Dermatite atopica nei bambini: cause, sintomi e rimedi

Scopri i fattori scatenanti, i sintomi e i rimedi più efficaci per la dermatite atopica nei bambini.

Cos’è la dermatite atopica?

  • ​La dermatite atopica è una malattia della pelle a carattere cronico che solitamente si presenta durante i primi mesi di vita dei bambini.

    Nonostante si tratti di una condizione benigna, non infettiva e non contagiosa, la dermatite atopica può diventare un serio problema per il benessere psicofisico non soltanto del piccolo, ma anche dei suoi genitori (o caregiver).

    Il sintomo principale è un prurito costante ed intenso, tale da determinare l’impulso - spesso irrefrenabile - di grattarsi nelle aree interessate, fino a produrre lesioni cutanee che, in assenza di cure specifiche, rischiano di infettarsi.

    Tale prurito, inoltre, è causa di forte malessere per il bambino, tanto da interferire sia con il sonno che con lo svolgimento delle normali attività giornaliere.

    Nelle prossime sezioni vedremo quali sono le cause della dermatite atopica nei bambini, quali sintomi comporta e quali aree del corpo sono maggiormente colpite dal disturbo. Scopriremo, poi, a quali specialisti occorre rivolgersi per ottenere una diagnosi ed una terapia adeguata alle esigenze e all’età del piccolo.

    In ultimo ci concentreremo sulla gestione quotidiana della malattia, sulle misure di prevenzione e sui possibili rimedi volti a contenere la sintomatologia.

Dermatite atopica: cause e incidenza nei bambini

  • ​La dermatite atopica - detta anche eczema atopico - è una patologia infantile piuttosto diffusa, specie nei Paesi industrializzati: si stima, infatti, che la percentuale di bambini che ne soffrono sia compresa tra il 10 e il 20%; invece, nella popolazione adulta, essa si riduce al 3-4%. Generalmente il disturbo esordisce nei primi mesi di vita, prosegue fino al compimento dei 2 anni, per poi sparire spontaneamente verso i 3-4 anni di età. In rari casi, tuttavia, la malattia può arrivare a cronicizzarsi: quando ciò accade, i sintomi continuano a manifestarsi - spesso a cicli alterni - anche nel corso dell’adolescenza e in età adulta.

    Ma quali sono le cause scatenanti della dermatite atopica nei bambini?

    Al giorno d’oggi è l’eczema atopico è considerato una malattia multifattoriale, in quanto non scaturisce da un’unica causa, bensì dalla combinazione di più fattori:

    • Predisposizione genetica → La dermatite atopica presenta una chiara componente genetica, in quanto tende a colpire diversi membri della stessa famiglia, spesso in concomitanza con altri disturbi (tra cui: asma, congiuntivite, rinite, allergie o intolleranze alimentari). Non a caso, se entrambi i genitori ne sono affetti, il bambino ha il 70-80% di probabilità di soffrirne a sua volta. Tutto ciò può dipendere da un’alterazione del sistema immunitario, portato a sviluppare una reazione eccessiva dinanzi a vari stimoli sia esterni (es. polvere, acari, sostanze irritanti contenute in tessuti, saponi, detergenti, ecc.) che di altra natura (es. periodi di forte stress, sudorazione abbondante, ecc.).
    • Disidratazione e/o secchezza della cute → Tra i fattori determinanti troviamo anche la tendenza alla disidratazione e le alterazioni della barriera protettiva per carenza di lipidi - quest’ultima condizione è riscontrabile, per l’appunto, nei soggetti dalla pelle secca, oppure che utilizzano prodotti troppo aggressivi per l’igiene personale. L’eccessiva secchezza, infatti, accresce la sensibilità al prurito, oltre ad esporre il bambino al rischio di irritazioni.
    • Fattori ambientali → L’ambiente circostante gioca un ruolo essenziale nello sviluppo della dermatite atopica nei bambini. Vari studi dimostrano come l’inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici possano danneggiare la cute a partire dai primi mesi di vita, ossia nel periodo di maggiore fragilità.

    Ne consegue che, per inquadrare correttamente la condizione dei piccoli pazienti e proporre un trattamento - non solo farmacologico - mirato, sia necessaria un’analisi completa e approfondita di tutti gli elementi potenzialmente implicati nello sviluppo della malattia. Un simile approccio, infatti, consente sia di alleviare i sintomi - in particolare il prurito - in tempi ragionevoli, sia di ricostruire e fortificare lo strato superficiale dell’epidermide, così da limitare il rischio di complicazioni. 

Sintomi e zone interessate

  • ​A seconda dello stadio di crescita del bambino, la dermatite atopica può presentarsi in forme diverse sia a livello di sintomi che per zone interessate.

    Unica eccezione: il prurito, immancabile a prescindere dall’età del paziente - dunque, anche nei soggetti adulti - e descritto come intenso, costante, talvolta persino incontrollabile. Il paziente, dunque, avverte un forte bisogno di strofinare e grattare la parte. Spesso tale azione porta alla formazione di vescicole, eritemi, arrossamenti e/o lesioni cutanee più o meno estese che, a lungo andare, rischiano di produrre infezioni o, peggio, di danneggiare la pelle in via permanente.

