Nonostante appartengano al medesimo compartimento – quello, appunto, dei disturbi d’ansia – è comunque utile fare una distinzione tra attacchi d’ansia ed attacchi di panico. Dunque, qual è la differenza più evidente? E cosa, invece, hanno in comune queste due problematiche?
Partiamo da quest’ultimo punto: non esiste una demarcazione netta tra attacchi di ansia e attacchi di panico, anzi entrambi si collocano lungo la medesima linea retta. Tuttavia, possiamo rilevare alcune caratteristiche specifiche che contraddistinguono l’uno o l’altro disturbo: vediamo quali sono.
L'attacco di ansia corrisponde ad un momento di forte ed improvvisa ansia, mentre l'attacco di panico costituisce il suo picco, dunque raggiunge la massima intensità e si concentra in un arco di tempo ancora più stretto, lasciandosi alle spalle significative conseguenze a livello psicologico (una su tutte: la paura di esporsi allo stimolo o alla situazione che ha dato vita all’episodio in questione).
In altre parole, l’attacco d’ansia è una manifestazione in forma più severa del consueto dei cosiddetti “sintomi ansiosi”, che può perdurare anche per diverse ore di fila. A differenza dell’attacco di panico, che invece rappresenta l’episodio più estremo, durante il quale la persona prova un’angoscia immediata, annichilente, tanto da temere per la sua stessa incolumità.
Al termine dell’evento, inoltre, è comune sentirsi fisicamente esausti e svuotati di ogni energia.