesi di vita per valutare il movimento e la salute dei bulbi oculari, specialmente nei neonati a rischio o con familiarità per patologie oculari.

Se emergono segnali sospetti (es. difficoltà visive evidenti, strabismo, lacrimazione persistente) o c’è una storia familiare di malattie oculari, la visita deve essere anticipata anche a 1-2 anni.

Ulteriori controlli sono raccomandati prima dell’ingresso a scuola (intorno ai 6 anni) e successivamente ogni 1-2 anni per monitorare lo sviluppo della vista. Questo schema permette interventi precoci con trattamenti efficaci, particolarmente importanti fino ai 9 anni, età limite per la riabilitazione visiva.

Dopo i 40 anni, è consigliato effettuare una visita oculistica regolare ogni due anni come indicazione generale per monitorare la salute degli occhi e rilevare precocemente problemi come la presbiopia, la degenerazione maculare o il glaucoma. Questo intervallo permette di intervenire tempestivamente in caso di patologie legate all’invecchiamento o cambiamenti visivi. In presenza di disturbi visivi o condizioni specifiche, la frequenza potrebbe aumentare su indicazione medica. Dai 60 anni in poi, spesso si raccomanda una visita annuale per una prevenzione più attiva delle malattie oculari più comuni in età avanzata, come cataratta e glaucoma. In sintesi, dopo i 40 anni un check-up biennale è la norma, con visite più frequenti se necessario o superati i 60 anni.

Per prenotare una visita oculistica è importante non trascurare i seguenti sintomi:

  • Visione distorta o offuscata

  • Lampi di luce o miodesopsie (ragnatele o "mosche volanti")

  • Scotomi (aree scure nel campo visivo)

  • Dolore oculare improvviso, specialmente dopo l'uso di lenti a contatto

  • Arrossamento o gonfiore oculare

  • Visione doppia (diplopia)

  • Sensibilità alla luce o lacrimazione eccessiva

  • Calo improvviso della vista o scomparsa della vista anche temporanea.

È possibile e consigliato fare una visita oculistica in gravidanza, soprattutto se la donna ha condizioni come diabete (preesistente o gestazionale), miopia elevata o altre patologie oculari. Durante la gravidanza non si perde capacità visiva né la miopia peggiora in modo irreversibile, ma possono comparire disturbi transitori come secchezza oculare o visione sfocata. La visita può essere fatta in qualsiasi momento della gravidanza, preferibilmente già all'inizio per avere un parametro di riferimento.

L'uso di colliri per dilatare la pupilla è generalmente considerato sicuro, con un rischio molto basso per il feto; per maggiore prudenza, alcuni oculisti preferiscono posticipare l’esame con dilatazione dopo il primo trimestre, ma ciò va sempre deciso dall'oculista informato dello stato di gravidanza. Esami come OCT e campo visivo sono consentiti e sicuri durante la gravidanza.

In sintesi, la visita oculistica in gravidanza è una pratica sicura e utile, soprattutto per monitorare la salute della retina e la vista, con l’oculista che valuterà il momento e le modalità più adeguate per eseguire gli esami necessari.

Per una visita oculistica di routine non è necessaria una preparazione particolare, ma è importante seguire alcune indicazioni generali: portare con sé gli occhiali o le lenti a contatto abituali (meglio evitare di indossare queste ultime almeno 2-7 giorni prima, a seconda del tipo), annotare eventuali sintomi visivi o patologie, farmaci e allergie in corso e, se possibile, informazioni sulla storia oculare familiare. Il giorno della visita è consigliato non truccare gli occhi e portare occhiali da sole perché spesso si dilatano le pupille con colliri che causano offuscamento visivo e maggiore sensibilità alla luce per qualche ora; in questo lasso di tempo è meglio evitare la guida. Se la visita è pre-operatoria o specialistica, ulteriori accorgimenti saranno indicati dal medico.

In sintesi, la preparazione principale riguarda la sospensione temporanea delle lenti a contatto, la raccolta di documentazione e farmaci, e la disponibilità a gestire il disagio temporaneo dovuto alla dilatazione pupillare.

Durante una visita oculistica, l’uso dei colliri dilatanti (midriatici) non è sempre indispensabile: dipende dal tipo di esame richiesto e dalla situazione clinica del paziente. Per esempio, la valutazione della semplice acuità visiva, la misurazione della pressione oculare (tonometria) o l’esame delle strutture più anteriori dell’occhio non richiedono necessariamente la dilatazione della pupilla.

Il fondo oculare (esplorazione di retina, nervo ottico e strutture posteriori) è invece molto più accurato con la pupilla dilatata, perché questo permette una vista più ampia e dettagliata delle aree periferiche della retina, fondamentali per diagnosticare o monitorare patologie come diabete retinico, ipertensione o glaucoma. In questi casi, l’uso del collirio midriatico è la prassi, con effetti che possono durare alcune ore (offuscamento, fastidio alla luce).

