Colesterolo alto: sintomi, diagnosi e trattamento

Scopri come riconoscere i sintomi del colesterolo alto e come tenerlo sotto controllo.

Cos’è il colesterolo

  • ​Il colesterolo alto - o, più precisamente, l’ipercolesterolemia - è una condizione causata da un’alterazione nel metabolismo dei grassi, che comporta gravi rischi per la salute del paziente.

    Di per sé il colesterolo non è affatto dannoso. Si tratta, infatti, di una molecola appartenente alla famiglia dei lipidi (o grassi), che svolge funzioni importantissime per l’organismo umano.

    Tuttavia, se la quantità di colesterolo nel sangue arriva a superare una determinata soglia, ecco che aumenta il rischio cardiocircolatorio (infarto e ictus) a causa degli accumuli di grasso - detti anche placche aterosclerotiche - che tendono a formarsi all’interno dei vasi sanguigni.

    È essenziale, quindi, conoscere i valori di riferimento per il colesterolo e le differenze tra “colesterolo buono” (o HDL) e “colesterolo cattivo” (o LDL). Iniziamo subito!

Colesterolo buono e cattivo

  • Per prima cosa, è utile sapere che i lipidi (colesterolo e trigliceridi) si diffondono nell’organismo per mezzo delle cosiddette lipoproteine, che hanno il compito di trasportare tali sostanze dal fegato ai tessuti e viceversa (favorendo, così, l’eliminazione delle quantità in eccesso).

    In particolare, nel caso del colesterolo, il trasporto avviene tramite:

    • le lipoproteine ad alta densità (High-Density-Lipoprotein o HDL, note come “colesterolo buono”), che agiscono come veri e propri “spazzini”, occupandosi di ripulire le arterie da eventuali accumuli di grasso che, in seguito, verranno eliminati mediante la bile; 
    • le lipoproteine a bassa densità (Low-Density-Lipoprotein o LDL, comunemente definite “colesterolo cattivo”), che invece provvedono a convogliare le sostanze grasse dal fegato verso i tessuti periferici, rilasciando eventuali quantità in eccesso nelle arterie.

    Va da sé, quindi, che sia proprio il “colesterolo cattivo” - specie se presente in quantità molto elevate e/o in associazione con altri fattori di rischio, come il fumo, l’obesità e la vita sedentaria - a mettere a repentaglio la salute dell’apparato cardiocircolatorio e, in generale, dell'organismo.

Colesterolo totale, HDL e LDL: valori

  • ​Quali sono i valori di riferimento per il colesterolo? Quando si può parlare di colesterolo alto (o ipercolesterolemia) o di colesterolo basso (o ipocolesterolemia)? Facciamo chiarezza.

    Attraverso le analisi del sangue - da effettuarsi almeno ogni tre anni - è possibile rilevare la concentrazione di colesterolo HDL e colesterolo LDL, nonché di colesterolo totale.

    La misurazione, espressa in milligrammi (mg) di colesterolo per decilitro (dL) di sangue, fa riferimento ai seguenti parametri:

    • LDL (colesterolo cattivo)→ Valore ottimale: tra 100-129 mg/dL; al limite: tra 130-159 mg/dL; alto: da 160 mg/dL.
    • HDL (colesterolo buono)→ Valore ottimale: pari o superiore a 60 mg/dL; al limite: 40-50 mg/dL (uomini) e 50-59 mg/dL(donne); troppo basso: inferiore a 40 mg/dL (uomini) e a 50 mg/dL (donne).
    • Colesterolo totale → Valore ottimale: pari o inferiore a 200 mg/dL; al limite: compreso tra 200-239 mg/dL; colesterolo alto: pari a 240 mg/dL o superiore.

    Se i valori emersi con le analisi del sangue si avvicinano alla soglia limite per il colesterolo LDL (160 mg/dL) e/o per quello totale (240 mg/dL), oppure risultano addirittura superiori, è opportuno rivolgersi ad uno specialista per individuare le possibili cause ed intervenire sul proprio stile di vita. 

Colesterolo alto: sintomi iniziali e avanzati

  • ​Purtroppo non è facile accorgersi del colesterolo alto a partire dai sintomi che esso provoca.

    Anzi, soprattutto nelle fasi iniziali, questa condizione risulta quasi o del tutto asintomatica, fatta eccezione per i casi - molto rari - di ipercolesterolemia familiare omozigote, riconoscibili a causa della formazione di placche lipidiche all’interno della cute, in prossimità di gomiti, ginocchia e natiche, e depositi di colesterolo nei tendini e nella cornea (detti xantomi e xantelasmi).