    Vediamo, adesso, in dettaglio come variano i sintomi della dermatite atopica e quali sono le zone del corpo più colpite a seconda dell’età del bambino:

    • Primi mesi di vita → Quando l’esordio della malattia è molto precoce - ovvero, in genere, entro due o tre mesi dalla nascita - il prurito tende a comparire in maniera rapida e improvvisa, causando un forte stress emotivo nel neonato. La pelle diviene gonfia e arrossata, spesso emergono anche bollicine e vesciche che, dopo qualche giorno, si trasformano in croste. Nei lattanti la prima area coinvolta è quella del viso (in particolare: guance, cuoio capelluto, sotto e dietro le orecchie), seguita da collo, tronco e arti. Di contro, la zona dell’inguine - e, in generale, del pannolino - quasi sempre viene «risparmiata».
    • Entro i due anni → Man mano che il bimbo cresce, l’eritema si espande verso le mani, i polsi e la parte interna di gomiti e ginocchia. Sul volto, invece, si concentra nelle aree vicino agli occhi ed intorno alla bocca. Ѐ proprio in questa fase che la malattia rischia di divenire cronica: a tal proposito, i segnali da non ignorare riguardano l'ispessimento della cute, la creazione di zone lichenificate e la comparsa di papule, ragadi o ipercheratosi. Inoltre non è sottovalutare che, con l’intensificarsi del prurito, aumenti rischio di infezioni.

A chi rivolgersi per la diagnosi?

  • ​Il procedimento per diagnosticare la dermatite atopica nei bambini è piuttosto delicato. Per maggiore semplicità, si possono individuare tre elementi centrali:

    • Anamnesi → Ovvero l’analisi della storia personale e familiare in relazione all’atopia, utile ad evidenziare l’eventuale predisposizione genetica del paziente verso la malattia (e per altri disturbi spesso correlati, come asma, rinite allergica, intolleranze verso determinati alimenti e via di seguito).
    • Esame obiettivo → Consiste nel rilevamento dei sintomi e, soprattutto, nell’osservazione diretta delle lesioni da parte del dermatologo, che potrà distinguerle da altri tipi di sfoghi cutanei (ad esempio la sudamina) . In alcuni casi si rende necessaria anche una biopsia - vale a dire un’analisi dei tessuti eseguita in laboratorio - per escludere la presenza di patologie più gravi.
    • Esami allergologici → Qualora si sospetti una correlazione tra l’emergere - o l’aggravarsi - della sintomatologia e l’ingestione, inalazione o contatto con sostanze potenzialmente allergizzanti, si consiglia di sottoporre il bambino a vari test allergologici. Tra i più diffusi vi sono sicuramente il Patch Test ed il Prick Test, che prevedono l’applicazione di diversi allergeni sulla cute, in modo da osservare la reazione a distanza di 24-48 ore. Altrettanto valido è l’Atopy Patch Test, da effettuarsi mediante l’uso di cerotti posti a contatto con la pelle.

    Va da sé che, se il prurito è particolarmente insistente o si nota un rapido peggioramento delle lesioni, è opportuno rivolgersi quanto prima agli specialisti citati in precedenza. Un’ottima soluzione per prenotare una visita dermatologica e/o allergologica nella propria città, senza dover aspettare per tempi troppo prolungati, è la piattaforma CupSolidale.it. Utilizzando il sito, infatti, è possibile prendere appuntamento - entro un paio di giorni - con migliaia di studi medici in tutta Italia, indicare data e ora in base alle esigenze e conoscere il prezzo esatto della prestazione, in maniera tale da organizzarsi senza difficoltà.

Trattamenti e consigli per una corretta gestione

  • ​Il trattamento comunemente prescritto ai pazienti che soffrono di dermatite atopica si basa, innanzitutto, sull’applicazione di corticosteroidi - sotto forma di pomata, gel, schiuma, ecc. - direttamente sulle parti interessate. Al tempo stesso, si utilizzano sostanze idratanti e/o emollienti, come quelle a base di acidi grassi, che hanno la funzione di ricostituire la barriera protettiva esterna della pelle.

    Se la sintomatologia è particolarmente severa, si può ricorrere anche ad una terapia sistemica composta da antistaminici, antivirali e/o antibiotici.

    Alcuni pazienti, inoltre, trovano giovamento dalla fototerapia (UVA, UVB o combinata UVA/UVB).

    Va comunque ricordato che questi trattamenti non eliminano il problema alla radice. Tuttavia, ciò non significa che siano poco utili: al contrario, permettono di tenere sotto controllo sia il prurito, sia le lesioni e i danni che ne conseguono.

    Per accrescere l’efficacia della terapia farmacologica e, quindi, migliorare la qualità di vita del bambino e dei suoi familiari - specie per quel che riguarda il riposo notturno - è opportuno instaurare una serie di corrette abitudini. Ovvero:

    • Cura della pelle → Evitare prodotti per il bagnetto e per l’igiene personale che risultino troppo aggressivi o contenenti sostanze che potrebbero scatenare una reazione allergica. Preferire, invece, detergenti, saponi, ecc. ipoallergenici, come quelli pensati per pelli delicate. Infine, ricordarsi di applicare quotidianamente creme lenitive, idratanti ed emollienti per il viso e per il corpo per ridurre il prurito e combattere la secchezza.
    • Alimentazione → Eliminare dalla dieta tutti quegli alimenti a cui il bambino è allergico o intollerante (es. lattosio, uova, grano, soia, arachidi, ecc.).

    Abbigliamento → I capi stretti o di fibre sintetiche rischiano di peggiorare la situazione. Al loro posto, dare spazio a cotone, lino e tessuti freschi e naturali.

Contenuti approvati dal Comitato Editoriale.
Data ultimo aggiornamento: 2025-01-20
Le informazioni presentate hanno natura generale, sono pubblicate con scopo divulgativo per un pubblico generico e non sostituiscono il rapporto tra paziente e medico.

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