La dilatazione non è obbligatoria se l’oculista, spesso grazie a strumenti di nuova generazione (come i moderni oftalmoscopi digitali), ritiene di poter ottenere una buona visualizzazione anche a pupilla stretta. In generale, però, per un esame completo e accurato, soprattutto in presenza di sintomi o fattori di rischio, la pupilla va dilatata. Effetti collaterali (fastidio, sensibilità alla luce, difficoltà di messa a fuoco) sono comuni ma transitori. Eccezioni esistono in casi particolari (ad esempio, glaucoma ad angolo stretto), dove il collirio dilatante potrebbe essere controindicato, e la scelta va sempre valutata dallo specialista.

In sintesi: non sempre, ma molto spesso sì – soprattutto per un esame approfondito e nelle condizioni a rischio, ma la decisione spetta all’oculista in base al quadro individuale.

Sì, la visita oculistica è lo strumento principale per individuare l’occhio pigro (ambliopia) nei bambini. L’ambliopia è una riduzione della vista in un occhio – o più raramente in entrambi – che si sviluppa nei primi anni di vita, spesso senza sintomi evidenti perché il bambino non riesce a percepire o comunicare il deficit. Per questo, la diagnosi precoce è fondamentale e si raccomanda una prima visita oculistica anche in assenza di disturbi, possibilmente entro i 3 anni di età. Durante la visita, l’oculista esegue una valutazione dell’acuità visiva, della motilità oculare, della refrazione (anche con gocce per dilatare la pupilla) e dell’esame del fondo oculare, oltre a utilizzare test specifici per confrontare la visione dei due occhi. Se viene rilevata una differenza significativa tra i due occhi, oppure un difetto refrattivo non corretto, uno strabismo o altre anomalie, è possibile intervenire tempestivamente con terapie come il bendaggio dell’occhio sano o l’uso di occhiali correttivi, che possono portare a un recupero completo della vista se attuati nei primi anni di vita. Indicazione generale: anche in assenza di sintomi, tutti i bambini dovrebbero effettuare una visita oculistica entro i 3-4 anni per escludere l’occhio pigro e altre patologie oculari.

Sì, una visita oculistica può rilevare patologie della retina. L’esame fondamentale è il fondo oculare, che consente all’oculista di osservare direttamente la retina, la macula e il nervo ottico, identificando alterazioni come emorragie, edema, atrofia, rotture o distacchi retinici. Spesso, prima dell’esame, vengono instillate gocce per dilatare la pupilla e migliorare la visualizzazione delle strutture retiniche.

In caso di sospetti specifici, possono essere richiesti esami più approfonditi: la fluorangiografia retinica studia la circolazione sanguigna della retina e la presenza di neovasi, utile soprattutto in caso di retinopatia diabetica o degenerazione maculare; la tomografia ottica computerizzata (OCT) permette di analizzare gli strati della retina con precisione millimetrica, evidenziando edemi, membrane anomale o alterazioni del nervo ottico.

Indicazione generale: la visita oculistica, soprattutto con esame del fondo oculare, è lo strumento principale per la diagnosi precoce delle patologie retiniche; se necessario, l’oculista può integrare la valutazione con esami strumentali più specifici per una diagnosi precisa e un monitoraggio efficace nel tempo.

La pressione oculare viene misurata principalmente mediante un esame chiamato tonometria, che può essere eseguito con diverse tecniche. La modalità più comune e precisa è la tonometria ad applanazione a contatto, in cui un tonometro tocca delicatamente la cornea dopo l’instillazione di un collirio anestetico e fluoresceina, misurandone la resistenza al lieve schiacciamento. In alternativa, esistono i tonometri a soffio (non a contatto) che spruzzano un soffio d’aria sulla cornea per misurare la pressione senza toccarla, tecnica indolore e rapida.

Durante la misura il paziente poggia testa e mento su un supporto per stabilizzare l’occhio, e il tonometro registra la pressione intraoculare in millimetri di mercurio (mmHg). Valori normali si attestano tra 10 e 21 mmHg, con variazioni dovute anche allo spessore corneale. La tonometria è un esame di routine, indolore e fondamentale per la diagnosi precoce di condizioni come il glaucoma, dove una pressione elevata può danneggiare il nervo ottico.

La lampada a fessura è uno strumento fondamentale nella visita oculistica. Serve per esaminare in dettaglio le strutture oculari come la cornea, l'iride, il cristallino e la camera anteriore. Consente di valutare trasparenza, morfologia e lesioni oculari, e può essere utilizzata con filtri e coloranti per esaminare specifiche condizioni, come il film lacrimale o i vasi sanguigni. È un esame indolore e non invasivo che aiuta a diagnosticare diverse patologie oculari. Non sono richieste preparazioni particolari, ma in alcuni casi possono essere necessarie gocce per dilatare le pupille.

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