    Tali formazioni possono comparire anche nelle fasi avanzate dell’ipercolesterolemia, quando i lipidi in circolazione superano di gran lunga i valori normali, tanto da causare lesioni ed ostruzioni all’interno dei vasi sanguigni. Ciò costituisce un forte rischio per l’insorgenza dell’arteriosclerosi, una malattia degenerativa che interessa le arterie principali, rendendole via via meno elastiche ed ostacolando progressivamente il passaggio del sangue (e con esso di ossigeno e nutrienti).

    È noto, inoltre, che le placche arteriosclerotiche, dovute all’aggravarsi dei depositi lipidici, possono dar luogo a gravi complicanze (angina pectoris, ictus, infarto del miocardio, ecc.) che si manifestano solitamente dopo i 50 anni. Dunque, al superamento di questa soglia di età, è opportuno prestare particolare attenzione alla seguente sintomatologia:

    • dolore toracico, spesso accompagnato da un forte senso di oppressione o costrizione (es. sensazione di avere un macigno sul petto) che si avverte nei periodi di forte stress;
    • zoppia e crampi durante il cammino;
    • confusione mentale;
    • mal di testa.

Ipercolesterolemia: cause e fattori di rischio

  • ​Sono numerose le cause che possono contribuire all’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue: alcune di queste - come abbiamo anticipato - riguardano lo stile di vita e le abitudini in fatto di alimentazione, attività fisica, ecc., per cui possono essere modificate nel corso del tempo.

    Tuttavia, è bene ricordare che vi sono anche altri fattori in gioco: predisposizione genetica (ad esempio, nei casi di familiarità con l’ipercolesterolemia), alterazioni nel funzionamento della tiroide (ipertiroidismo), patologie metaboliche (diabete), disturbi e malattie concomitanti (ipertensione, epatite, cirrosi biliare ed epatica, insufficienza renale e via di seguito).

Come ridurre il colesterolo: alimentazione e trattamenti

  • ​A prescindere da quali siano i fattori scatenanti, nei casi di colesterolo alto è sempre consigliabile intervenire sullo stile di vita, eliminando (o, comunque, riducendo al minimo) le abitudini e i comportamenti che risultano dannosi, in favore di alternative ben più salutari.

    Analizziamo le quattro principali “aree di intervento” cui bisognerebbe prestare attenzione:

    • Alimentazione → La dieta per ridurre il colesterolo prevede il consumo di cereali integrali, pesce (in particolare pesce azzurro, salmone, merluzzo e tonno, ricchi di acidi grassi omega-3 e omega-6 che fanno bene all’organismo), vegetali a foglia, frutta fresca e, soprattutto, secca (tra cui noci, mandorle, pistacchi, arachidi, ecc.). Da evitare, invece, sono tutti quei cibi che contengono calorie e grassi saturi in abbondanza (burro, formaggi molli, dolci, ecc.).
    • Peso corporeo → Direttamente connesso all’alimentazione è il controllo del peso corporeo. È ormai noto, infatti, che l’obesità costituisca un fattore di rischio non soltanto per il colesterolo alto e per i problemi cardiocircolatori, bensì per un gran numero di patologie anche gravi.
    • Esercizio fisico → Spesso l’alimentazione, da sola, non è sufficiente per riportare l’organismo al peso forma. Per questo gli esperti suggeriscono di affiancare alla dieta anche un po’ di attività fisica, purché eseguita nelle modalità e nei tempi ritenuti più congeniali per la persona. Detto in altri termini: non occorre trascorrere interi pomeriggi in palestra, né tanto meno cercare di forzare i propri limiti. Anzi, è preferibile iniziare in maniera graduale, partendo da piccoli ma significativi cambiamenti (ad esempio: fare le scale a piedi invece di prendere l’ascensore, parcheggiare l’auto a qualche isolato di distanza dal luogo di lavoro, ecc.).
    • Fumo e alcol → Infine, tra le cause del colesterolo alto - e di numerosi problemi di salute - occorre menzionare il fumo e l’alcol. Non a caso, tra i consigli degli specialisti, vi è sempre quello di eliminare completamente sia le sigarette, sia le bevande alcoliche.

    In conclusione, per prevenire l’aumento dei livelli di colesterolo e le spiacevoli conseguenze che ne derivano, è importante avere a cuore il proprio stile di vita. In primo luogo, dunque, occorre attenersi il più possibile ai consigli degli specialisti (oltre che del medico di base) in fatto di alimentazione, sedentarietà ed altre abitudini quotidiane. A ciò bisognerebbe affiancare regolari controlli: ci riferiamo, in particolare, alle analisi del sangue per il colesterolo e i trigliceridi, da effettuarsi almeno ogni due-tre anni (se non più spesso, nei casi di soggetti anziani e/o a rischio).

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Data ultimo aggiornamento: 2024-01-17
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